Shein, il colosso cinese della moda low-cost, è diventato famoso per il suo modello di business basato sulla moda veloce e accessibile. Questo gigante dell’e-commerce ha rapidamente conquistato il mercato, soprattutto tra i giovani della Generazione Z, grazie ai suoi prezzi competitivi e alla massiccia presenza sui social media. Tuttavia, nonostante il suo successo, l’azienda si trova ora di fronte a un futuro incerto, con la sua proposta di IPO (offerta pubblica iniziale) che potrebbe subire gravi conseguenze a causa di accuse legate al lavoro forzato e altre pratiche discutibili.
L’Ascesa di Shein: Un Successo Inarrestabile
Shein è diventata una delle principali aziende di moda negli Stati Uniti, conquistando rapidamente il mercato grazie a un modello di business basato sulla moda veloce. Fondata in Cina, l’azienda ha capitalizzato l’utilizzo dei social media come TikTok e YouTube, sfruttando le collaborazioni con influencer per promuovere i propri prodotti attraverso i cosiddetti “fashion haul”. Questo ha creato un effetto virale tra i consumatori più giovani, che hanno apprezzato la possibilità di acquistare abbigliamento alla moda a prezzi incredibilmente bassi.
Nel 2020, in piena pandemia, l’azienda ha registrato una crescita impressionante, raggiungendo un fatturato di 10 miliardi di dollari, con un incremento delle vendite superiore al 100% per cinque anni consecutivi. Nel 2021, Shein ha superato colossi come H&M e Zara, diventando il principale rivenditore di fast fashion negli Stati Uniti.
L’IPO di Shein: Un’Occasione Sfumata?
Con un valore di mercato che ha raggiunto i 100 miliardi di dollari nel 2022, Shein ha iniziato a pianificare il suo ingresso sui mercati finanziari internazionali attraverso una IPO negli Stati Uniti. Tuttavia, il sogno di un’entrata trionfale a Wall Street si è scontrato con una serie di problematiche legali e politiche.
Nel novembre 2023, Shein ha depositato in maniera confidenziale i documenti per una IPO presso la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, ma il suo valore è nel frattempo sceso a circa 66 miliardi di dollari. A peggiorare la situazione, un gruppo di 16 procuratori generali repubblicani ha sollevato accuse pesanti contro l’azienda, sostenendo che Shein utilizzasse lavoro forzato nella sua catena di approvvigionamento, in particolare nelle regioni della Cina note per lo sfruttamento dei lavoratori uiguri.
Le Accuse di Lavoro Forzato
Le accuse contro Shein riguardano l’uso di cotone proveniente dalla regione dello Xinjiang, dove sono documentate violazioni dei diritti umani contro la minoranza uigura. Secondo un rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, questa regione è teatro di abusi che includono la detenzione di massa, sorveglianza intensiva e, appunto, lavoro forzato. Nonostante il divieto statunitense all’importazione di cotone dallo Xinjiang, alcuni test di laboratorio hanno dimostrato che Shein continua a utilizzare questa materia prima, aggirando i controlli doganali grazie alla regola del De Minimis, che consente l’importazione di pacchi con un valore inferiore agli 800 dollari senza ispezioni approfondite.
Il Fallimento dell’IPO negli Stati Uniti e la Riprova a Londra
L’incertezza legata al lavoro forzato ha messo in forte dubbio la possibilità di Shein di quotarsi a New York. Tuttavia, l’azienda non si è arresa, spostando il focus verso il mercato finanziario del Regno Unito. Secondo fonti Reuters, Shein ha depositato una richiesta per la quotazione alla Borsa di Londra nel giugno 2024. Questa mossa è stata vista da molti come un tentativo di evitare le rigide normative statunitensi e sfruttare una piazza finanziaria meno severa.
Tuttavia, anche a Londra, Shein si trova di fronte a ostacoli significativi. Gruppi per i diritti umani, tra cui Amnesty International UK e Stop Uyghur Genocide, hanno lanciato campagne legali per bloccare l’IPO, accusando l’azienda di continuare a sfruttare pratiche di lavoro forzato.
Le Prospettive Future
La strada per Shein si presenta estremamente incerta. Nonostante il suo straordinario successo commerciale, l’azienda deve affrontare una crescente pressione da parte di legislatori, attivisti per i diritti umani e consumatori più attenti all’etica delle aziende. Se non riuscirà a risolvere le sue questioni legali e migliorare la trasparenza della sua catena di approvvigionamento, il suo tentativo di quotarsi in borsa potrebbe fallire definitivamente, compromettendo il suo futuro a livello globale.
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