Aumenta la tensione sui mercati, in seguito alla decisione cinese di alzare a sua volta le tariffe su tutta una serie di prodotti di origine americana dal 1° Giugno prossimo. La lista di tali prodotti è lunga, circa 5000, e i dazi salgono dal 5% al 25% su quattro scaglioni, a seconda della tipologia dei prodotti. Circa la metà dei 5000, ovvero 2.493 saranno soggetti al 25%, altri 1.078 al 20%, 974 a al 10% e 595 rimarranno invariati al 5%.
L’Agenzia di stampa China Global Times Editor avrebbe poi avuto notizie di blocco degli acquisti di prodotti agricoli americani, ma anche il blocco di acquisti di energia, e inoltre sarebbe previsto il taglio degli ordini dalla Boeing. Dagli Stati Uniti rispondono con il blocco addirittura di cellulari, laptop, con circa 3805 categorie di prodotti che potrebbero essere inclusi oltre a quelli già esistenti.
Trump, questa volta, ha cercato di smorzare i toni, affermando di non aver ancora deciso l’applicazione di altri 325 miliardi di dazi sulle importazioni dalla Cina, fiducioso di raggiungere una soluzione prima o durante il prossimo incontro con il Presidente Xi al prossimo summit del G20 che si terrà ad Osaka il 28 e il 29 Giugno prossimo. Intanto il Segretario al Tesoro Mnuchin ha fatto sapere che sta sempre negoziando con il suo omologo cinese, e starebbe lavorando ad un prossimo viaggio a Pechino.
In buona sostanza, la diplomazia lavora sottotraccia, mentre i mercati si muovono per paura che un accordo non venga trovato. Alcune banche d’affari hanno però stimato l’impatto dei dazi in una riduzione del Pil Cinese di circa uno 0.50% mentre quello Usa potrebbe perdere circa lo 0.25% e quello globale solamente lo 0.15%, tutto sommato quindi un impatto non così significativo come si possa pensare. Eppure, la tensione aumenta. Gli indici provano a scendere mentre l’UsdJpy ha mollato fino a 109.00 risalendo poi questa notte sulle più concilianti parole del Presidente Usa. Le oceaniche invece sono e restano sotto pressione, soprattutto il dollaro australiano, che ha violato il supporto a 0.6960 e potrebbe attaccare quota 0.6900 10 e, perché no, anche il minimo visto durante il flash crash dello scorso gennaio a 0.6940. Per Nzd le cose stanno in modo leggermente differente, nel senso che tiene meglio i supporti chiave e l’area 0.6560, almeno per il momento, ha tenuto. Il cross AudNzd si avvicina al livello chiave posto a 1.0520 la cui rottura farebbe presupporre un nuovo ribasso con target in area 1.0400 nuovamente. L’Euro si è invece comportato da perfetta valuta rifugio ieri, perché ha tenuto e ha cercato di salire contro dollaro, mentre l’UsdJpy scendeva in misura maggiore tanto che UsdJpy aveva perso circa 70 pips, che peraltro sta cercando di recuperare ora. La moneta unica però ha trovato una resistenza molto forte in area 1.1260 65 e per ora non pare avere la forza di superarla. Il Cable invece ha ceduto terreno sulla spinta rialzista dell’EurGbp che sta arrivando su delle resistenze chiave poste sulla parte alta del rettangolo compreso tra 0.8500 e 0.8720, ovvero a 0.8685 90 e 0.8720 25 stesso. Contro dollaro la divisa inglese ha toccato un minimo a 1.2940 e potrebbe ancora provare a scendere in area 1.2900, soprattutto se il cross EurGbp arrivasse sui target richiamati. Interessanti anche sviluppi di AudJpy e NzdJpy con il primo che potrebbe anche andare al test di 74.80, ovvero circa il 2% ancora dai livelli attuali dopo un ribasso che negli ultimi due anni, ha raggiunto comunque il 20%. Ma anche NzdJpy dall’inizio del 2018 ha perso comunque il 15% circa. E non sembra di poter dire che il trend si sia ancora esaurito. Se poi il risk off dovesse aumentare ulteriormente, lo spazio di discesa potrebbe essere più importante ancora con target possibili in area 72.80 85 per AudJpy e 70.00 per NzdJpy.
Sul fronte dati, segnaliamo i dati inglesi sull’occupazione oggi alle 10.30, e alle 11.00, un’ora dopo lo Zew, l’indice di fiducia del settore istituzionale tedesco. Nel pomeriggio pochi dati previsti, tra cui i prezzi alle importazioni ed esportazioni Usa del mese di Aprile. Chissà se emergeranno dei prezzi in salita in ragione dei dazi che sono stati decisi dall’amministrazione Trump.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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