Brexit e colloqui tra Usa e Cina condizionano i mercati valutari. Questa la situazione odierna

Theresa May ha passato le forche caudine della mozione di sfiducia che era stata presentata e richiesta dai laburisti, pertanto rimane in sella al Governo, con una margine abbastanza risicato, 325 a 306. Chi pensava che il voto contro l’accordo precedente fosse un voto contro la Brexit, si è dovuto ricredere perché di fatto la parte oltranzista dei conservatori, responsabile oltre agli Unionisti Irlandesi, di questo caos in Parlamento negli schieramenti, lo ha fatto esclusivamente perché l’accordo trovato dal Governo con la Ue è stato ritenuto, fin dall’inizio, eccessivamente blando e penalizzante per il Regno Unito. Di fatto quindi una buona parte del Parlamento vorrebbe una Brexit più decisa, con ancora meno vincoli con la Ue rispetto all’accordo firmato.

A questo punto la May dovrà tornare alla carica con l’Europa, che intanto si è detta possibilista per fare ulteriori offerte sulle dogane Irlandesi, soprattutto se a chiedere di modificare l’accordo sul backstop, ovvero sulla protezione delle stesse, fosse l’Irlanda stessa, che come sappiamo è parte dell’Europa. Vi è anche un altro dibattito in corso, ed è quello relativo all’estensione dell’articolo 50 del trattato di Maastricht, che detta i tempi di uscita dall’Unione.

Insomma si aprono nuovi spiragli e per il momento, la sterlina resta stabile e consolida in area 1,2850. Tecnicamente, nel medio lungo periodo, si è di fronte ad un quadro tecnico che potrebbe vedere una inversione, con un possibile retest dell’area di 1,3250 1,3300, che è cruciale per un eventuale ribaltamento del trend. Nel breve periodo invece l’area di 1,2915 25 rappresenta il trigger point, per poter parlare di ripresa della divisa britannica. Per ora, e anche ieri, abbiamo notato diversi tentativi di violazione per ora falliti. I dati sull’inflazione usciti ieri, mostrano comunque un aumento dei prezzi ancora sostenuto rispetto al calo che viene evidenziato a livello globale, anche se da un punto di vista della ripresa, in Uk i dati, sopratutto quelli della bilancia commerciale e produzione manifatturiera, restano deboli. A dimostrazione che ancora non si è evidenziato quell’effetto sostituzione tra produzione estera a produzione interna che la debolezza della sterlina avrebbe dovuto generare.

Passando ad un altro argomento che tiene banco sui mercati, segnaliamo che i colloqui tra Usa e Cina vanno avanti anche se non emergono grandi novità. L’accordo è cruciale per poter vedere tornare il sereno nei mercati, sopratutto nei listini Usa, la cui ripresa sembra tornata in bilico nelle ultime ore, con una certa difficoltà a violare quei punti chiave al rialzo che farebbero cambiare opinione ai tanti analisti che pensano che il movimento al rialzo dell’ultimo periodo, sia esclusivamente una correzione di un più ampio movimento ribassista. E, fino a questo momento, sembrano aver avuto effettivamente ragione, osservando i grafici più importanti. Ieri sera comunque, il Beige book pubblicato, ci ha detto che l’attività economica, negli Usa, è comunque cresciuta nella maggior parte dei distretti, con 8 su 12 che hanno registrato una ripresa moderata. È però possibile un rallentamento previsto per il 2019, figlio soprattutto del rialzo dei tassi, e dell’effetto possibile dei dazi doganali nel commercio e anche delle incertezze politiche. Tra i Governatori della Fed, si registra ancora un commento dovish da parte di George che ha richiamato la possibilità che la Fed sia più paziente nel rialzo dei tassi.

Per quel che riguarda le altre coppie di valute, segnaliamo la correzione in atto di Aud e Nzd, che risentono, nel breve termine, dei timori che comunque emergono dalle dichiarazioni sul rallentamento economico globale previsto per l’anno in corso e che potrebbe ancora penalizzare queste due valute, almeno nel breve termine. I livelli da osservare sono posti in area 0,7150 per Aud, la cui rottura potrebbe spingere i prezzi in rea 0,7110 0,7080 e, 0,6700 10 per Nzdusd che rappresenta un altro livello chiave di tenuta per poter confermare che la fase di accumulazione di medio termine, sia ancora intatta. Attenzione anche all’area di 1,3290 00 per il UsdCad, la cui violazione aprirebbe la strada ad una correzione più rilevante nel breve termine. Ricordiamo però che sui time frame più alti, questa sembra solo una correzione di un movimento più ampio che resta ribassista. Poco altro da segnalare su euro e jpy, ancora alle prese con dei trading range abbastanza stretti.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

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Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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