Ricomincia una settimana di trading, sempre all’insegna del biglietto verde, forte contro le principali valute, nonostante un dato sui payrolls inferiore alle attese, pubblicato venerdì scorso.
Bisogna però ricordare che il tasso di disoccupazione generale è sceso ai minimi degli ultimi 17 anni, al 3.9% a dimostrazione che la congiuntura del gigante a stelle e strisce rimane ampiamente positiva e non sembra ancora alla fine del ciclo, come si immaginava fino a qualche mese orsono.
Gli effetti della riduzione delle imposte, cominciano forse ad intravedersi e non per niente anche la Fed è convinta di rialzare i tassi almeno altre due volte, se non addirittura tre. E’ chiaro che lo scenario rimane positivo a livello macroeconomico, e fino alla fine di questo ciclo di rialzo dei tassi, pensiamo che non vi saranno sorprese a livello di mercati valutari.
La tendenza del biglietto verde, rimarrà positiva e a salire. Detto ciò sulle altre valute, le incognite, sono ben superiori in quanto la congiuntura non evidenzia la stessa brillantezza dell’economia Usa, nè in Europa, compresa la Gran Bretagna, tanto meno in Giappone sempre alle prese con una deflazione strutturale apparentemente senza via d’uscita. Soprattutto l’inflazione, in Europa e Giappone, rimane una incognita e nonostante le parole di ottimismo in relazione ad un rialzo nel medio e lungo termine, profuse dalle due banche centrali, Bce e Boj, i dati evidenziano numeri ben diversi, che costringono poi a mantenere aperti il Qe e Qqe senza avere futuri margini di manovra in caso di rallentamento della congiuntura.
Ecco perché forse l’unica soluzione, per loro, resta il deprezzamento dell’Euro e Jpy rispettivamente, in quanto se non altro permetterebbe di mantenere vive speranze di aumento dell’inflazione stessa.
Tecnicamente l’EurUsd sembra ancora non aver esaurito la propria debolezza e appare anche pronto a scendere verso 1.1710 che rappresenta il 38.2 di ritracciamento di tutta la salita iniziata nel 2017 e proseguita per tutto l’anno fino ai massimi di 1.2560 del febbraio di quest’anno. Il trend di fondo di medio e lungo termine sembra ancora rialzista, ma in assenza di un cambiamento radicale nelle politiche monetarie delle banche centrali non vediamo come e per quale ragione l’Euro possa salire se non per qualche correzione dovuta, ma probabilmente limitata. Sotto 1.1710 i livelli da osservare sono posti in area 1.1550 e successivamente 1.1450, il 50 per cento di tutto il rialzo.
Sullo Jpy siamo pressappoco sullo stesso livello di considerazioni, nel senso che stiamo risalendo la corrente dopo un ribasso importante, durato per tutto l’anno scorso, ma per ora la correzione è arrivata a malapena al 38.2% di ritracciamento di Fibonacci di tutto il ribasso, posto a 109.95. Sopra quei livelli abbiamo 111.65, il 50% e 113.30, il 61.8%. Nel medio e lungo periodo questi livelli sono da considerare assai rilevanti ai fini della comprensione dei futuri movimenti, in quanto solo il superamento del 61.8% ci permetterebbe di considerare terminato il trend di ribasso. Staremo a vedere.
Per la sterlina valgono gli stessi ragionamenti, ben sapendo per esempio che 1.3390 rappresenta il 38.2% del rialzo cominciato nell’ottobre del 2016, e 1.3085 è il 50%. Livelli ancora lontani che dimostrano come di spazio al ribasso, in questa fase pro tassi e quindi pro dollaro, ve ne sia in abbondanza. Si tratta di forza di dollaro questo deve essere chiaro, che si evidenzia anche contro Aud e Nzd, valute di paesi i quali per ora, non hanno alcuna intenzione di alzare il costo del denaro e subiscono, per la prima volta da moltissimi anni, il superamento dei tassi da parte degli Usa. Che io ricordi, bisogna tornare agli anni 80 per vedere i tassi Usa vicini a quelli dei due paesi oceanici. Tecnicamente AudUsd e NzdUsd non hanno esaurito il ribasso e secondo le nostre stime almeno un paio di punti percentuali di ribasso sono ancora possibili.
La settimana si preannuncia comunque interessante per la presenza di dati ed eventi che possono modificare le price actions. Rimaniamo sempre dell’idea che il differenziale di tasso rimanga il mantra da seguire. Ci aspettiamo quindi che i carry trades mantengano un “pace” positivo. Per il resto ricerchiamo le aree di swing di inversione o continuazione.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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