Il rally dei mercati statunitensi sembra non conoscere ostacoli, con indici e titoli che continuano a registrare nuovi record. Dietro l’apparente solidità di questo scenario, però, alcuni tra i più autorevoli investitori iniziano a sollevare dubbi. Howard Marks, fondatore di Oaktree Capital, ha recentemente messo in guardia gli investitori evidenziando dinamiche che potrebbero ricordare le fasi iniziali di una bolla finanziaria.
L’aspetto interessante non riguarda soltanto i grandi nomi della tecnologia come i Magnificent 7 o l’ascesa impressionante delle azioni Nvidia, ma anche l’aumento delle valutazioni di molte aziende “ordinarie”, spesso sopravvalutate rispetto ai loro fondamentali. Questo scenario apre interrogativi cruciali: siamo davvero di fronte a un nuovo ciclo di euforia destinato a trasformarsi in correzione? E, soprattutto, quali segnali un investitore deve osservare per non farsi trascinare dall’ottimismo collettivo?
Questa l’analisi dettagliata delle osservazioni di Marks e degli elementi che stanno alimentando i rischi di sopravvalutazione nel mercato azionario Usa.
Howard Marks e il paradosso dei mercati
Secondo Marks, uno dei più grandi paradossi dell’investimento è che i mercati appaiono più sicuri proprio nel momento in cui diventano più rischiosi. La mancanza di una correzione significativa da oltre 16 anni ha creato un clima di ottimismo diffuso, che spinge gli investitori a sottovalutare i pericoli.
La convinzione che i rialzi possano proseguire all’infinito rappresenta il tipico errore psicologico che alimenta le bolle speculative. Marks evidenzia come l’euforia collettiva porti i partecipanti a dimenticare i fondamentali, sostituendo la razionalità con aspettative spesso irrealistiche.

Come si sviluppa una bolla finanziaria
Le osservazioni di Howard Marks richiamano un modello ciclico ben noto: nella prima fase i mercati crescono sostenuti da condizioni favorevoli come liquidità abbondante o nuove tecnologie emergenti. Successivamente subentra l’effetto momentum: l’aumento dei prezzi genera fiducia e richiama nuovi investitori.
La fase successiva è l’euforia: la valutazione dei fondamentali viene trascurata e conta solo la prospettiva di guadagno rapido. Quando il rischio appare nullo, il mercato è in realtà al massimo della vulnerabilità. A quel punto basta un dato macroeconomico debole, utili societari sotto le attese o un rialzo dei tassi per innescare il declino.
Il risultato è una sequenza ben riconoscibile: ottimismo, illusione di sicurezza, correzione e capitolazione. Lo stesso copione si è visto con la bolla dot-com, quando il Nasdaq perse oltre metà del suo valore in tre anni.
Magnificent 7: rischio o opportunità?
Una parte consistente del dibattito si concentra sui Magnificent 7: Nvidia, Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Tesla e Meta. Questi titoli hanno spinto gran parte dei guadagni dell’S&P 500, tanto da rappresentare circa un terzo dell’indice.
Molti analisti li considerano il cuore della bolla, ma Marks fa una distinzione importante. Pur essendo valutati a multipli elevati, queste aziende hanno caratteristiche straordinarie: margini molto alti, posizioni dominanti e una capacità di crescita che giustifica in parte le loro quotazioni.
Il vero rischio, secondo Marks, non è tanto in questi colossi, ma nelle centinaia di altre aziende dell’indice che, pur non avendo lo stesso livello di competitività, vengono scambiate a prezzi ben superiori alla media storica.
Nvidia contro Eaton: un confronto emblematico
Un esempio chiaro è il confronto tra Nvidia ed Eaton.
- Nvidia ha un P/E intorno a 50, margini superiori al 60% e utili in crescita del 40% annuo. Il suo PEG ratio, che misura il rapporto tra valutazione e crescita, si attesta a circa 1,25.
- Eaton, invece, con un P/E di 28 e una crescita degli utili intorno al 14%, presenta un PEG vicino a 2, risultando quindi più cara in rapporto al potenziale di crescita.
Questa analisi dimostra come non sia corretto parlare di bolla finanziaria guardando solo al multiplo prezzo/utili, senza considerare la solidità e le prospettive di crescita delle singole aziende.
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Lezioni operative per gli investitori
Howard Marks invita a non farsi travolgere né dall’euforia né dal pessimismo. L’approccio vincente, soprattutto in fasi di valutazioni elevate, è concentrarsi su aziende con fondamentali solidi e prezzi coerenti con il valore reale.
Chi investe oggi dovrebbe evitare di inseguire i rally indiscriminati e puntare invece sulla qualità: società capaci di generare utili sostenibili, con margini competitivi e una valutazione giustificata. È questo il modo più efficace per affrontare i cicli del mercato senza cadere vittima delle emozioni collettive.
Prudenza e disciplina, la chiave del successo
Il mercato azionario Usa potrebbe continuare a salire ancora, come accadde negli anni ’90, ma gli attuali livelli richiedono prudenza. La lezione di Marks è che una bolla finanziaria non nasce solo nei titoli più famosi, ma anche nella sopravvalutazione diffusa di aziende comuni.
Per gli investitori, la strategia migliore resta quella di valutare attentamente il rapporto tra prezzo, crescita e rischio. Solo così sarà possibile affrontare i prossimi anni con disciplina, evitando di essere travolti da un eventuale scoppio della bolla.
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