
L’ultima trimestrale di Nvidia ha riscritto le aspettative sulla crescita dell’AI, mettendo a tacere buona parte delle paure legate a una presunta bolla speculativa. La solidità dei numeri, la visibilità sulla domanda futura e la capacità del management di guidare il settore hanno spinto molti investitori a rivedere radicalmente le proprie convinzioni. In questo contesto la voce di Dan Ives, uno dei più rispettati analisti tecnologici di Wall Street, assume un peso particolare.
Ives sostiene che ci troviamo solo al terzo inning di una partita destinata a durare anni. Secondo la sua visione, il ciclo rialzista della tecnologia e dell’intelligenza artificiale ha davanti almeno due o tre anni di ulteriore espansione. I timori sul “tutto prezzato” o sull’implosione del settore non sono supportati dai dati reali di adozione e spesa, ancora agli inizi. L’attenzione del mercato resta concentrata sul colosso delle GPU, ma le opportunità più interessanti iniziano a emergere nei livelli successivi della catena del valore.
- 1. Perché Nvidia ha Cambiato la Narrativa sull’AI
- 2. La Visione di Dan Ives: Perché Siamo Solo al Terzo Inning della Rivoluzione AI
- 3. Le 3 Azioni AI più Sottovalutate del Momento Secondo Dan Ives
- 7. Dove Investire in Azioni in Italia
- 11. Perché Questi Tre Titoli Sono la Spina Dorsale del Nuovo Ciclo AI
Perché Nvidia ha Cambiato la Narrativa sull’AI
La trimestrale di Nvidia ha avuto un impatto che va ben oltre il singolo titolo. La crescita dei ricavi nei data center, i margini su livelli record e una domanda pari a circa dodici volte la capacità disponibile hanno dimostrato che la corsa all’infrastruttura AI non è un fuoco di paglia. Le linee guida fornite da Jensen Huang hanno offerto visibilità su quattro o cinque trimestri, cosa rarissima in un settore così dinamico.
Solo una piccola parte delle aziende ha davvero iniziato a implementare l’intelligenza artificiale in modo strutturale. Negli Stati Uniti la penetrazione significativa non supera il 3% delle imprese, in Europa siamo quasi allo zero e in Asia, esclusa la Cina, l’adozione resta ancora minima. Questo significa che la fase di sperimentazione è appena stata superata e che davanti si estende un ciclo pluriennale di investimenti, applicazioni e trasformazioni operative.
La Visione di Dan Ives: Perché Siamo Solo al Terzo Inning della Rivoluzione AI

Nella lettura di Dan Ives, la crescita del settore AI non riguarda soltanto i produttori di hardware come Nvidia. La vera ricchezza, nel medio e lungo termine, verrà generata dalle società che sapranno tradurre la potenza di calcolo in soluzioni concrete, processi automatizzati, agenti intelligenti e piattaforme in grado di portare l’AI dentro il tessuto operativo di aziende e istituzioni.
Ives descrive questo percorso in termini di “derivate” della rivoluzione AI. La prima derivata è rappresentata dai produttori di chip e dalle infrastrutture di base. La seconda e la terza derivata comprendono i software di deployment, le piattaforme di inference, i sistemi agentici e le soluzioni enterprise che sfruttano l’AI per prendere decisioni in tempo reale, ottimizzare supply chain, valutare rischi e creare nuovi modelli di business.
È proprio in questi livelli che l’analista individua alcune delle opportunità più interessanti e, al momento, meno comprese dal mercato.
Tre nomi emergono con forza nella sua analisi e si inseriscono perfettamente nella tesi di lungo periodo: Palantir, Oracle e Salesforce. Si tratta di società che operano su livelli differenti dello stack AI, ma accomunate da una caratteristica chiave. In borsa le loro quotazioni risultano fortemente sottovalutate rispetto ai fondamentali, alle prospettive di crescita e alla posizione competitiva che stanno consolidando.
Le 3 Azioni AI più Sottovalutate del Momento Secondo Dan Ives
Palantir: La Piattaforma che Monetizza la Potenza dell’AI
Nel pieno delle discussioni sulla bolla AI, mentre diversi investitori si lasciavano condizionare da posizioni ribassiste e strategie di copertura aggressive, Palantir Technologies (PLTR) ha presentato una trimestrale in grado di cambiare tono alla conversazione. La società ha messo a segno una crescita dei ricavi del 63% anno su anno, con il segmento commerciale statunitense in aumento del 121%. Ancora più significativo, il margine operativo ha raggiunto il 51%, nonostante un team di vendita più snello.
