Il Dollaro corre e non accenna a correggere

La seduta di ieri ha rappresentato l’ennesima conferma che anche questo 2019 sembra essere ancora l’anno del dollaro. Se qualcuno poteva pensare, in precedenza, che avremmo potuto assistere ad un movimento correttivo ribassista della divisa americana, beh oggi, alla luce dei dati, pochi dovrebbero avere dei dubbi.

Il biglietto verde resta l’unica valuta da investimento in un anno che per ora ha dimostrato una sola cosa, ovvero che tutto il mondo soffre un rallentamento generalizzato ed evidente al di fuori degli Stati Uniti. I detrattori del Presidente Trump possono tranquillamente mettersi l’animo in pace, perché il Presidente Tycoon, ad oggi, ha perfettamente rispettato l’impegno elettorale preso con i suoi cittadini, e ha mantenuto quindi le promesse fatte, pur con tutti i difetti che molti gli attribuiscono nella comunicazione o nei modi così bruschi di manifestare le proprie simpatie o antipatie.

Da settimane, la maggior parte degli analisti ci racconta che il rallentamento globale colpirà anche gli States, ma i dati ancora dimostrano il contrario, e quelli di ieri relativi al mercato immobiliare e soprattutto quello sull’Ism del settore manifatturiero, sono usciti in ulteriore miglioramento, sorprendendo un po’ tutti. L’ism è uscito a 59.7 contro un 57.36 atteso, mentre la vendita di nuove abitazioni è cresciuta del 3.7% contro un consensus addirittura a – 8.7%. Il dollaro ha guadagnato contro tutte le valute e non accenna a correggere. Anzi nella notte ha preso ulteriore slancio quando sono usciti i dati australiani sul Pil del quarto trimestre 2018, uscito in calo a +0.20% contro uno 0.50% atteso e a +2.3% su base annua contro un +2.6% delle previsioni. AudUsd ha mollato altri 40 punti circa lo 0.55% e alimentando ulteriormente la spirale rialzista del biglietto verde contro le altre valute, Nzd, Cad, ma anche sterlina ed euro. Solo lo Jpy non ha mollato ma la ragione è legata al fatto che aveva ceduto nei giorni scorsi.

La correlazione che stiamo vivendo quindi è classica con un biglietto verde superstar che soffoca tutto e tutti. Prima del dato australiano sul Pil aveva parlato Lowe, governatore della Rba, il quale aveva ribadito la propria posizione neutrale sui tassi e la possibilità di modificare la politica monetaria in un senso o nell’altro, cioè rialzo o ribasso a seconda delle circostanze, ricordando poi che pare difficile un rialzo dei tassi quest’anno, in quanto l’inflazione non sembra proprio un problema. Lowe ha anche ammesso che quest’ultima tornerà vicino ai target fissati tra il 2% e 3% ma non nel breve termine, mentre il Pil dovrebbe restare solo per breve tempo al di sotto della tendenza. Dopo i dati due grandi banche d’affari Jp Morgan e Barclays hanno dichiarato che si aspettano un taglio del costo del denaro di 25 50 basis points tra Luglio e settembre in Australia.

I prossimi dati ci diranno sicuramente di più, certo è però che se non vi sarà una risposta immediata dei numeri, anche in ragione della debolezza del dollaro australiano, è probabile che vedremo un taglio del costo del denaro almeno in una occasione nell’anno in corso. Tecnicamente AudUsd presenta divergenze rialziste sui grafici di medio termine, che però vanno confermati dalle price action nelle sedute a venire, con minimi inferiori di fronte a minimi superiori di indicatori e oscillatori. Sappiamo che vanno presi con le molle, specie in un anno come questo in cui la parte macro sembra predominante su tutto. Anche Nzd e Cad hanno ceduto con NzdUsd che sembra puntare a 0.6700 20 area mentre UsdCad pare indirizzato a 1.3390 1.3400. L’EurUsd ha rotto 1.1300 e i livelli sono posti a 1.1250 60 mentre il Cable potrebbe puntare oggi a 1.3000.

Chi può fermare il dollaro? Al momento neanche la dichiarazione di Trump di un dollaro forte sembra riuscirci, perché semplicemente i flussi sono da quella parte. Sul fronte dati oggi ci sarà la decisione della Bank of Canada alle 16.00, che dovrebbe mantenere i tassi all’1.75%, mentre in precedenza vi sarà il dato sul mercato privato del lavoro Usa, l’adp, il solito anticipatore dei payrolls del prossimo venerdì, altra occasione per dimostrare che l’occupazione Usa resta ai massimi storici. Ma avremo anche il dato sulla bilancia commerciale americana, attesa a – 57.8 miliardi di dollari, unica vera incognita, in quanto la forza del biglietto verde ne alimenta il deficit.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

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Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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