
Negli ultimi trimestri gli operatori finanziari hanno dovuto affrontare un contesto caratterizzato da volatilità, segnali macroeconomici contrastanti e un clima di sfiducia diffusa sul mercato azionario. I tassi d’interesse ancora elevati, la crescita rallentata e i dubbi sulle mosse della Fed hanno convinto molti investitori ad assumere un atteggiamento attendista, mantenendo liquidità parcheggiata invece di cogliere nuove opportunità.
Questa prudenza estrema, però, rischia di essere la variabile che preparerà il terreno a un forte rally nel momento in cui il quadro monetario cambierà direzione. Diversi strategist macro sostengono che il 2026 possa trasformarsi in un anno particolarmente favorevole per chi è esposto al mercato azionario americano, grazie alla combinazione tra fine del quantitative tightening, possibili tagli dei tassi da parte della Federal Reserve e una fase di espansione strutturale degli investimenti in AI.
La tesi centrale è semplice: quando la liquidità torna a crescere in un contesto di forte pessimismo e sottoposizionamento, le rotazioni al rialzo tendono a essere rapide e violente. Le occasioni migliori non si presentano quando “tutto è chiaro”, ma quando la maggioranza è convinta che il rischio superi il potenziale rendimento.
In questo scenario, tre società legate all’ecosistema dell’intelligenza artificiale emergono come possibili protagoniste del prossimo ciclo: Nebius, Credo Technology e AMD. A differenza di Nvidia, già percepita come campione consolidato, questi titoli offrono un mix di crescita, espansione dei margini e spazio di rivalutazione ancora significativo.
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Fine del Quantitative Tightening: il vero cambio di passo per la Fed
Il quantitative tightening avviato dalla Fed a partire dal 2022 ha avuto un impatto profondo sulla struttura della liquidità globale. Riducendo il proprio bilancio e drenando moneta dal sistema, la banca centrale ha reso più costoso il capitale e meno attraente l’esposizione agli asset rischiosi, penalizzando in misura marcata il mercato azionario e, in particolare, i titoli growth e tecnologici.
Quando questo processo si interrompe, lo scenario cambia. La conclusione del quantitative tightening non rappresenta soltanto una decisione tecnica, ma il segnale concreto che la fase più restrittiva di politica monetaria sta giungendo al termine. Storicamente, le fasi successive alla fine del QT hanno coinciso con periodi di forte recupero degli indici, poiché gli investitori istituzionali iniziano a ricalibrare i portafogli a favore degli asset con maggiore potenziale di rendimento.
Il precedente del 2019 è emblematico: dopo la chiusura del QT, l’indice S&P 500 mise a segno un rialzo molto rapido, favorito da una combinazione di nuova liquidità e posizionamento difensivo eccessivo. Oggi lo schema appare simile, con un’aggiunta rilevante: il ruolo strategico dell’AI e delle infrastrutture tecnologiche nella crescita economica futura.
Fed, liquidità e mercato azionario: perché il 2026 può essere diverso
La Fed si trova di fronte a un equilibrio delicato tra controllo dell’inflazione e sostegno alla crescita. Se i dati macro continueranno a mostrare disinflazione graduale, la banca centrale americana avrà spazio per allentare la politica monetaria, affiancando alla fine del quantitative tightening anche i primi tagli dei tassi ufficiali.
Dal punto di vista del mercato azionario, la combinazione tra riduzione del costo del denaro e maggiore liquidità tende a favorire i settori legati alla tecnologia, alla crescita secolare e all’innovazione. L’AI rientra a pieno titolo in questa categoria, perché non rappresenta una moda speculativa, ma un cambio di paradigma nella gestione dei dati, nell’automazione e nelle capacità di calcolo.
Il posizionamento attuale degli investitori è ancora prudente, con molta liquidità in attesa su conti remunerati e strumenti a breve termine. Se il quadro macro dovesse stabilizzarsi, l’esigenza di recuperare rendimento sul lungo periodo potrebbe spingere flussi crescenti verso i titoli azionari legati all’intelligenza artificiale, creando le condizioni per un recupero rapido delle valutazioni.
Perché l’AI può guidare il prossimo ciclo di rialzo
Nel periodo 2023–2024, la narrazione sui mercati è stata dominata da Nvidia, diventata il simbolo della rivoluzione AI grazie alla leadership nelle GPU per data center. La forte rivalutazione del titolo ha spinto molti investitori a percepirlo come “caro”, nonostante la crescita dei ricavi.
Da qui nasce l’interesse verso società che si muovono lungo la stessa catena del valore, ma con una capitalizzazione inferiore e un potenziale di espansione più ampio. L’ecosistema AI non si esaurisce nel chip più potente: servono data center, connettività ad altissima velocità, software, strumenti di sviluppo e alternative credibili all’attuale standard di mercato.
È proprio su questi segmenti che si collocano Nebius, Credo Technology e AMD, aziende che, pur non avendo ancora la notorietà di Nvidia, presentano prospettive di crescita sostenute da numeri concreti e partnership strategiche con i principali hyperscaler globali.
Nebius: infrastruttura data center al servizio dell’AI
Nebius si occupa di progettare e gestire infrastrutture di calcolo ad alte prestazioni destinate a supportare applicazioni avanzate di intelligenza artificiale. L’azienda è focalizzata sui data center su larga scala, con un modello basato su contratti pluriennali con clienti di primaria importanza.
Tra i partner figurano colossi come Microsoft e Meta, che hanno siglato impegni contrattuali per un valore complessivo superiore a 22 miliardi di dollari. Questo elemento differenzia Nebius da molte realtà puramente speculative del settore: la domanda non è solo prevista, ma già assicurata, con capacità prenotata su orizzonti temporali di lungo periodo.
