Finisce oggi un mese di Agosto nel quale il dollaro ha mostrato ancora una volta i muscoli, con le valute concorrenti in indebolimento programmato, potremmo dire. La divisa americana mantiene un trend di rialzo costante, con una velocità di crociera che sembra prestabilita, e immodificabile. Ad alimentare questa price action anche i dati macro, che evidenziano una differenza di congiuntura tra gli Usa e gli altri paesi che stride e che poche volte si è evidenziata negli ultimi 20 25 anni, in quanto il mondo globalizzato aveva creato le condizioni per un legame, nel bene e nel male, tra gli aggregati macro della più grande potenza economica mondiale e il resto del mondo. Ma i dazi commerciali e l’isolazionismo, chiamiamolo così, degli Usa, con l’avvento di Trump, sembrano aver creato due mondi paralleli: gli Usa, che crescono e non accennano a rallentare, e il resto del mondo, che soffre la volontà Usa di ristabilire un ordine mondiale nel commercio, che con l’avvento prepotente della Cina negli anni 2000, era stato demandato al gigante asiatico.
Oggi il Presidente americano, con il motto da lui coniato in campagna elettorale “make america great again” vuole ristabilire una gerarchia chiara e intende limitare la strapotenza Cinese, che si esprime in molti settori del commercio, nella possibilità di godere di quei privilegi di cui ha potuto beneficiare per anni, grazie ad una certa accondiscendenza delle cancellerie occidentali, chiedendo reciprocità nei commerci. Certamente è un cambiamento epocale che sta penalizzando i paesi che hanno nella Cina, il loro principale sbocco commerciale, ossia Australia e Nuova Zelanda insieme ai mercati emergenti asiatici. E Trump non si ferma, spinge per portare i Cinesi al tavolo delle trattative per avere reciprocità, e i Cinesi tirano il freno, e cercano di comprare tempo, perché sanno che la scadenza elettorale del 2020 è dietro l’angolo e potrebbe indebolire il Tycoon americano.
In questo quadro, la geopolitica è la chiave per capire i prossimi passi delle due superpotenze, che sono entrate in una sorta di guerra fredda commerciale, nella quale non si faranno prigionieri. I cinesi adottano l’arma del deprezzamento dello Yuan, che il Presidente Usa non smette di rimarcare, e per ora hanno sterilizzato quasi completamente l’applicazione delle tariffe, a giudicare dall’andamento della bilancia commerciale americana, ancora abbondantemente in deficit. Ma potranno deprezzare ancora il cambio senza rischiare conseguenze per il sistema bancario? Lo vedremo, nel frattempo nelle ultime ore si ravvisa un tentativo di riapertura del dialogo e i rispettivi rappresentanti sembrano lavorare sotto traccia per un accordo che potrebbe essere il prossimo autunno.
Sul fronte delle price action segnaliamo ancora una volta dati negativi provenienti da Australia e Nuova Zelanda, riferiti al mercato immobiliare, con i permessi di costruzione neozelandesi usciti in calo del 3.1% rispetto ad un -3.9% del dato precedente. Più tardi, nella notte, gli stessi dati in Australia hanno evidenziato un calo del 28.5% contro un consensus atteso a – 22.2%, segno che il mercato immobiliare, in bolla speculativa nel recente passato, sta deteriorandosi rapidamente. La domanda interna in questi due paesi sembra rallentare, anche se la domanda estera mantiene la crescita positiva. Il tasso di cambio è sceso e consentirà una ripresa dell’inflazione nel medio termine. L’EurUsd intanto molla la presa, dopo giorni di trading range tra 1.1075 e 1.1125 scende verso i supporti di 1.1030-20 che potrebbero rappresentare l’ennesimo tentativo di breakout ribassista di un supporto che ha già tenuto almeno in tre occasioni. L’inflazione tedesca cresce meno delle attese a + 1.4% e stamani il dato sulle vendite al dettaglio è uscito a -2.2% su base mensile contro attese di -1.4% mentre cresce del 4.4% su base annua, al di sopra del dato precedente che era negativo. L’Euro resta debole schiacciato dalla forza globale della divisa americana. UsdJpy che si riprende e che sconfessa il rischio di un risk off generalizzato, con l’area chiave di 104.50 a fare da supporto mentre solo una rottura di 107.00 potrebbe riportare interesse ad acquistare risk on. Per oggi attenzione ai dati sull’inflazione di Eurozona alle 11.00 mentre nel pomeriggio, Pil Canada alle 14.30, atteso a + 1.4% e dati Usa su redditi e consumi personali, nonchè il Price consumer expenditure, misura molto interessante dell’inflazione Usa.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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