Il Presidente Trump ieri ha parlato oltre 40 minuti al meeting di Davos, il World Economic Forum, snocciolando tutta la serie di numeri prodotti dall’economia del paese a stelle e strisce nei tre anni del suo mandato. Ha rivendicato i successi della sua amministrazione affermando che “l’America sta vincendo nuovamente”, richiamando i numeri sull’occupazione e la conseguente mai così bassa disoccupazione, soprattutto tra gli americani di colore, in passato emarginati dalla ripresa. Ha poi richiamato i numeri relativi alla crescita dei salari, quelli sugli investimenti, quelli relativi all’uscita dal programma food stamps di una percentuale mai così alta negli ultimi 50 anni, oltre a rivendicare i successi relativi all’abbassamento della pressione fiscale, e del conseguente ritorno in patria di moltissime aziende americane. Ha rilevato inoltre i successi in campo commerciale, tutto ovviamente prendendosi i meriti di questi successi. Dopo aver annunciato la firma degli accordi commerciali, bollati come un grande successo per gli Usa, ha affermato che è pronto un grande accordo commerciale con la Gran Bretagna. Infine ha richiamato i successi dei mercati finanziari, soprattutto di quello azionario, non dimenticando di tirare una stoccata alla Fed che, a detta del Tycoon, ha alzato i tassi troppo velocemente ed è troppo lenta invece ora, ad abbassarli.
Al di là delle opinioni personali sulla simpatia di questo Presidente, è innegabile che i risultati prodotti siano importanti, e hanno prodotto quasi 8 milioni di posti di lavoro quando in campagna elettorale, ne erano stati promessi almeno 2. Impressiona comprendere che il tutto è arrivato attraverso una ricetta molto semplice, ovvero la riduzione delle tasse alle imprese e alla classe media, e che, per effetto trascinamento, hanno poi trainato anche le classi più deboli.
Sorprende poi vedere come in Europa, invece, le politiche economiche, specie nei paesi periferici, Italia in testa, perseguano sempre di più una strada differente, quasi opposte, nella ricerca di una redistribuzione di una ricchezza che scende persistentemente, e in ragione delle quali, le prime vittime sono le aziende, insieme alle classi medie e lavoratori autonomi. I risultati non potranno che rispecchiare questo differente approccio.
Sul Forex il dollaro, intanto, schiaccia le valute concorrenti, in particolar modo Euro e dollaro australiano, mentre tengono meglio la sterlina e il dollaro neozelandese e canadese. Lo Jpy è stabile mentre l’oro prosegue nella sua lenta correzione legata ad un risk on persistente. Non vediamo quali possano essere le ragioni di un indebolimento della divisa Usa, almeno per ora, se non per correzioni veloci che però non consolidano. Il delta tasso pesa sulle altre valute come un macigno e ad aggiungere benzina sul fuoco, ci pensano i banchieri centrali che ancora promettono Qe come se non ci fosse un domani.
In Australia, dopo i dati che verranno pubblicati questa settimana sull’occupazione, si attende la decisione della Rba a inizio Febbraio e le percentuali danno il taglio del costo del denaro intorno al 50%. La Rba nei suoi ultimi statement aveva parlato di gentle turning point dell’economia, riaffermando quindi la sua idea di congiuntura in ripresa. Ma gli ultimi avvenimenti, legati agli incendi del Nuovo Galles del Sud, avrebbero minato le certezze e potrebbero portare ad una riduzione dei tassi allo 0.50%, il più basso livello di sempre dei tassi australiani, almeno dal 1970 in avanti. AudUsd si avvicina a 0.6800 e scivola lentamente, trascinando con sé anche AudNzd. Nzd invece sembra tenere molto meglio, proprio in prospettiva di una economia che, dopo la riduzione dei tassi di 0.50% da parte del Governatore Orr, sembra aver trovato la strada della ripresa, pertanto il cambio pare più solido in area 0.6580-90 area. La sterlina tiene, nonostante gli economisti pensino ad una riduzione del costo del denaro, previsto per questo fine mese da parte della Boe e le ragioni a nostro avviso sono da ricercare nel fatto che Trump sta spingendo per un accordo favorevole ai cugini inglesi sul commercio, per favorirne la ripresa. UsdCad intanto sale verso 1.3100 primo baluardo interessante e oggi pomeriggio è attesa la decisione sui tassi alle 16.00. Pronti quindi a vivere un’altra giornata dove il biglietto verde resta da comprare sulle correzioni al ribasso.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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