3 Dicembre, 2025
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    Mercato AzionarioSettembre: Il Mese più Rischioso per i Mercati

    Settembre: Il Mese più Rischioso per i Mercati

    Settembre è il mese più insidioso per la Borsa. La Fed, i dati sull’inflazione e il rischio stagionalità possono cambiare tutto: sei pronto ad affrontarlo?

    Settembre: Il Mese più Rischioso per i Mercati

    Storicamente settembre è il mese più difficile per gli investitori. I mercati azionari spesso registrano correzioni improvvise, e quest’anno la partita si gioca tutta tra politica monetaria della Fed, dati macroeconomici e stagionalità negativa. Vediamo cosa ci attende e come prepararsi.

    Perché settembre è considerato il mese “nero” dei mercati

    Agosto, secondo i manuali di stagionalità, avrebbe dovuto portare debolezza. Eppure gli indici hanno continuato a toccare nuovi massimi storici, ignorando i timori di correzione. Ora però i riflettori sono su settembre: storicamente il mese più insidioso, con performance medie tra le peggiori di tutto l’anno.

    Le ragioni sono molteplici:

    • la fine della stagione estiva porta meno liquidità sui mercati,
    • i fondi istituzionali ribilanciano i portafogli,
    • aumenta l’incertezza legata a politica fiscale e scadenze macroeconomiche.

    Quest’anno, in particolare, l’attenzione è puntata sulla Federal Reserve e sulla possibilità di un taglio dei tassi già dal 17 settembre.

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    Prima settimana: focus su occupazione e manifattura

    La prima settimana di settembre rappresenta il vero banco di prova per i mercati. Nonostante la chiusura di Wall Street per il Labor Day, i giorni successivi saranno carichi di pubblicazioni macroeconomiche in grado di influenzare la direzione degli indici.

    Il 2 settembre arriverà l’ISM Manifatturiero, indicatore anticipatore della salute del settore industriale americano. Valori superiori a 50 indicano espansione, mentre un dato sotto soglia segnala contrazione: un aspetto cruciale per capire se la domanda globale stia rallentando.

    Il giorno successivo, il 3 settembre, sarà la volta del rapporto JOLTS (Job Openings and Labor Turnover Survey), che misura le offerte di lavoro negli Stati Uniti. Si tratta di un dato che la Federal Reserve osserva con particolare attenzione, poiché fornisce indicazioni sulla dinamica della domanda di lavoro. Un calo consistente dei posti vacanti rafforzerebbe le aspettative di un allentamento monetario.

    Il 4 settembre porterà sul tavolo sia l’ISM Servizi — fondamentale perché il comparto dei servizi incide per oltre il 70% del PIL USA — sia gli utili trimestrali di Broadcom (AVGO), colosso dei semiconduttori e leader nelle infrastrutture tecnologiche. Una trimestrale debole in un settore così strategico potrebbe alimentare timori di rallentamento tecnologico, con effetti su titoli affini come Nvidia e AMD.

    La settimana culminerà con i dati sull’occupazione USA del 6 settembre: se il mercato del lavoro mostrasse segnali di fragilità, la probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed aumenterebbe sensibilmente. Non è da escludere, in caso di dati molto negativi, un intervento più aggressivo con un taglio da 50 punti base.

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    Seconda settimana: il test dell’inflazione

    La seconda settimana di settembre sarà dominata dai dati sui prezzi, capaci di orientare in maniera decisiva le attese sulla politica monetaria.

    Il 10 settembre uscirà il PPI (Producer Price Index), che misura l’andamento dei prezzi alla produzione. Un’accelerazione del PPI potrebbe segnalare pressioni inflazionistiche a monte della catena di approvvigionamento, con il rischio che queste si riflettano successivamente sui consumatori.

    L’11 settembre toccherà al CPI (Consumer Price Index), l’indicatore più seguito dagli operatori. Con la Fed che punta fermamente al target del 2%, ogni variazione è cruciale. Un CPI superiore alle attese renderebbe più difficile un taglio dei tassi, mentre un dato debole rafforzerebbe l’ipotesi di una Fed pronta ad agire in senso espansivo.

    La settimana si chiuderà con l’indice Michigan Consumer Sentiment: un parametro che misura fiducia, aspettative e propensione alla spesa delle famiglie americane. In un contesto di potenziale rallentamento, il sentiment dei consumatori diventa un indicatore prezioso per anticipare eventuali correzioni nei consumi privati, che rappresentano circa il 70% del PIL statunitense.

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    Terza settimana: la decisione della Fed

    Il 17 settembre rappresenta il momento più delicato dell’intero mese. La Federal Reserve si riunirà per comunicare la sua decisione di politica monetaria, accompagnata dal nuovo Dot Plot, la mappa delle aspettative dei membri del FOMC sui tassi per i prossimi trimestri.

