I mercati finanziari provano ad alzare la testa dopo giorni di tempesta

Finisce oggi una delle settimane più difficili degli ultimi 10 anni, ricordando quanto accadde nel 2009, anche se nelle ultime ore si intravedono piccoli segnali di ridimensionamento della volatilità estrema che ha caratterizzato le ultime 8 / 10 sessioni operative. Le prime correzioni importanti si sono intraviste sulle oceaniche, che dopo i minimi di ieri mattina a 0.5505 per AudUsd, 0.5607 per NzdUsd hanno corretto in modo significativo tornando in area 0.5850 e 0.5765 rispettivamente. Sembra ci sia lo zampino delle banche centrali però con quegli swap valutari tra la Fed e la Rba- Rbnz, con i quali probabilmente la Fed ha prestato dollari da vendere sul mercato alle diverse banche centrali che ne facevano richiesta, tra cui anche la Banca Centrale Norvegese e la Bank of England. E guarda caso tutte queste istituzioni, hanno ammonito i mercati con dichiarazioni esplicite di possibile intervento sul mercato dei cambi a sostegno delle proprie valute, sotto l’enorme pressione a cui le stava sottoponendo il biglietto verde.

Lo abbiamo detto e ripetuto più volte in queste pagine, che il mercato dei cambi è l’unico che va tenuto sotto controllo perchè da lui dipendono tutti gli altri, nel bene o nel male. Se il mercato valutario perde di credibilità e si assistono ad oscillazioni del 10-20% al mese, tutto il sistema economico rischia di saltare per aria, basti pensare ai listini delle aziende import export, per non dire dei rischi su inflazione e stabilità del sistema bancario. Questo non significa che non vada lasciato fluttuare ma se sparisce la liquidità ai livelli a cui abbiamo visto, i pericoli sono maggiori dei vantaggi. Ed ecco perchè da anni sosteniamo la necessità di aumentare la liquidità dei mercati frammentandola maggiormente, il che significa ridurre la leva finanziaria soprattutto ai grandi capitali soprattutto e tenerla leggermente più alta per i capitali inferiori, in modo da avere un riequilibrio tra la potenza di fuoco degli operatori. Inoltre si dovrebbe migliorare la qualità della liquidità e per farlo si devono coinvolgere i market makers, essendo il Forex un Otc, chiedendo loro di fornire liquidità buona e mettendo dei limiti gli algo ad alta frequenza.

Detto ciò, le ultime ore hanno rappresentato un caso classico che farà scuola nel quale la riduzione della liquidità ha coinciso con un aumento spaventoso della volatilità, che come abbiamo visto, danneggia poi anche tutti gli altri mercati. Sul fronte dell’Euro, dopo i minimi visti a 1.0650, siamo tornati a 1.0750 con un movimento di circa 1% in poche ore, a dimostrazione che anche sulla moneta unica la volatilità è aumentata sensibilmente, ma resta comunque in condizione di sell on rallies. Ciò che ha impressionato maggiormente, sempre nelle ultime due sedute è il movimento dei cross EurAud ed EurNzd che dai massimi di 1.9810 e 1.9945 sono scesi in poco più di 10 ore a 1.8030 e 1.8170 di minimo per poi stabilizzarsi vicino a questi livelli. Non possiamo ancora dirlo ma questi massimi potrebbero segnare dei massimi di medio termine molto significativi. Il dollaro canadese intanto ha corretto rispetto ai minimi contro Usd visti a 1.4670, lo stesso livello raggiunto nel Gennaio del 2016. La sterlina per ora ha corretto relativamente e rimane non lontano dai minimi di 1.1406 contro dollaro, quotando ora 1.1670. EurGbp che ha corretto circa 260 pips dai massimi di 0.9500 trovandosi ora a 0.9220. Per la sterlina ci vorrà ancora tempo, ma anche lei probabilmente proverà a risollevarsi. Infine lo Jpy che contro dollaro è tornato vicino a 110.00 con la Boj sempre attiva ad evitare che il dollaro crolli. UsdYuan a 7.0900 dopo aver toccato massimi a 7.1600. Non dimentichiamo che la Cina sta ripartendo: ieri, per la prima volta dall’inizio della pandemia, non ha rilevato nuovi contagi in tutto il paese. Un piccolo segnale di speranza anche per noi italiani che stiamo vivendo un momento difficilissimo, sperando che anche i nostri concittadini rispettino le disposizioni del Governo: restate a casa!

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell'analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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