Lo scenario da noi descritto ieri, ovvero quello di un possibile accordo positivo tra Cina e Usa, accompagnato da una volontà delle banche centrali di evitare un hard landing dell’economia globale, di cui qualcuno comincia a parlare, sembra però non avere molto slancio, almeno per ora, con i prezzi che, dopo un iniziale movimento dettato dall’euforia di breve, non sono per ora riusciti a violare i livelli cruciali per poter dire che l’appetito al rischio strutturale sia tornato.
Regna ancora incertezza e probabilmente cautela, negli operatori, che aspettano che i big players si muovano e che decidano dove posizionare i loro investimenti. Probabilmente potremmo vivere un periodo in cui, a guidare le danze, potrebbe essere l’equity, ovvero il mercato azionario, che nelle ultime sedute ha corretto il pesante ribasso del mese di dicembre ma non pare riesca, almeno per ora, a violare le resistenze.
C’è chi dice che per i colossi che hanno visto scendere il loro valore di borsa, la strada intrapresa, sia solo all’inizio e questo a nostro avviso, rappresenta uno dei maggiori rischi per l’anno appena iniziato. Se uno di questi colossi, ovvero Apple, ma pure Amazon, per citarne solo due, dovessero perdere valore, per una qualsiasi ragione, il contagio sembrerebbe avere un effetto leva, come dimostra il flash crash della settimana scorsa, e ciò potrebbe rappresentare il maggior rischio per i mercati.
Questi sembrano gli effetti di una globalizzazione che ha perso vigore perché sembra essersi trasformata in un gigantesco oligopolio globale, dove il rischio sistemico, in caso di crisi, sembra ben più grande che nel recente passato. E la paura di un nuovo “too big to fail” che potrebbe divenire “too big to save” aleggia secondo noi nelle menti di molti investitori. In caso di crisi, nel nostro mercato, prevarrebbe la correlazione atipica, secondo lo schema da noi creato, con avversione al rischio, in cui le valute rifugio tendono a rivalutarsi nei confronti di quelle da investimento. In una condizione del genere, il mercato diventa molto meno tecnico del solito, ovvero di quando invece a farla da padrone, è una correlazione dollarocentrica. Nei casi di risk off correlazione atipica, si devono osservare le varie coppie di valute, e per ogni coppia di valute comprendere quale di esse, è la valuta rifugio e quale invece è la valuta da investimento. E da lì considerare che le price action possono essere irrazionali e di difficile comprensione. Con una costante, ovvero uno Jpy e Chf in rivalutazione strutturale, ma senza dimenticare l’Euro, anch’esso oggi valuta rifugio, pur con molti se e ma, in ragione della debolezza strutturale dell’Europa e delle incognite che il 2019 porterà con se’ a livello politico (Elezioni europee a maggio e indebolimento del progetto europeo).
Quindi, prima di capire quali saranno i successivi movimenti significativi sul valutario, occorre capire l’andamento dei mercati azionari, che torneranno primari rispetto al forex, proprio per le conseguenze strutturali che le price action sull’equity potranno fornire agli altri mercati.
Venendo al dettaglio delle price action sul forex, segnaliamo il tentativo, fallito per ora, dell’Euro, di rompere le resistenze chiave a 1,1480 00 area, che rappresenterebbe un breakout significativo da un punto di vista tecnico e potrebbe trascinare con sè gli altri dollari. Fino a quando non accadrà, potrebbe essere solo una correzione rialzista di un movimento più ampio ribassista, che per ora è ancora confermato dalle price action. Stesso discorso per la sterlina con l’incognita votazione Brexit, prevista per il 15 di questo mese, ovvero settimana prossima. Consolidamento in atto per le oceaniche e rafforzamento del dollaro canadese, trascinato dai dati positivi sull’occupazione e da una leggera ripresa del prezzo del petrolio.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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Profilo dell'analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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