
Il dibattito sull’intelligenza artificiale sta assumendo proporzioni sempre più vaste, coinvolgendo investitori, aziende, analisti e istituzioni. Il settore è entrato in una fase in cui la rapidità dell’innovazione supera la capacità dei mercati di adeguarsi, generando entusiasmi ma anche timori legati a possibili eccessi valutativi. All’interno di questo scenario complesso, una voce autorevole si distingue per lucidità e profondità: Dan Ives, analista di riferimento che da anni osserva con attenzione l’evoluzione dei trend tecnologici globali.
Nelle sue più recenti dichiarazioni, Ives ha tracciato un quadro molto diverso dalle narrative dominanti, spesso concentrate sulle difficoltà di valutazione del settore tecnologico. Per l’analista, siamo solo all’inizio della più grande trasformazione tecnologica degli ultimi trent’anni, con una domanda AI aumentata del 30% negli ultimi mesi nonostante tassi elevati, inflazione persistente e un contesto macroeconomico complicato. Le sue parole sono inequivocabili: questa non è la fine di un ciclo, ma l’inizio di una lunga fase di espansione destinata a cambiare completamente l’economia globale.
Secondo Ives, la nuova ondata di crescita non sarà guidata unicamente dai giganti già affermati come Nvidia, ma da quelle aziende che stanno costruendo le fondamenta dell’intero ecosistema AI: infrastruttura cloud, capacità energetica, connettività avanzata e memoria ad alte prestazioni. In questo articolo analizziamo tre società che incarnano perfettamente la sua visione e che potrebbero diventare assolute protagoniste entro il 2026: Nebius, CoreWeave e Micron Technology.
Nebius Group NV (NBIS): la nuova potenza dell’infrastruttura AI globale
La prima azienda analizzata rappresenta una delle storie di crescita più impressionanti dell’intero settore AI: Nebius Group NV. Mentre il mercato continua a concentrarsi sui produttori di chip, Nebius sta costruendo un’infrastruttura cloud capace di competere con i più grandi hyperscaler nei prossimi anni.
Crescita esplosiva e domanda superiore alle aspettative
Nebius ha registrato un incremento dei ricavi pari a +355% anno su anno, un risultato eccezionale che mostra quanto l’adozione del cloud AI stia accelerando. La società ha “mancato” leggermente le previsioni dei ricavi, ma per un motivo rarissimo: tutta la capacità di calcolo era già stata venduta prima ancora di entrare in funzione. Questo significa che la domanda è talmente elevata da superare qualunque stima tradizionale.
L’azienda prevede di raggiungere 2,5 GW di capacità contrattualizzata entro il 2026, una parte consistente dei quali già riservati attraverso contratti pluriennali di valore miliardario. Alle partnership con OpenAI si aggiunge una collaborazione strategica con Meta, che conferma quanto Nebius stia diventando un player critico nella costruzione dell’AI del futuro.
Un cloud progettato per carichi mission-critical
A rendere Nebius così competitiva è l’architettura Ether 3.0 Zero Enterprise AI Cloud, pensata per applicazioni enterprise, settori regolamentati e carichi di lavoro particolarmente sensibili. La piattaforma integra funzionalità avanzate di governance, osservabilità e gestione dei dati, elementi che la differenziano dai provider di cloud tradizionale.
Il motore Token Factory consente di ridurre la latenza e ottimizzare l’inferenza e il post-training dei grandi modelli, permettendo a Nebius di posizionarsi tra le soluzioni più efficienti disponibili sul mercato.
La combinazione di domanda elevatissima, partnership strategiche e tecnologia proprietaria rende Nebius una delle aziende da monitorare con maggiore attenzione nei prossimi anni.
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CoreWeave (CRWV): il cuore dei data center AI ad alte prestazioni
Proseguendo lungo la catena del valore dell’AI, troviamo CoreWeave, una delle società più strategiche nella costruzione di data center ottimizzati per intelligenza artificiale e modelli generativi.
