Quello che abbiamo visto la settimana scorsa, in termini di movimenti, rimarrà probabilmente nella storia dei cambi, a nostro parere, perché il mercato ha vissuto dei movimenti altamente volatili sui massimi storici di dollaro, con una price action che a fine settimana, ha totalmente ribaltato le aperture di lunedì scorso, in un crescendo di cambiamenti che non possono essere ignorati. Ancora non sappiamo se tali movimenti, rappresenteranno l’inversione e la fine della salita di lungo termine della divisa americana, peraltro ancora fortissima, e su cui si alimentano ancora interessi in acquisto, in ragione delle aspettative sui tassi di interesse, ma qualcosa, va detto, è cambiato in maniera sostanziale, almeno nell’analisi tecnica, che in chiusura settimana, ha mostrato, soprattutto nei grafici di medio e lungo periodo, delle figure di inversione importanti.
Se prendiamo per esempio GbpUsd, sul grafico settimanale, dopo aver visto il nuovo minimo storico a 1.0327 a inizio di sessione settimanale, la price action si è invertita e il mercato ha chiuso a 1.1165, ben l’8% al di sopra del prezzo di apertura, con una volatilità assolutamente inusuale sul mercato valutario e una reazione importantissima. Si discute ora sulle ragioni che hanno modificato tale scenario e ovviamente, le motivazioni vengono ricondotte all’azione della Bank of England che è intervenuta a sostegno dei mercati obbligazionari per evitare il collasso dei prezzi e l’esplosione al rialzo dei rendimenti dei titoli di stato, in un movimento che ha ricordato la svalutazione inglese del 1992, quando la valuta britannica fu costretta a svalutare dall’attacco speculativo messo in opera da George Soros, che contemporaneamente affondava, nello stesso periodo, la lira, come certamente ricorderete. Ma nel rialzo vi sono probabilmente anche le spiegazioni che il Governo inglese ha cercato di dare per rassicurare gli investitori sulle bontà della manovra fiscale che tanto aveva fatto preoccupare gli stessi a inizio settimana.
Sta di fatto che ora sui grafici settimanali della sterlina, contro tutte le valute, si sono formati degli hammer, o configurazioni a martello, di solito foriere di possibili inversioni dei trend originali. Ancora più evidente l’inversione su GbpCad che ha chiuso a 1.5440 dopo aver testato, udite udite, 1.4000 a inizio settimana. La configurazione rappresenta anche, in questo caso, una bullish engulfing sul grafico settimanale così come un hammer di inversione ancor più evidenti, sul grafico mensile.
A seguire la sterlina, vero e proprio leading indicator, la settimana scorsa, quasi tutte le altre valute, ad eccezione delle oceaniche, sulle quali hanno pesato le inversioni su EurAud e EurNZD, ma anche GbpAud e GbpNzd. I cambi originali Aude Nzxd cioè AudUd e NzdUsd sono scesi e hanno ridotto in modo drastico la correlazione diretta con EurUsd e Cable. Ciò rappresenta un qualcosa che potrebbe anche spingere al rialzo la moneta unica, che sul grafico daily e weekly ha chiuso in rialzo anche se meno evidente rispetto al movimento della sterlina, ma comunque interessante. Sulla sterlina c’è un punto chiave a 1.1240 che se violato, aprirebbe al test della ema 100 sul grafico giornaliero a 1.1730 mentre sull’EurUsd, il livello chiave è 0.9870, al di sopra dle quale gli obiettivi sarebbero 1.0180 90 area. Meno eccitante la price action di UsdJpy che è fermo a ridosso dei massimi di 145.00 e livello di intervento della Boj di due settimana orsono. Una rottura al rialzo sarebbe una sfida portata dalla speculazione alla Boj, che vedremo, se sarà capace di intervenire. A tal proposito segnaliamo che in Cina Il Governo e la Banca Centrale avrebbero dichiarato che le banche statali sarebbero pronte a vendere massicce quantità di dollari per contrastare la salita del UsdYuan. Il cambio aveva raggiunto i massimi storici la settimana scorsa a 7.2720 per poi tornare sotto quota 7.20 e chiudere a 7.14.
Molti, tra i rapporti valutari più importanti al mondo, sono arrivati su livelli estremi di forza di dollaro e tutte le banche centrali di questi paese, sembrerebbero pronte a intervenire. Quando è accaduto un qualcosa di simile, nel passato, i mercati hanno poi invertito la rotta nel medio e lungo termine. Sarà così anche questa volta? Non possiamo saperlo, anche se segnaliamo però un cambiamento della correlazione tra dollaro e borse, che era inversa, e improvvisamente sembra diventare diretta, con il dollaro che ha mollato qualcosa, mentre le borse a loro volta hanno chiuso con il segno rosso. Basterà l’allentamento della tensione sui cambi per rivedere i mercati azionari ricominciare a salire? Potrebbe darsi, ma è altrettanto vero che a livello macro non è cambiato nulla, ovvero le banche centrali continueranno ad alzare i tassi e la recessione si fa sempre più vicina, un motivo valido per vedere i listini ancora al ribasso. Almeno per ora.
Intanto riparte una settimana che si chiuderà con i Non farm payrolls venerdì prossimo, il vero dato chiave della prossima ottava.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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