Il mondo degli investimenti è costellato da storie che sembrano leggendarie: titoli sconosciuti che, nel giro di pochi anni, trasformano piccoli capitali in fortune. È successo con Palantir, passato da realtà di nicchia a colosso dell’intelligenza artificiale applicata alla difesa, generando rendimenti capaci di cambiare la vita di chi ci aveva creduto sin dall’inizio.
Oggi, tra gli analisti e gli investitori più attenti, circola un nuovo nome: BigBear.ai. C’è chi lo definisce il candidato naturale a ripercorrere la traiettoria esplosiva di Palantir. Ma è davvero così? Oppure ci troviamo davanti a un titolo costruito più sull’hype che sui fondamentali?
In questo articolo analizzeremo con cura i contratti governativi, le strategie di diversificazione e le sfide competitive di BigBear.ai per capire se si tratta di un’opportunità unica o di un miraggio destinato a dissolversi.
Palantir: la storia che ha creato milionari
Il caso Palantir Technologies è uno degli esempi più discussi di come un investimento iniziale possa cambiare la vita di chi ci ha creduto. Il titolo è passato da circa 5 dollari per azione a oltre 190 dollari, regalando un rendimento vicino al +2000%.
La crescita non fu frutto di casualità, ma della combinazione di tre fattori chiave:
- Contratti governativi miliardari, in particolare con esercito e agenzie di intelligence.
- Diversificazione verso clienti corporate, riducendo la dipendenza dalla spesa pubblica.
- Tecnologia AI avanzata capace di supportare decisioni strategiche in tempi rapidi.
Questa formula ha trasformato Palantir da realtà di nicchia a protagonista della difesa tecnologica USA.
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BigBear.ai: la candidata a diventare il “nuovo Palantir”?
Il titolo sotto i riflettori oggi è BigBear.ai (BBAI), una società ancora poco conosciuta ma che sta attirando grande attenzione per i suoi legami con la difesa e per il ruolo crescente nell’AI applicata a scenari critici.
Contratti già acquisiti
Nonostante le dimensioni ridotte, BigBear ha ottenuto commesse di primo livello:
- 165 milioni di dollari con l’esercito USA.
- 13 milioni di dollari dal Dipartimento della Difesa.
- Accordo quinquennale con la NSA.
A oggi, il backlog contrattuale supera i 380 milioni di dollari, una base che garantisce flussi di ricavi potenziali nei prossimi anni. Tuttavia, come accade sempre nel settore, la differenza la farà la capacità di esecuzione.
Oltre la Difesa: diversificazione strategica
Un punto debole dei player legati esclusivamente al governo è la dipendenza dalla spesa pubblica. Palantir ha superato questo ostacolo entrando nel mondo corporate, e BigBear.ai sembra intenzionata a seguire la stessa strada.
Con l’acquisizione di Pangiam, la società ha ampliato il raggio d’azione verso biometria e riconoscimento facciale. Il sistema VeriScan viene già utilizzato per velocizzare i controlli aeroportuali a Nashville, e nuove collaborazioni sono attive a Panama e negli Emirati Arabi Uniti.
Questa diversificazione apre opportunità in mercati ad alta crescita come sicurezza digitale, identità biometrica e logistica intelligente.

Leadership e governance: un segnale positivo
Nel 2025 BigBear.ai ha nominato come CEO Kevin McAleenan, ex segretario alla Sicurezza Interna degli Stati Uniti e co-fondatore di Pangiam. La sua esperienza istituzionale e i rapporti diretti con il governo USA sono considerati asset fondamentali per consolidare la posizione dell’azienda.
Il mercato ha reagito positivamente alla sua nomina, interpretandola come un passo verso una gestione più solida e strategica.
Analisi dei fondamentali: opportunità o rischio?
Guardando ai numeri, emergono luci e ombre:
- Capitalizzazione di mercato: circa 2,4 miliardi di dollari.
- Rapporto prezzo/fatturato (P/S): 16, superiore a colossi come Microsoft (12–13), ma giustificato dal potenziale di crescita.
- Ricavi stagnanti: dopo una fase iniziale di espansione, negli ultimi anni i ricavi si sono stabilizzati intorno a 150 milioni di dollari.
- Diluzione azionaria: da 100 a 320 milioni di azioni in circolazione, con conseguente riduzione del peso per singolo azionista.
- La crescita futura resta incerta: se da un lato i contratti e il posizionamento in mercati emergenti fanno intravedere potenzialità, dall’altro la mancanza di crescita costante e la concorrenza di colossi come Palantir, Booz Allen Hamilton e Lockheed Martin pongono ostacoli significativi.
Valutazione prospettica
Simulazioni basate su diversi scenari di crescita mostrano un range di prezzo molto ampio:
- Scenario pessimistico: 1 dollaro per azione.
- Scenario intermedio: 6 dollari.
- Scenario ottimistico: fino a 24 dollari, ipotizzando crescita media del 20–30% annuo nei prossimi dieci anni.
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Questo significa che BigBear.ai è una scommessa ad alto rischio ma anche ad alto potenziale, paragonabile a Palantir nei suoi primi anni.

Conviene investire ora in BigBear.ai?
Il fascino di trovare il “prossimo Palantir” è forte, ma un investitore disciplinato deve andare oltre l’hype. BigBear.ai presenta opportunità interessanti nel campo dell’AI e della difesa, rafforzate da contratti solidi e nuove applicazioni commerciali.
Allo stesso tempo, i problemi di stagnazione dei ricavi, la forte concorrenza e la diluzione azionaria non possono essere trascurati.
Per chi crede nel potenziale dell’intelligenza artificiale applicata alla sicurezza e accetta la volatilità, BigBear.ai può rappresentare una piccola posizione speculativa da monitorare. Per tutti gli altri, rimane un titolo da osservare in attesa di prove concrete di crescita sostenibile.