
L’interesse verso l’intelligenza artificiale continua a crescere con un’intensità che raramente si è vista nei mercati finanziari. Ogni ciclo tecnologico ha avuto il suo momento di svolta, ma l’AI si sta dimostrando qualcosa di ben diverso da una moda passeggera. Gli investimenti miliardari nei data center, la competizione tra le big tech e la trasformazione in corso nei settori industriali indicano un futuro in cui la domanda di capacità di calcolo continuerà ad ampliarsi per molti anni.
In questo scenario, i recenti ribassi di alcune aziende chiave rappresentano contesti interessanti per chi punta a costruire posizioni nel lungo periodo. Individuare il momento più efficiente per entrare diventa cruciale e, come ricorda lo stratega di Wall Street Mark Chaikin, i pullback offrono spesso l’occasione migliore per accedere a titoli di qualità senza rincorrere i massimi.
Questo approfondimento esamina tre società attive nell’ecosistema AI, oggi in fase di ritracciamento ma sostenute da fondamentali solidi e prospettive industriali di grande respiro: Qualcomm, Vertiv e Nextracker.
- 1. Qualcomm: un protagonista nascosto nella corsa ai chip AI
- 2. Vertiv: la spina dorsale nascosta della rivoluzione AI
- 3. Nextracker: l’energia solare al servizio della nuova generazione di data center
- 4. L’AI come prosecuzione della rivoluzione digitale, non come semplice moda
- 5. Sintesi operativa: tre nomi per cavalcare il lungo ciclo dell’AI
Qualcomm: un protagonista nascosto nella corsa ai chip AI
Quando si parla di produttori di chip per l’intelligenza artificiale, il mercato tende a concentrarsi su nomi come Nvidia e AMD. Eppure Qualcomm sta portando avanti una trasformazione strategica di rilievo, che potrebbe ridefinire il suo posizionamento nei prossimi anni.
Storicamente associata ai semiconduttori per smartphone e dispositivi connessi, la società ha iniziato a estendere le proprie competenze verso il segmento dei PC di nuova generazione con architetture ad alte prestazioni. Questo percorso è stato accelerato da un’acquisizione mirata effettuata alcuni anni fa, non particolarmente costosa in termini assoluti, ma decisiva per competere con Apple nello spazio dei chip per computer.
L’ingresso ufficiale nei chip AI
Il vero punto di svolta è arrivato con l’annuncio del 27 ottobre: Qualcomm realizzerà chip specifici per l’AI computing. La reazione iniziale di mercato è stata intensa, con il titolo in rialzo di oltre il 30%, fino a toccare l’area dei 210 dollari.
Successivamente è arrivato un ritracciamento importante, con il prezzo sceso verso un minimo intorno ai 165 dollari. Oggi il titolo oscilla nella fascia 170–175 dollari, una zona che richiama attenzione perché coincide con un’area tecnica di supporto da cui in passato si sono sviluppate nuove fasi di acquisto.
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Perché la storia di Qualcomm è interessante per chi investe in AI
Qualcomm non è soltanto un produttore di chip per smartphone. I suoi semiconduttori alimentano dispositivi professionali, sistemi di scansione industriale, soluzioni per logistica e supply chain. Questo significa avere un modello di business più diversificato rispetto ad altre realtà focalizzate su un unico segmento.
La possibilità di competere direttamente con Apple nei chip per PC introduce un ulteriore motore di crescita potenziale. La combinazione tra ingresso nei chip AI, presenza storica nella connettività mobile e sviluppo di soluzioni per il mondo enterprise rende il titolo uno dei modi più interessanti per esporsi all’AI con una valutazione che non ha ancora raggiunto gli eccessi osservati su altri nomi.
In un mercato dove alcuni protagonisti dell’AI sono diventati quasi “irraggiungibili” dopo rally spettacolari, Qualcomm offre una combinazione rara: valutazione più equilibrata, esposizione diretta all’intelligenza artificiale e forte potenziale strutturale nel lungo periodo.
Vertiv: la spina dorsale nascosta della rivoluzione AI
Ogni chip Nvidia, AMD o Qualcomm, per funzionare, deve essere installato in un data center. E i data center hanno bisogno di sistemi di raffreddamento, gestione dell’energia e infrastrutture altamente specializzate, capaci di sostenere carichi di lavoro estremamente intensi.
In questo segmento opera Vertiv, azienda leader nelle soluzioni di thermal management e infrastruttura critica per data center. Si tratta di un business meno visibile rispetto ai produttori di chip, ma essenziale per la continuità operativa dei modelli di intelligenza artificiale.
Negli ultimi mesi non sono mancate analisi che ipotizzano rallentamenti nella creazione di nuovi centri dati, legati soprattutto alla disponibilità locale di energia o a vincoli logistici su materiali e autorizzazioni. Nonostante questi timori, la domanda reale di capacità computazionale continua a superare l’offerta, e le grandi piattaforme cloud hanno confermato piani di investimento aggressivi per i prossimi anni.
Vertiv in fase di pullback tecnico
Vertiv ha vissuto una corsa borsistica notevole, alimentata da risultati solidi e da un flusso costante di nuovi ordini. Dopo la forte ascesa, il titolo ha attraversato una fase di calo deciso che lo ha riportato verso livelli di supporto di lungo periodo, tipici delle fasi di consolidamento che spesso precedono nuovi impulsi rialzisti.