Questi numeri indicano qualcosa di molto specifico. I clienti non solo restano, ma ampliano in modo consistente l’utilizzo della piattaforma. L’AIP di Palantir si sta affermando come un vero e proprio sistema operativo per l’AI a livello enterprise. Finanzia, sanità, difesa, logistica, supply chain e industria pesante utilizzano la piattaforma per gestire scenari complessi, simulare impatti, orchestrare processi e prendere decisioni in condizioni di incertezza.
Crescita dei Ricavi e Solidità Operativa di Palantir
La forza di Palantir non si limita alla crescita dei ricavi. Il modello di business mostra segnali importanti di efficienza interna. L’azienda è riuscita ad aumentare la produttività commerciale pur riducendo il numero di venditori, segno che il prodotto si vende quasi “da solo” grazie a casi di successo e network effect. Il forte incremento di margine dimostra che la scala operativa sta iniziando a manifestare appieno i propri effetti.
La pipeline commerciale, soprattutto nel segmento USA, è estremamente robusta. Il valore dei contratti sottoscritti nel mercato commerciale statunitense è cresciuto del 212%, e il management prevede dieci trimestri consecutivi di accelerazione dei ricavi. Una simile visibilità è rara e indica una domanda strutturale, non ciclica.
Il Ruolo di AIP nel Livello Agentico
Una delle chiavi di lettura più interessanti riguarda il posizionamento di Palantir nel cosiddetto livello agentico dell’AI, quello in cui gli agenti intelligenti prendono decisioni, interagiscono con i dati e agiscono in autonomia entro parametri controllati. Se Nvidia fornisce la potenza di calcolo, Palantir fornisce l’ambiente in cui questa potenza viene tradotta in azione. In altre parole, trasforma i teraflop in scelte operative.
L’architettura di AIP permette di integrare modelli diversi, fonti di dati eterogenee e flussi decisionali complessi. Imprese e governi possono creare agenti specializzati per gestire rischi, pianificare scenari, individuare frodi, ottimizzare l’allocazione di risorse. Ogni nuova implementazione crea dati e insight aggiuntivi, rafforzando il vantaggio competitivo della piattaforma rispetto ai concorrenti.
La Partnership con Nvidia come Vantaggio Competitivo
La collaborazione strategica con Nvidia è un altro tassello decisivo. L’integrazione di CUDA, NeMo e delle soluzioni di calcolo accelerato direttamente dentro AIP consente a Palantir di offrire ai clienti un ponte diretto tra i propri dati e le architetture GPU più avanzate. L’azienda diventa, di fatto, l’interfaccia unificata tra il mondo enterprise e la frontiera tecnologica dell’AI.
Nella lettura di Dan Ives, se Nvidia è la conferma definitiva che la rivoluzione AI è reale e sostenibile, Palantir rappresenta la componente che la monetizza. I clienti non acquistano solo capacità di calcolo, ma soluzioni che impattano bilanci, efficienza e sicurezza. Per questo l’analista ritiene che molti scettici stiano “osservando la festa AI da fuori”, mentre società come Palantir stanno scrivendo il prossimo capitolo del software enterprise.
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Oracle: Il Colosso dell’Infrastruttura AI che il Mercato ha Sbagliato a Valutare
Il secondo titolo evidenziato da Dan Ives è Oracle (ORCL), protagonista di una delle correzioni più brusche tra i grandi nomi del settore. Il mercato ha reagito con un ribasso di circa il 40% concentrandosi su due elementi. L’elevato livello di indebitamento e la temporanea pressione sul flusso di cassa libero. Una lettura orientata al breve periodo che ha oscurato ciò che conta davvero. La trasformazione di Oracle in uno dei più rapidi hyperscaler AI a livello mondiale.
I numeri del segmento cloud parlano chiaro. Le vendite complessive sono cresciute del 28%, mentre i ricavi di OCI (Oracle Cloud Infrastructure) hanno registrato un’accelerazione del 55%. Il dato forse più impressionante riguarda però il backlog, salito del 359% anno su anno. Questo significa che clienti come OpenAI, xAI, Meta, Nvidia, AMD e altri attori di primo piano stanno bloccando capacità per anni a venire.
Backlog Record: Il Segnale Ignorato da Molti Investitori
Il backlog rappresenta domanda già acquisita, solo da eseguire nel tempo. Nel caso di Oracle si tratta di impegni per miliardi di dollari legati a data center progettati specificamente per il training e l’inference di modelli AI di grandi dimensioni. Ciò rende l’azienda un nodo cruciale della nuova geografia dell’infrastruttura digitale.
