
Negli ultimi anni il mondo degli investimenti è stato dominato da titoli tecnologici e storie di crescita legate all’intelligenza artificiale, al cloud e alle nuove piattaforme digitali. Tuttavia, sotto la superficie di questo entusiasmo, si nasconde un dato che molti ignorano: i mercati azionari sono oggi tra i più sopravvalutati della storia.
Oggi ci troviamo infatti di fronte a uno dei mercati azionari più costosi della storia.
Il Buffett Indicator, che misura il rapporto tra capitalizzazione di borsa e PIL, è a livelli record, paragonabili solo alla Grande Depressione. Allo stesso modo, il CAPE ratio (Shiller P/E), che valuta gli utili medi degli ultimi dieci anni, resta oltre il 120% rispetto alla sua media storica.
In un contesto simile, è naturale chiedersi: cosa succederà nei prossimi dieci anni se le azioni non offriranno più i rendimenti stellari a cui ci siamo abituati?
È proprio qui che entra in gioco un protagonista antico quanto l’economia stessa: l’oro. Un asset che ha resistito a guerre, crisi, inflazione e svalutazioni valutarie, continuando a preservare valore quando altri strumenti crollavano. Ma la vera opportunità non risiede soltanto nel metallo in sé, bensì negli strumenti che permettono di investirci in modo strategico: gli ETF legati all’oro e ai titoli minerari.
In questo articolo scoprirai i tre ETF che, secondo molti analisti, hanno il potenziale per battere l’S&P 500 nel prossimo decennio. Strumenti che uniscono la solidità di un bene rifugio alla possibilità di generare rendimenti superiori in uno scenario di incertezza.
Perché l’oro è sempre stato una riserva di valore
L’oro accompagna la storia economica da migliaia di anni. Dai regni antichi alle banche centrali moderne, è sempre stato riconosciuto come un bene rifugio nei momenti di crisi, inflazione e svalutazione monetaria.
Non produce flussi di cassa come un’azienda, ma possiede caratteristiche uniche:
- Offerta limitata: la produzione cresce solo dell’1-2% annuo.
- Domanda globale crescente: India, Cina e Africa stanno alimentando nuovi flussi di acquisto, sia per motivi culturali che per crescita economica.
- Ruolo nelle riserve ufficiali: le banche centrali stanno accumulando oro al ritmo più veloce degli ultimi 50 anni, segnale che la fiducia nelle valute fiat è in calo.
Durante gli anni ’70, quando l’inflazione tagliava i rendimenti azionari, l’oro passò da 35 a oltre 800 dollari l’oncia. Dal 2000 al 2012, mentre l’S&P 500 guadagnava appena il 24%, l’oro crebbe di quasi il 500%.
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Oro fisico o azioni minerarie? La differenza per gli investitori
Comprare oro fisico equivale a una forma di assicurazione: protegge il capitale ma non genera reddito.
Le aziende minerarie, invece, funzionano come vere imprese: estraggono, vendono, distribuiscono dividendi. Con i prezzi dell’oro sopra i 3.500 $/oncia e costi medi di estrazione intorno ai 1.400 $, i margini sono oggi tra i più alti della storia, circa 2.000 $ per oncia.
Questo crea un’opportunità rara: società che macinano utili e cash flow ma che sono ancora ignorate da Wall Street, distratta dal boom dell’intelligenza artificiale e dai titoli tecnologici.
I 3 ETF sull’oro da valutare per il lungo termine

Quando si parla di ETF sull’oro, è fondamentale distinguere tra strumenti che replicano direttamente il prezzo del metallo e quelli che investono nelle società minerarie. Entrambe le categorie hanno caratteristiche peculiari che possono adattarsi a strategie diverse.
GDX – VanEck Gold Miners ETF
Il VanEck Gold Miners ETF è il punto di riferimento per chi desidera investire nei colossi mondiali dell’estrazione aurifera. All’interno del portafoglio ci sono società leader come Newmont Corporation, Barrick Gold e altre multinazionali che operano su scala globale.
Queste aziende vantano bilanci solidi, forte capacità produttiva e miniere in diverse aree geografiche, il che riduce i rischi legati a conflitti, instabilità politica o problemi logistici.
Un altro aspetto interessante è la generazione di flussi di cassa: con i prezzi dell’oro sopra i 3.400 $/oncia e costi medi di estrazione intorno ai 1.400 $, i margini di profitto sono oggi tra i più alti della storia. Questo significa dividendi potenziali crescenti e solidità operativa nel lungo periodo.
L’ETF ha un costo di gestione dello 0,5% annuo: leggermente superiore a quello di un classico ETF azionario, ma giustificato dall’esposizione a un settore di nicchia con caratteristiche difensive.
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GDXJ – VanEck Junior Gold Miners ETF
Il VanEck Junior Gold Miners ETF raccoglie le società aurifere di dimensioni più ridotte, spesso concentrate nella fase di esplorazione e sviluppo di nuove miniere. Questi titoli, detti junior miners, hanno bilanci meno robusti rispetto ai colossi ma offrono un potenziale di crescita più alto.
Il motivo è semplice: se l’oro continua a salire, i piccoli operatori – acquistati a multipli contenuti – possono moltiplicare i propri profitti in maniera esponenziale. Storicamente, durante i cicli rialzisti dell’oro, i junior miners hanno sovraperformato i grandi estrattori, anche se con una volatilità nettamente superiore.
