Ci stiamo lentamente avviando verso la fine di un 2019 che sarà ancora ricordato per l’incapacità della politica di risolvere le due questioni fondamentali sul tavolo e che ancora limitano l’operatività nel mercato valutario, ovvero la Brexit e le tariffe doganali. E ancora non si capisce quando ne vedremo finalmente la conclusione.
Per la verità, sulla questione dazi, siamo sul rettilineo d’arrivo perché la fase 1 di tale agreement sarà probabilmente firmata in Iowa nelle prossime settimane. Nelle ultime ore però Pechino ha fatto sapere di volere la rimozione delle tariffe prima di firmare, pertanto un se si deve aggiungere e di fatto questa rappresenta ancora una incognita alla firma definitiva. In buona sostanza i due paesi devono rimuovere le tariffe in modo proporzionale a quanto si è deciso nell’accordo. Non sarà sufficiente la sola promessa di rimozione delle tariffe.
Sull’altro problema, la Brexit, si va ad elezioni il 12 dicembre e il rinvio è stato fissato al 31 gennaio 2020. Il mercato valutario rimane in una condizione di limbo, con movimenti sempre molto blandi e solo di fronte alla pubblicazione di notizie o rumors si muove con decisione. La battaglia è ancora tra il dollaro e le altre valute, con la divisa Usa che non molla, sostenuta ancora da un delta tasso che ne impedisce il consolidamento su livelli bassi, per cui alla fine torna sempre a salire. C’è però la sensazione che il biglietto verde sia incapace di far registrare nuovi massimi, restando vicino ai massimi di periodo senza però violarli. È forse questo un segnale di inversione di lungo periodo, che sarà certamente lenta in ragione di quanto appena detto sui tassi, ma anche perché i dati macro Usa non accennano assolutamente una inversione ribassista.
Ieri l’Ism non manifatturiero e dei servizi di ottobre è salito a 54.7 contro un consensus di 53.4 e un dato precedente di 52.6 mentre il trade balance di settembre è rimasto sostanzialmente stabile a 52.6 miliardi ma comunque in miglioramento rispetto ai 55 miliardi del mese precedente. Il Dollar index, ha tenuto egregiamente l’area di 96.75 ed è risalito andando al test della prima area di resistenza chiave posta a 97.60, la cui violazione al rialzo, andrebbe a spingere i prezzi verso dei target più ambiziosi posti a 98.20. Ricordiamo che i massimi di ottobre sono stati visti a 99.20. Ciò significa per esempio che EurUsd, che sostanzialmente partecipa in percentuale, nel Dollar index per un 50% circa, potrebbe scendere verso 1.1015-20 e andare in linea teorica a testare i minimi di 1.0880 anche se per ora non sembrano essercene le condizioni vista la lentezza del movimento. Per quanto riguarda le altre valute, segnaliamo i dati macro neozelandesi sull’occupazione usciti questa notte, con l’employment change del terzo trimestre in linea con le attese a +0.9% mentre il tasso di disoccupazione generale è leggermente peggiorato (4.2% contro 4.1%). NzdUsd leggermente sotto pressione in area 0.6370 mentre AudNzd ha superato quota 1.0800 portandosi nuovamente vicino alla resistenza chiave di 1.0840-45. Niente di nuovo sul Cable fermo tra 1.2850 e 1.2920 mentre il UsdJpy si è portato vicino a 109.30-40, che rappresenta la vera resistenza chiave.
Anche il gold è sceso così come lo Jpy si è indebolito, dimostrando che ieri, quando scrivevamo che qualcuno mentiva tra Jpy, oro e/o valute ed azionario, in quanto le correlazioni erano saltate, avevamo ragione. E a mentire erano oro e Jpy che dovevano entrambi scendere dai livelli che avevano raggiunto. L’oro è sceso oltre 20 dollari dai massimi di 1505 a 1480 ed ora si trova a 1484 a ridosso di supporti importanti posti tra 1480 e 1470. L’azionario Usa è sui massimi, gli altri seguono anche se per ora non hanno fatto registrare dei record.
Siamo in rally fino a dicembre oppure qualcosa cambierà? Dubitiamo fortemente che arrivi un risk off da qui a Natale. Intanto vi auguriamo una buona giornata e soprattutto un buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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