Molti investitori hanno sottovalutato il significato di questi numeri, considerandoli un semplice riflesso dell’effetto moda sull’AI. In realtà le partnership annunciate, la velocità con cui vengono aperte nuove regioni cloud e la richiesta crescente di cluster GPU ad alta densità mostrano un percorso di crescita molto diverso da un fenomeno passeggero. L’AI sta ridisegnando il modo in cui le imprese consumano capacità di calcolo, e Oracle si sta posizionando come fornitore di riferimento per una parte rilevante di questa domanda.
Debito Elevato ma Strategico
Il tema del debito va analizzato nella giusta prospettiva. È vero che il rapporto debito-patrimonio supera il 500% e che il free cash flow ha mostrato un temporaneo calo. Tuttavia, la maggior parte di questo indebitamento è stata contratta in anni di tassi bassi e a condizioni molto favorevoli. Le risorse raccolte sono state reinvestite in infrastrutture destinate a produrre ritorni su orizzonti pluriennali, in un settore in cui la domanda sembra solo crescere.
Non si tratta di leva utilizzata per sostenere operazioni speculative o strutture fragili. Si tratta di capitale allocato nella costruzione di data center GPU-dense che saranno essenziali per addestrare modelli sempre più complessi. Per Dan Ives, definire questa strategia “rischiosa” significa ignorare la natura del ciclo AI in corso e la posizione competitiva che Oracle sta costruendo.
Obiettivi 2030 e Riconoscimento del Mercato
Il mercato ha iniziato a riconoscere questa trasformazione. Negli ultimi mesi sono arrivati 28 upgrade da parte degli analisti. I piani di lungo periodo fissati dal management parlano di 225 miliardi di dollari di ricavi entro l’anno fiscale 2030 e una crescita annua degli utili per azione pari al 28%. Obiettivi ambiziosi ma coerenti con la traiettoria della domanda AI.
Nella mappa tracciata da Dan Ives, Oracle si colloca nel cuore della corsa all’infrastruttura AI. Se la prima fase del ciclo ha visto protagoniste le GPU, la prossima ruoterà attorno alle piattaforme in grado di erogare capacità di calcolo su scala globale. In questo scenario, la correzione del titolo viene interpretata come una rara occasione di buy the dip su un player destinato a restare centrale per anni.
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Salesforce: L’AI Applicativa che Sta Cambiando l’Enterprise Software
Il terzo nome in evidenza nella tesi di Dan Ives è Salesforce (CRM), una società che il mercato ha spesso giudicato in modo eccessivamente prudente negli ultimi due anni. Mentre l’attenzione era concentrata sulla riduzione dei costi, sul miglioramento dei margini e sul ritorno per gli azionisti tramite buyback e dividendi, si è rischiato di perdere di vista un cambiamento strutturale. La nascita di Agentforce, la piattaforma che porta l’AI al centro dell’ecosistema Salesforce.
Agentforce consente alle aziende di costruire agenti AI specializzati che operano direttamente all’interno del CRM e delle altre applicazioni della suite, utilizzando dati proprietari in modo sicuro. Si tratta di un salto qualitativo rispetto alle semplici integrazioni con chatbot generici. Gli agenti possono eseguire attività complesse come la qualificazione dei lead, la preparazione di offerte, l’assistenza clienti proattiva, la previsione delle vendite e la gestione di processi post-vendita.
Numeri di Adozione che Confermano la Forza del Ciclo Produttivo
L’adozione di Agentforce ha registrato numeri impressionanti in tempi molto brevi. Più di 12.500 engagement e oltre 6.000 contratti paganti in meno di un anno di vita del prodotto. Il business combinato di Data Cloud e AI ha raggiunto 1,2 miliardi di dollari di ricavi ricorrenti annualizzati, con una crescita del 120% anno su anno.
Un dato particolarmente indicativo riguarda la composizione dei nuovi contratti. Quasi il 60% delle prenotazioni legate ad Agentforce proviene da clienti che prima non utilizzavano Salesforce. Questo dimostra che l’AI non si limita ad aumentare la spesa dei clienti esistenti, ma apre nuovi mercati, stimola nuove adozioni e allarga la base di utenti.
Redditività e Valutazione Sottostimata
Dal punto di vista finanziario Salesforce presenta una combinazione rara di crescita e redditività. Nell’ultima trimestrale i ricavi sono cresciuti del 10%, gli utili per azione del 14% e i margini operativi hanno toccato il 34%. Il flusso di cassa libero supera i 600 milioni di dollari, mentre la società continua a remunerare gli azionisti tramite dividendi e programmi di riacquisto di azioni proprie.