    Gli scenari possibili sono tre:

    • Nessuna variazione dei tassi: il mercato potrebbe interpretarlo come segnale di prudenza e reagire con vendite, vista l’attuale sopravvalutazione di molti asset.
    • Taglio da 25 punti base: lo scenario più probabile, in linea con i segnali di rallentamento emersi dai dati su lavoro e inflazione.
    • Taglio da 50 punti base: scelta drastica che indicherebbe forte preoccupazione da parte della Fed. In questo caso, sebbene a breve il mercato possa reagire positivamente, storicamente simili mosse sono state seguite da correzioni nei mesi successivi.

    Non meno rilevante sarà il Quadruple Witching del 19 settembre, quando scadono contemporaneamente futures e opzioni su indici e azioni. Questo evento tende a generare volatilità elevata e può amplificare i movimenti ribassisti già in corso.

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    Ultima parte del mese: dati macro e tensioni politiche

    Dopo la metà del mese, il sentiment stagionale vira in modo marcato verso il ribasso. Il 22 e 23 settembre sono considerate giornate statisticamente negative, accompagnate dalla pubblicazione dei dati sulle vendite di case esistenti, un indicatore importante della solidità del mercato immobiliare.

    Il 24 settembre toccherà a Micron (MU) con i suoi utili, che arrivano in una fase di pressione ribassista sui semiconduttori: un eventuale mancato miglioramento potrebbe rafforzare la tendenza negativa del comparto tech.

    Il 25 settembre saranno pubblicati due dati chiave:

    • il PIL USA, cartina tornasole della crescita,
    • gli ordinativi di beni durevoli, capaci di anticipare l’andamento degli investimenti aziendali.

    Il 26 settembre sarà la volta del PCE (Personal Consumption Expenditures), la misura di inflazione preferita dalla Fed. Insieme ai dati su redditi e spese personali, fornirà un quadro completo sulla solidità della domanda interna.

    Il mese si chiuderà con una questione politica: il 30 settembre scade la legge di spesa federale. In caso di mancato accordo, gli Stati Uniti rischierebbero il “government shutdown”, evento che in passato ha alimentato volatilità e vendite forzate sui mercati.

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    Strategia operativa per gli investitori

    Settembre è un mese che richiede prudenza e disciplina. La stagionalità sfavorevole e la concentrazione di eventi macro rendono i mercati più fragili e vulnerabili a correzioni improvvise.

    Una strategia efficace può includere:

    • Gestione del rischio: alleggerire parte delle posizioni speculative prima del 17 settembre, data della Fed, per ridurre l’esposizione in caso di sell-off.
    • Protezione tramite opzioni: acquistare put su indici come S&P 500 o Nasdaq per coprirsi da ribassi.
    • Rotazione difensiva: aumentare il peso di settori resilienti (sanitario, utility, beni di prima necessità) che tendono a performare meglio in fasi di correzione.
    • Liquidità pronta all’uso: mantenere una quota di cash per approfittare di eventuali cali significativi e accumulare titoli di qualità a prezzi più convenienti.
    • Visione di lungo termine: ricordare che settembre e ottobre sono spesso mesi di assestamento prima del tradizionale rally di fine anno, che tende a partire da novembre.

    Con una gestione attenta, il mese più insidioso per i mercati può trasformarsi in una finestra di opportunità per investire con maggiore consapevolezza.

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    Riflessioni finali

    Settembre si presenta come un mese carico di sfide, ma anche di opportunità straordinarie per chi sa leggere i segnali e muoversi con strategia. I dati economici, le decisioni della Fed e la stagionalità non sono soltanto fattori di rischio: rappresentano anche occasioni preziose per chi desidera migliorare il proprio approccio agli investimenti.

    La chiave è arrivare preparati. Sapere quando i mercati possono mostrare debolezza permette di proteggere il capitale e, allo stesso tempo, di cogliere con lucidità i momenti in cui i prezzi offrono punti di ingresso più vantaggiosi. Settembre non è soltanto un periodo da temere, ma un laboratorio in cui gli investitori più attenti possono affinare le proprie strategie e guadagnare un vantaggio competitivo rispetto alla massa.

    Essere consapevoli delle dinamiche stagionali e dei dati macro in arrivo non significa solo difendersi: significa aprire la strada a scelte più coraggiose e ragionate, con la prospettiva di posizionarsi al meglio per i mesi successivi. Chi saprà affrontare queste settimane con disciplina e visione potrà trasformare la volatilità in uno strumento di crescita.

    Settembre è il momento giusto per chi vuole dimostrare di saper unire prudenza e intraprendenza, trasformando i rischi in possibilità concrete di rendimento.

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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 25 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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