Se siamo arrivati a sentire sui canali specializzati fior di analisti consigliare di seguire i mercati tramite i tweet pomeridiani (per l’orario europeo) di Donald Trump, vuol dire che dobbiamo lievemente modificare alcuni parametri tecnici con cui operare.
Al di là delle battute, mi pare abbastanza chiaro che il declino delle borse di questo inizio di settimana (che peraltro oggi pare volersi concedere una pausa di rimbalzo) è da ascrivere agli attacchi da parte della amministrazione americana verso i principali partner commerciali USA.
Trump ha anche fatto piazza pulita del procuratore generale ad interim Yates, ministro reggente della Difesa, che si era opposta al suo decreto esecutivo sull’immigrazione. Questo ovviamente spaventa i mercati azionari emergenti, a partire dall’Asia, e pertanto non c’è da stupirsi che le flessioni di ieri notte siano state amplificate in Europa con aperture piuttosto riflessive. Il pomeriggio ha visto invece un declino più marcato delle borse, contraddistinto da travasi di liquidità verso i Bond. La serata invece ha visto una ricostruzione di posizioni dopo la chiusura dei listini europei, che si è giovata della rottura in eccesso di volatilità di zona 11.570 per Ger30 e 3240 per Euro50. Qui si è osservata una caccia agli stop, proprio negli ultimi cinque minuti di contrattazione europea.
Lo interpreto come segnale di paura, sulla quale le mani forti hanno pizzicato qualche shortista dell’ultima ora e approfittato del panic selling dei piccoli investitori. Le dichiarazioni di Trump e del suo entourage sono state comunque analizzate con lucidità e cinismo da parte degli operatori statunitensi, con la forza relativa del Nasdaq di nuovo confermata grazie anche ai conti di Apple e dove l’indebolimento del dollaro ha ridato fiato all’azionario a stelle e strisce.
La volatilità di breve è salita, molto più sugli indici europei su quelli americani. Suggerisco cautela su Nasdaq, molto forte rispetto a Dow Jones e SP500 ma anche parecchio più volatile.
I miei sistemi segnalano 11.637 come prezzo chiave della seduta per il Ger30, sul quale potremmo (resto sempre sul condizionale, ovviamente) vedere tentativi di ricopertura a partire da questo valore. Come resistenze ho nel mirino 11.673-11.688-11.723.
Questo mood di rimbalzo, almeno a giudicare dai primi movimenti, resta ancora fragile, quantunque carino, e suggerisco di controllare che il mercato, in caso di brusca inversione, non voglia di nuovo andare a fare visita verso 11.560 e 11.545; sono due supporti già affrontati ieri dal mercato e che potrebbero non reggere ad un eventuale secondo test.
Giovanni Lapidari per ActivTrades