Per un investitore orientato al medio-lungo termine, queste correzioni rappresentano spesso il momento in cui il rapporto rischio/rendimento diventa più attraente: il mercato “scarica” parte dell’euforia, ma i fondamentali restano intatti. È proprio questo il contesto in cui Chaikin individua il tipo di ingresso preferibile, puntando sui ritracciamenti anziché inseguire i massimi.
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Perché la concorrenza non è il problema principale
Nel caso di Vertiv, il tema della concorrenza va letto in modo diverso rispetto ad altri settori tecnologici. La domanda di nuova capacità nei data center cresce a un ritmo tale che il problema non è tanto “chi vincerà la gara”, ma “chi riuscirà a consegnare in tempo”.
Le società che costruiscono data center, come i grandi operatori cloud e gli intermediari specializzati, non possono permettersi ritardi e lunghe valutazioni tra soluzioni alternative. Hanno bisogno di partner affidabili, con prodotti già testati e in grado di essere implementati rapidamente. In questo contesto, le soluzioni di Vertiv sono percepite come standard di riferimento e godono di una domanda strutturalmente elevata.
Per chi cerca esposizione all’AI dal lato infrastrutturale, Vertiv rappresenta una componente chiave del ciclo di costruzione dei data center e un veicolo interessante per beneficiare del boom della capacità di calcolo senza puntare direttamente sui produttori di chip.
Nextracker: l’energia solare al servizio della nuova generazione di data center
Tra le tre società analizzate, Nextracker è quella più strettamente legata al mondo delle energie rinnovabili. L’azienda produce sistemi avanzati che permettono ai pannelli solari di massimizzare la produzione di energia, migliorando l’efficienza degli impianti fotovoltaici e rendendo più competitivo il costo dell’elettricità generata.
In un contesto in cui la crescita dell’intelligenza artificiale richiede enormi quantità di energia, la capacità di alimentare i data center con fonti rinnovabili diventa un tema strategico. I grandi gruppi tecnologici sono sotto pressione da parte di governi, clienti e opinione pubblica per ridurre la loro impronta di carbonio, e le soluzioni come quelle offerte da Nextracker si collocano esattamente al centro di questa trasformazione.
Un ribasso speculativo che apre una finestra interessante
Il titolo Nextracker ha toccato nuovi massimi storici pochi giorni prima di un improvviso calo, innescato da un cambiamento di nome pensato per comunicare l’espansione dell’azienda verso l’intero universo delle rinnovabili, non solo il solare. Il mercato ha reagito con eccessiva emotività, punendo il titolo con un ribasso tra il 15% e il 18% pur in assenza di un deterioramento dei fondamentali.
Questo tipo di movimento racconta molto dello stato psicologico degli investitori: in una fase “maniacale”, qualsiasi variazione narrativa può generare oscillazioni violente, spesso disallineate rispetto alla realtà industriale. Per chi ragiona in ottica pluriennale, un calo di questo tipo può diventare una finestra di ingresso, soprattutto se inserito in una tendenza strutturale in cui la domanda di energia per alimentare l’AI è destinata a crescere.
Nextracker si trova così in una posizione interessante: da un lato beneficia della crescita dell’energia solare, dall’altro si colloca sempre di più come tassello funzionale al fabbisogno energetico dei grandi operatori tecnologici.
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L’AI come prosecuzione della rivoluzione digitale, non come semplice moda
Una delle domande che molti investitori si pongono riguarda la sostenibilità del boom dell’intelligenza artificiale: è un trend destinato a durare o solo l’ennesima bolla tecnologica? La chiave interpretativa proposta da Mark Chaikin è chiara: l’AI non è un episodio isolato, ma la prosecuzione naturale della rivoluzione dell’informazione.
Dai primi microprocessori degli anni ’90, passando per la diffusione di internet, l’avvento del cloud computing e l’esplosione delle GPU di Nvidia, ogni tappa ha avuto un obiettivo comune: gestire più dati, in meno tempo. L’AI è il passo successivo di questo percorso, non una deviazione.
I modelli di machine learning e le grandi architetture di deep learning hanno bisogno di:
- Potenza di calcolo crescente: più parametri e modelli più complessi richiedono hardware sempre più avanzato.
- Infrastrutture fisiche dedicate: data center progettati per sostenere consumi energetici elevati e operatività continua.
- Supply chain integrate: dall’energia rinnovabile ai sistemi di raffreddamento, ogni anello della catena diventa critico.
Da questo punto di vista, titoli come Qualcomm, Vertiv e Nextracker non rappresentano semplici scommesse speculative, ma segmenti complementari di un ecosistema che ha solide basi industriali. Le fasi di correzione ci saranno, come sempre nei mercati, ma il trend di fondo è destinato a estendersi su un orizzonte temporale che va ben oltre il ciclo di un singolo anno.
Sintesi operativa: tre nomi per cavalcare il lungo ciclo dell’AI
Qualcomm, Vertiv e Nextracker operano in segmenti diversi della stessa catena del valore. Sono aziende che partecipano direttamente al backbone tecnologico che sosterrà i sistemi di intelligenza artificiale dei prossimi anni.
I ribassi recenti offrono un quadro più equilibrato per chi cerca titoli con fondamentali robusti, una visione industriale chiara e una posizione competitiva che potrebbe rafforzarsi con l’espansione dei data center e degli investimenti AI a livello globale.
Investire sui cali non significa prevedere il minimo assoluto, ma cogliere fasi di mercato in cui il potenziale di lungo periodo diventa più attraente rispetto al rischio. Queste tre società rappresentano esempi concreti di come l’AI non si limiti ai nomi più famosi, ma includa un ecosistema molto più ampio di aziende con ruoli strategici spesso sottovalutati.
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