Riprendiamo a scrivere dopo almeno tre giorni di pausa, nei quali siamo stati assenti a causa della manifestazione che si svolge ogni anno da 19 anni a questa parte, l’Itf di Rimini, ovvero la fiera del Trading.
In questi tre giorni, le novità sono state molte, a partire dalla Bce che ha mantenuto aperto il Qe, alimentando così la distanza tra la politica monetaria della Fed rispetto a quella dell’Autorità Monetaria Europea. Il risultato è stato il crollo della moneta unica, che ha lasciato sul terreno quasi il 2.7% in meno di 24 ore. E’ chiaro che in questa fase storica il delta tasso sia e rimanga la chiave di lettura dei mercati, e le aspettative di rialzo dei tassi Usa, si scontrano con una congiuntura, in altri paesi, ben diversa, tanto che le autorità monetarie di queste aree son ben lungi dall’essere pronte ad un rialzo del costo del denaro. E’ altresì chiaro che la Fed sta giocando d’anticipo e semmai sono le altre Banche Centrali che restano eccessivamente behind the curve, incapaci di prendere decisioni forti, anche scomode, ma che potrebbero salvare poi la congiuntura successivamente, nel prossimo futuro, quando le avvisaglie della prossima recessione diverranno più chiare ed evidenti. Solo allora si capirà quanto la Fed sia in vantaggio sugli altri, perché sarà in grado di tagliare il costo del denaro, essendosi creata lo spazio per poterlo fare, a differenza delle altre, specie Bce e Boe che avranno pochissimo spazio (Boe) o addirittura nullo (Bc) per poterlo fare.
Sul mercato i movimenti, non si sono fatti attendere, con tutte le valute che sono letteralmente crollate sul biglietto verde, euro in testa, seguito poi dalla sterlina, dallo Jpy e a ruota da Aud, Nzd e Cad.
L’Euro ha toccato un minimo sul biglietto verde a 1.1520 per poi risalire verso 1.1600 20 area, ma restano aperte le strade che portano a 1.1445 60. 50% di tutta la salita del 2017, e nel caso anche 1.1200. Sterlina che sembra pronta anche al test di 1.3075 passando per 1.3165 che rappresenta il 61.8% di tutta la saluta cominciata a 1.2000 sempre nel 2017. Al netto di correzioni dovute e sempre possibili, i target di medio termine sembrano questi.
Per quanto riguarda UsdJpy invece 111.40 rappresenta il punto chiave, seguito dall’area di 113.50 114.00, assai lontana, che però potrebbe rappresentare il punto di svolta.
Per questa estate ci aspettiamo ancora un aumento significativo dell’avversione al rischio, osservando anche i mercati azionari e i livelli raggiunti dagli indici. Aud E nzd restano sotto pressione con 0.7330 40 possibile target di breve per Aud e 0.6800 50 per Nzd. Dollaro canadese per converso scende su biglietto verde con possibili target in area 1.3340 50.
Insomma, il dollaro può fare ancora strada, come dimostra anche il dollar index che ha un target interessante (50% di tutta la discesa) a 95.83, circa l’1.3% dai livelli attuali. Seguiamolo a vista, senza innamorarci eccessivamente delle posizioni. Siamo comunque a Giugno e si avvicina il periodo caldo, nel quale spesso in passato, vi sono stati importanti scossoni.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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