Le metriche operative mostrano una fase di crescita esplosiva: vendite in aumento a tripla cifra, ricavi ricorrenti annualizzati in forte espansione e linee guida che indicano un potenziale arrivo tra 7 e 9 miliardi di dollari di ARR entro il 2026. L’azienda è già positiva a livello di EBITDA rettificato, segnale che l’incremento della capacità porta con sé un miglioramento progressivo dei margini.
Nel contesto di una possibile fase di nuova liquidità post quantitative tightening, società come Nebius possono risultare particolarmente attraenti per gli investitori istituzionali, interessati a esposizioni legate all’AI con contratti già firmati e visibilità elevata sui flussi di cassa futuri.
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Credo Technology: la connettività come fattore chiave per l’AI
Credo Technology opera in un punto nevralgico dell’infrastruttura AI: la connessione tra le diverse unità di calcolo. Man mano che i cluster di GPU si espandono a decine di migliaia di unità, il vero collo di bottiglia non è più solo la potenza di calcolo, ma la capacità di scambiare dati con velocità e affidabilità elevate.
L’azienda sviluppa soluzioni di connettività ad alta banda, come cavi attivi elettrici, circuiti integrati per comunicazioni e tecnologie ottiche di nuova generazione, pensate per velocità di trasmissione fino a 1,6 terabit al secondo. Questi componenti sono fondamentali per mantenere efficiente l’intero sistema di calcolo, riducendo latenze e consumi energetici.
I risultati recenti parlano da soli: crescita dei ricavi superiore al 270% anno su anno, margine lordo oltre il 67% e margine operativo vicino al 46%. Si tratta di livelli di redditività più tipici di software house ad alto valore aggiunto che di una società hardware tradizionale, e riflettono l’elevato valore percepito delle soluzioni offerte da Credo Technology.
La guidance per i trimestri successivi è stata rivista al rialzo, segnalando una domanda robusta e costante. Con l’espansione dei data center destinati all’AI, la necessità di infrastrutture di rete avanzate rende Credo Technology un potenziale beneficiario diretto del ciclo di investimenti previsto fino alla fine del decennio.
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AMD: il rivale credibile di Nvidia nell’AI
AMD ha trascorso molti anni all’ombra di Nvidia nel segmento delle GPU destinate all’AI e al calcolo ad alte prestazioni. Oggi, però, la strategia guidata da Lisa Su sta cambiando radicalmente il posizionamento competitivo dell’azienda, grazie alla linea di acceleratori Instinct, in particolare la serie MI400.
Questi chip puntano a offrire prestazioni paragonabili alle soluzioni di Nvidia, con un vantaggio competitivo sul fronte del costo totale di possesso. In un contesto in cui i principali hyperscaler, governi e grandi imprese cercano di ridurre la dipendenza da un singolo fornitore, la presenza di un’alternativa credibile come AMD diventa strategica.
Le collaborazioni con Oracle, Meta e OpenAI dimostrano che le soluzioni AMD non sono semplici test, ma parte integrante dei piani di espansione dell’infrastruttura di calcolo. Le previsioni di crescita vedono i ricavi accelerare oltre il 35% annuo dal 2026, con un aumento dei margini man mano che i prodotti AI diventano la componente principale del business.
Un elemento chiave è lo sviluppo della piattaforma software ROCm, alternativa open source a CUDA. Questo ecosistema consente ai clienti di sviluppare e gestire applicazioni AI senza dipendere completamente da un fornitore proprietario, riducendo il rischio di lock-in tecnologico. Se ROCm dovesse consolidarsi come standard alternativo, il posizionamento di AMD ne uscirebbe ulteriormente rafforzato.
Lisa Su ha indicato un obiettivo di lungo termine di circa 20 dollari di utili per azione, un valore superiore di oltre cinque volte rispetto agli utili attuali. Anche raggiungendo solo in parte questo traguardo, il potenziale di rivalutazione resta significativo rispetto alle aspettative incorporate oggi nelle quotazioni.
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Nvidia, AI e nuovi competitor: un ecosistema in evoluzione
Nvidia resterà con tutta probabilità un protagonista centrale del settore AI, ma la crescita di realtà come Nebius, Credo Technology e AMD segnala che l’ecosistema sta diventando più articolato. I flussi di capitale potrebbero distribuirsi su un gruppo più ampio di titoli, premiando le aziende che presidiano segmenti specifici della filiera: infrastruttura fisica, connettività e soluzioni alternative di calcolo.
Per un investitore che guarda al 2026, il tema chiave non è scegliere un solo vincitore, ma identificare dove la crescita futura potrebbe essere sottovalutata dal mercato azionario. Società con contratti già firmati, guidance in forte aumento, margini in espansione e legami consolidati con i principali attori globali dell’AI rappresentano una combinazione rara e preziosa.
Come prepararsi al 2026
La possibile conclusione del quantitative tightening, un graduale allentamento della politica monetaria della Fed e l’accelerazione degli investimenti in AI potrebbero rendere il 2026 un anno cruciale per il mercato azionario. In presenza di liquidità in aumento e sentiment ancora cauto, le opportunità migliori tendono a presentarsi prima che la maggioranza riconosca il nuovo ciclo rialzista.
Nebius, Credo Technology e AMD offrono esposizione diretta ai trend più forti dell’intelligenza artificiale, con modelli di business solidi, visibilità sui ricavi e margini in miglioramento. Per chi desidera posizionarsi in anticipo sui potenziali protagonisti della prossima fase di mercato, questi titoli meritano un’analisi approfondita e un posto nella watchlist strategica.
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