Terminato il terzo trimestre, si entra oggi nell’ultimo periodo dell’anno, che storicamente è quel periodo in cui, i movimenti visti fino a quel momento, tendono ad essere confermati.
Se così fosse anche nel 2017, allora aspettiamoci ulteriori ribassi del dollaro, e prepariamoci forse al test dei possibili minimi proprio verso fine anno. Intanto, dopo aver assistito alle decisioni di alcune delle autorità monetarie più importanti, quali la BCE e la BoE, ecco che la settimana entrante ci porterà alla decisione in materia di tassi della Banca Centrale più importante, ovvero la Fed, che mercoledì deciderà sul costo del denaro.
Non sono attese variazioni, anche perché, possiamo dirlo con una certa dose di consapevolezza, gli ultimi dati non sono sembrati così inflattivi. Anzi a ben vedere, vi sono incognite ancora importanti, soprattutto dal punto di vista della politica economica di Trump, che non è ancora riuscito a presentare alcuna modifica sostanziale, relativa al programma elettorale che aveva presentato, ovvero la sostituzione della Obamcare con una riforma sanitaria che prometteva fuoco e fiamme, tanto meno la riforma fiscale, o i cambiamenti sul trattato del Nafta e le leggi sull’immigrazione.
Per ora sembra possibile esclusivamente la riforma fiscale, che pare ormai vicina alla approvazione, ma è passato un anno in cui i detrattori del Presidente, hanno avuto parecchie occasioni per criticarlo, qualche volta anche a ragione. Ma qualcosa il Presidente l’ha ottenuto, ovvero indebolire il dollaro, che dall’inizio del 2017 ha perso terreno contro tutte le principali valute flessibili, che poi rappresenta una ottima alternativa alle promesse sui dazi che lo stesso Trump aveva fatto all’inizio del suo mandato. I dazi avrebbero avuto l’effetto di creare un effetto a catena sul commercio internazionale, mentre una sana svalutazione del biglietto verde non può irritare proprio nessuno. Le minacce di dazi alla Germania o alla Cina sono rimaste nel cassetto, mentre lo Yuan si è rivalutato di quasi il 10% sul dollaro così come l’Euro.
Cosa aspettarci ora?
Intanto cominciamo con il ribadire che, anche la sterlina ha cominciato il percorso di rialzo sul dollaro, che avevamo intravisto con l’Euro all’inizio dell’anno, e che questa salita della valuta britannica è alimentata da un aumento dei prezzi al di sopra delle aspettative e una inflazione che galoppa al ritmo del 2.9% anno, il più alto livello di tutti i paesi del G8. Negli States, i prezzi salgono intorno all’1.9% mentre in Europa, la media è intorno all’1.7%. La congiuntura sembra favorevole ad una crescita robusta nel vecchio contenente, eccezion fatta per Italia e Grecia, una crescita più che accettabile per UK e in leggero calo negli Stati Uniti, che però sono in deciso anticipo sul ciclo economico rispetto ai partners e forse vedranno un esaurimento del ciclo rialzista prima di altri.
Il dollaro dovrà misurare la sua forza in relazione quindi alle parole della Fed, oltre che alle politiche dell’amministrazione Trump, e non sembrano esserci, per ora, conferme di ulteriori rialzi del costo del denaro. Se ne riparlerà forse nel 2018.
L’euro, che ha corso tanto, potrebbe correggere, ma per ora le correzioni , si sono rivelate assai deboli e poco consistenti, con il primo supporto chiave a 1.1820 che ha tenuto egregiamente ogni tentativo di distribuzione dei prezzi.
La sterlina, ugualmente è sui massimi dell’anno e potrebbe agevolmente salire a 1.3850 1.4000 prima di correggere.
Lo Jpy è l’unica valuta che resta tendenzialmente debole, avendo guadagnato solo il 2.5% sul biglietto verde nell’anno in corso, e potrebbe addirittura scendere ancora, a causa del mantenimento delle politiche espansive della Boj che non ha alcuna intenzione di uscire dal qqe (giovedì la decisione sui tassi) , che ne alimenta la discesa.
Aud e Nzd hanno guadagnato dall’inizio del 2017, rispettivamente l’11% e il 6.5% sul biglietto verde, mentre il dollaro canadese ha anch’esso performato come quello australiano, ovvero ha guadagnato circa l’11% sul biglietto verde.
Ma potrebbe non essere finita qui. Per questa settimana ci attendiamo ancora una buona volatilità e manteniamo la nostra view generalista, in cui si deve sfruttare tale vola in entrambe le direzioni. Per oggi attenzione a Carney, che parlerà a Washington alle 17.00 mentre sul fronte dati attendiamo quelli sull’inflazione di Eurozona alle 11.00.
Buona giornata e buon trading
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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