Una correzione di mercato che non riflette i fondamentali
Il titolo ha registrato una forte correzione, pari a circa -45%, a causa di ritardi nella supply chain che hanno spostato parte degli investimenti al 2025. Tuttavia, l’azienda ha chiarito che il problema non è strutturale. I contratti pluriennali restano in piena esecuzione, e la domanda non ha subito alcuna diminuzione.
Per sostenere la crescita, CoreWeave ha aumentato il proprio debito disponibile da 1,5 a 2,5 miliardi di dollari, un segnale di fiducia da parte degli istituti finanziari coinvolti. L’azienda ha ora visibilità su 2,9 GW di capacità nei prossimi anni, una cifra enorme considerando che si tratta di data center specializzati per carichi AI di nuova generazione.
Data center costruiti per l’AI del futuro
CoreWeave si distingue dai provider cloud tradizionali perché costruisce infrastrutture orientate esclusivamente a workload AI: cluster GPU ottimizzati, sistemi avanzati di raffreddamento e architetture pensate per modelli multimodali, video, linguistici e generativi.
I clienti includono colossi come OpenAI e Meta, una testimonianza del ruolo cruciale di CoreWeave in un settore che, secondo le stime di AMD, potrebbe superare il trilione di dollari entro il 2030.
La volatilità è parte naturale della storia del titolo, ma per gli investitori orientati al medio-lungo periodo CoreWeave rappresenta una delle opportunità più interessanti dell’intero ecosistema AI.
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Micron Technology (MU): il pilastro della memoria AI
Se compute e infrastruttura sono fondamentali, nessun modello AI può funzionare senza una memoria in grado di sostenere enormi flussi di dati e velocità sempre più elevate. Ed è qui che entra in gioco Micron Technology, probabilmente il player più critico dell’intero hardware AI.
Dalla ciclicità alla leadership nelle memorie HBM
Micron ha completato una trasformazione profonda, passando dall’essere un produttore ciclico di DRAM a diventare uno dei principali fornitori globali di HBM (High Bandwidth Memory), le memorie avanzate che alimentano GPU e acceleratori AI.
Il famoso “memory wall”, che limita la velocità delle GPU moderne, può essere superato solo attraverso memorie ad alta banda come l’HBM. Le soluzioni prodotte da Micron consentono di ridurre la latenza e aumentare drasticamente il flusso di dati, un aspetto indispensabile per i modelli generativi di nuova generazione.
La domanda è talmente elevata che Micron ha già prenotato quasi tutta la produzione HBM destinata al 2026, generando miliardi di dollari di ricavi annualizzati e garantendo visibilità pluriennale su margini e crescita.
Innovazione con il nodo 1-gamma
Micron sta inoltre introducendo il nuovo nodo 1-gamma, la prima generazione a utilizzare la litografia EUV. Questa tecnologia consente:
- oltre il 30% di bit aggiuntivi per wafer;
- costi inferiori per bit;
- progresso accelerato verso le future HBM4 e HBM4E.
Con modelli che entro il 2027 potrebbero superare i 10 trilioni di parametri, la presenza di memorie sempre più rapide e a bassa latenza sarà fondamentale. Micron rappresenta oggi uno dei cardini più solidi dell’hardware AI.
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Perché questi titoli potrebbero superare Nvidia nel medio periodo
Nvidia resta un colosso indiscusso e continuerà a influenzare l’intero sviluppo dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, la tesi di Dan Ives pone l’accento su un aspetto cruciale: la prossima fase della rivoluzione AI sarà definita dall’infrastruttura che sostiene i chip, non solo dai chip stessi.
Nebius, CoreWeave e Micron operano proprio nei segmenti dove la domanda cresce più rapidamente: potenza computazionale, data center ottimizzati e memorie ad alte prestazioni. Chi investe oggi ha l’opportunità di anticipare la rotazione del mercato verso queste realtà, che potrebbero generare valore significativo entro il 2026.
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