Sta terminando un mese di Luglio che non verrà certamente ricordato come qualcosa di significativo. Il mercato è rimasto stabile e si è mosso esclusivamente quando sono usciti rumors o notizie.
La forza del dollaro ha caratterizzato tutto questo periodo, in cui sia i mercati azionari, sia l’oro hanno avuto una correlazione inversa, con l’oro in discesa e debole e mercati azionari stabili e in ripresa.
Contestualmente la correlazione con il biglietto verde, è stata corretta, nel senso che la forza del dollaro ha portato appetito al rischio, eccezion fatta quei momenti in cui Trump si è lamentato della manipolazione valutaria dei grandi esportatori globali, Cina in testa.
Si tratta quindi di un periodo di appetito al rischio accompagnato però ad un rischio di avversione latente, sempre dietro l’angolo e pronto ad esplodere. La ragione di questa tensione è da ricercare negli effetti che i dazi doganali, imposti dall’amministrazione Usa, potranno avere sulla congiuntura economica globale e non, andando a produrre un rallentamento che prima o poi anche gli Usa dovranno affrontare. Ma un conto è poterlo fare con i tassi che partono dal 2%, un altro è essere costretti ad agire quando ancora hai in essere un Qe aperto e tassi a zero.
E’ il caso di Giappone ed Europa, che dovranno usare la fantasia per poter intervenire durante una eventuale prossima recessione.
Il Giappone, però, a differenza del vecchio continente, potrà utilizzare una politica monetaria atta a creare le condizioni di ripartenza per un solo paese, mentre per l’Europa, il compito della Bce, sarà estremamente più complicato, dovendo cercare di far quadrare il cerchio, osservando la congiuntura di tanti paesi così diversi tra di loro. In ogni caso, sta terminando il mese di Luglio e comincia Agosto, tradizionalmente un mese abbastanza volatile e preludio di un autunno spesso caratterizzato da alta volatilità e aumento del risk off. Staremo a vedere.
Passando ai vari rapporti di cambio, segnaliamo la tenuta della moneta unica in area 1.1610 20 e ripartenza con prime resistenze a 1.1670 80 che per ora hanno retto, mentre per il cable siamo tornati intorno a 1.3100 dopo aver visto anche 1.3080. La sensazione è che sulla sterlina, vi sia ancora tensione legata agli effetti della Brexit, dopo i dati negativi e in ribasso sull’inflazione, usciti nelle ultime due settimane. Solo il superamento di 1.3200 10 potrebbe far pensare all’inizio di una inversione più strutturale.
Sullo Jpy non c’è molto da dire, se non che dopo il doppio test dell’area 113.00, abbiamo assistito ad una discesa impulsiva fino a 110.60 che per ora ha rappresentato il minimo di ripartenza, ma è altrettanto vero che il dollaro non è riuscito a rompere le prime resistenze chiave poste a 111.40 50 area. In assenza di una violazione di tali livelli, confermati dalla tenuta dell’area successiva a 112.20, potremmo parlare di correzione preludio ad un nuovo ribasso con obiettivi compresi tra 109.90 00 e 108.85 95 area, due supporti chiavi di medio termine.
Passando alle oceaniche, segnaliamo la tenuta dei supporti chiave, almeno per ora, sia per Aud che per Nzd, posti rispettivamente a 0.7350 60 seguito da 0.7320 30 per il primo e 0.6760 seguito da 0.6730 40 per Nzd. Ma è necessaria una violazione di 0.7460 70 per il dollaro australiano e 0.6850 per quello neozelandese per parlare di probabile inversione di medio e lungo termine.
Infine, occhio al livello di 1.3000 di UsdCad, vero punto di possibile accelerazione ribassista in caso di breakout con target a 1.2775 85 possibilmente.
Oggi, lunedì, non ci sono dati così rilevanti anche se saranno da osservare i dati sui mutui inglesi alle 10.30 e l’inflazione tedesca alle 14.00. Successivamente, dati sulla vendita di abitazioni Usa alle 16.00 chiuderanno una giornata relativamente poco importante su questo fronte, eccezion fatta forse per l’inflazione in Germania.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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