Il GDXJ è quindi ideale per chi ha una maggiore tolleranza al rischio e un orizzonte temporale lungo. Il costo di gestione è simile al GDX (0,5%), ma la natura più speculativa del paniere richiede una valutazione attenta: può offrire grandi opportunità nei mercati toro dell’oro, ma subire cali marcati nei periodi di debolezza.
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GLD – SPDR Gold Trust
Il SPDR Gold Trust è uno degli ETF più conosciuti e capitalizzati al mondo, con un patrimonio superiore a 60 miliardi di dollari. Diversamente dai precedenti, non investe in società minerarie ma replica il prezzo spot dell’oro fisico, custodito in caveau sicuri.
È lo strumento perfetto per chi cerca una replica immediata e semplice dell’andamento del metallo, senza dover valutare bilanci, margini di profitto o rischi operativi delle aziende.
Grazie alla sua elevata liquidità, il GLD è molto utilizzato anche dagli investitori istituzionali. Il costo annuo di gestione è dello 0,4%, leggermente più basso rispetto a GDX e GDXJ.
L’aspetto da ricordare è che, a differenza dei minerari, il GLD non genera flussi di cassa né dividendi: il suo rendimento dipende esclusivamente dall’andamento del prezzo dell’oro. Per questo motivo viene spesso utilizzato come copertura contro inflazione e crisi finanziarie piuttosto che come strumento di crescita.
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Strategia: diversificazione e pazienza
Gli ETF sull’oro non devono essere considerati un sostituto completo delle azioni tradizionali, ma piuttosto un complemento strategico all’interno del portafoglio.
La loro funzione principale è duplice:
- Protezione nei periodi di crisi: storicamente l’oro tende a performare meglio quando i mercati azionari attraversano fasi di difficoltà.
- Diversificazione del rischio: inserire una quota di oro o minerari riduce la dipendenza dal solo ciclo azionario.
Un approccio prudente potrebbe essere quello di allocare tra il 5% e il 15% del portafoglio in strumenti legati all’oro, calibrando la percentuale in base al profilo di rischio. Per esempio, un investitore con orizzonte lungo e maggiore tolleranza alla volatilità può combinare GDX e GDXJ, mentre chi cerca semplicità e protezione immediata può orientarsi verso GLD.
La chiave è la pazienza. Gli ETF sull’oro non vanno visti come operazioni speculative di breve termine, ma come un investimento da mantenere nei momenti di calma per raccogliere i benefici nei periodi di turbolenza. La storia dimostra che chi ha saputo mantenere posizioni su oro e minerari nei cicli lunghi ha spesso ottenuto rendimenti superiori rispetto a chi inseguiva mode passeggere.
Dove Investire in ETF in Italia

Per investire in ETF in Italia in modo sicuro ed economico è possibile utilizzare un intermediario finanziario che offra accesso completo ai mercato azionario globali. Ci sono diverse opzioni disponibili, tra cui banche italiane, società di investimento online e broker internazionali come per esempio XTB (www.xtb.com/it), con la differenza che molti ETF, soprattutto quelli esteri, non sono disponibili sulla propria banca, ma puoi acquistarli presso questo broker.
XTB è una piattaforma di investimento che permette di negoziare diversi strumenti finanziari, tra cui ETF, azioni e altri prodotti finanziari senza pagare commissioni (vedi qui la recensione di XTB).
Come investire in ETF con XTB
1. Apertura di un conto di trading: Per iniziare, gli investitori devono aprire un conto di trading presso XTB. Il processo di registrazione richiede la compilazione di un modulo online e la presentazione di alcuni documenti per verificare l'identità e l'indirizzo del richiedente.
2. Deposito di fondi: Una volta che il conto è stato aperto e verificato, gli investitori devono depositare fondi nel loro conto di trading. XTB accetta una varietà di metodi di pagamento, tra cui bonifici bancari, carte di credito e portafogli elettronici.
3. Ricerca degli ETF: Gli investitori possono utilizzare la piattaforma di trading di XTB per cercare e analizzare gli ETF disponibili per l'investimento. È importante analizzare attentamente le caratteristiche, i costi e le performance di ciascun ETF prima di prendere una decisione di investimento.
4. Acquisto di ETF: Per investire in un ETF con XTB, gli investitori devono semplicemente selezionare l'ETF desiderato e inserire l'importo che desiderano investire, anche soli 100 euro. La piattaforma di trading di XTB eseguirà quindi l'ordine e aggiungerà l'ETF al portafoglio dell'investitore.
5. Monitoraggio e gestione del portafoglio: Gli investitori possono monitorare la performance dei loro ETF tramite la piattaforma di trading di XTB e apportare modifiche al portafoglio secondo necessità. È importante monitorare periodicamente il portafoglio e apportare aggiustamenti in base alle proprie esigenze e obiettivi di investimento.
Conclusione: valore contro moda
Oggi i mercati azionari globali appaiono sopravvalutati, con multipli elevati e aspettative di crescita spesso difficili da mantenere. In questo scenario, gli ETF sull’oro rappresentano una delle poche aree dove prezzo e valore non si sono ancora disallineati completamente.
Mentre i riflettori restano puntati sull’intelligenza artificiale e sui titoli tecnologici più popolari, il settore aurifero continua a offrire margini record e valutazioni convenienti. È proprio in questi momenti, quando l’attenzione degli investitori è altrove, che si creano le migliori opportunità.
Investire in oro non significa inseguire un mito, ma applicare una logica semplice: acquistare valore quando il mercato lo sottovaluta. Chi saprà sfruttare questo principio potrebbe trovarsi, tra dieci anni, con un portafoglio più solido e rendimenti migliori rispetto a chi ha seguito esclusivamente le mode del momento.
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