Nonostante questi elementi il titolo viene scambiato a circa 21 volte gli utili forward, un multiplo inferiore sia alla media dei principali competitor software sia allo stesso indice S&P 500. Una situazione paradossale se si considera che Salesforce sta crescendo più rapidamente della media del mercato e sta costruendo un posizionamento di rilievo nel segmento dell’AI applicativa.
Obiettivi 2030 e Posizione nello Stack AI
Gli obiettivi dichiarati dal management guardano al 2030 con ambizione. Il traguardo è quello di raggiungere 60 miliardi di dollari di ricavi e margini operativi prossimi al 40%, spinti dall’adozione massiva dell’automazione AI nelle imprese. Se questa traiettoria verrà rispettata, Salesforce non sarà più soltanto il “re del CRM”, ma uno dei principali hub globali per la monetizzazione dell’intelligenza artificiale nel mondo corporate.
Nel modello a livelli delineato da Dan Ives, Salesforce occupa una posizione centrale nel layer applicativo. Mentre Palantir si concentra su scenari ad alta complessità decisionale e Oracle fornisce l’hardware e l’infrastruttura necessaria all’AI, Salesforce è la piattaforma con cui migliaia di aziende gestiscono il rapporto con i clienti e organizzano i flussi di lavoro interni. Portare l’AI in questo punto nevralgico significa trasformare il cuore operativo di molte realtà.
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Dove Investire in Azioni in Italia

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Tre passaggi per iniziare ad investire in azioni in Italia
Il processo di investimento in azioni in Italia non è complicato. In effetti, praticamente tutti gli intermediari azionari che operano qui seguono un processo di investimento azionario piuttosto semplice. Ecco la guida di base passo dopo passo per investire in azioni con alcuni dei Broker online più popolari in Italia.
Passaggio 1: apri un conto presso un intermediario e verificalo. Inizia creando un conto investitore/trader di azioni con il tuo Broker preferito. Anche il processo di registrazione è rapido e diretto, ma mentre alcuni Broker avranno un solo conto standard, altri ti presenteranno una scelta di conti di investimento. Tutti i Broker regolamentati ti chiederanno inoltre di verificare la tua identità inviando una copia della carta d'identità nazionale, della patente di guida o del passaporto. Un processo facile e necessario per la sicurezza del proprio conto.
Passaggio 2: finanzia il conto. Una volta che il conto è stato approvato (ci vogliono da pochi minuti a qualche giorno, a seconda del Broker scelto), accedi al conto e deposita i fondi. Tieni presente che diversi Broker avranno limiti minimi di deposito iniziale e supporteranno diversi metodi di deposito/prelievo.
Passaggio 3: inizia ad acquistare azioni. Una volta che il deposito si riflette nel tuo conto di trading, inizia a investire nelle tue azioni preferite.
Perché Questi Tre Titoli Sono la Spina Dorsale del Nuovo Ciclo AI
La narrativa dominante sui mercati tende a concentrarsi sulle valutazioni di breve periodo, sulle rotazioni settoriali e sui timori di esaurimento del rally tecnologico. Dan Ives propone una prospettiva diversa. Se solo una frazione ridotta delle aziende ha integrato l’AI in modo significativo, la parte più importante del ciclo deve ancora manifestarsi. La vera domanda per gli investitori non è se l’AI sopravvivrà, ma quali saranno i soggetti che cattureranno la quota maggiore di valore nel tempo.
In questa prospettiva Palantir, Oracle e Salesforce occupano tre posizioni chiave dello corsa dell'AI. Palantir guida l’ondata dell’AI agentica e del decision making avanzato. Oracle alimenta la corsa all’infrastruttura fisica con data center progettati per l’addestramento e l’inferenza su larga scala. Salesforce trasforma i workflow aziendali tramite agenti intelligenti integrati nei processi di vendita, marketing e assistenza.
Le tre società mostrano una caratteristica comune. L’adozione dei loro prodotti sta accelerando, i fondamentali sono in miglioramento e gli orizzonti di crescita coprono diversi anni. Nonostante ciò, i rispettivi titoli sono stati colpiti da fasi di volatilità eccessiva o da valutazioni inferiori a quelle giustificate dai numeri. Per un investitore con orizzonte pluriennale questa combinazione di crescita strutturale e mispricing rappresenta il terreno ideale per strategie di buy the dip ragionate.
Mentre parte del mercato preferisce restare ai margini per paura di una correzione, le opportunità più interessanti tendono a emergere nelle fasi di scetticismo diffuso. Se la tesi di Dan Ives si rivelerà corretta, la rivoluzione AI non è affatto al capolinea. È il nuovo platform shift destinato a ridisegnare infrastrutture, software e modelli di business. Palantir, Oracle e Salesforce sembrano posizionate per essere tra i protagonisti di questa trasformazione.
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