Consigli per investire in beni rifugio tradizionali

In questa fase di incertezza economica che ha colpito tutte le economia mondiali, molti investitori puntano sui beni rifugio. Stiamo parlando di oro, gioielli, terreni, opere d’arte, antiquariato e case.

Riteniamo che sia una buona soluzione ma è necessario farlo nel modo giusto. Qui in seguito trovi alcuni consigli fondamentali da rispettare in caso si intenda continuare ad investire in beni rifugio.

Innanzi tutto non superare mai una certa percentuale di questo insieme di beni rispetto al patrimonio totale, escludendo naturalmente la prima casa ed eventuali abitazioni utilizzate regolarmente per le vacanze. Nel caso
si abbiano altre abitazioni, destinate alla produzione di reddito, non si deve andare, comprese queste ultime, oltre il 50% del totale; in assenza di case è meglio restare sotto il 20%.

È poi importante segnalare che i beni rifugio – in alcuni casi infruttiferi o a scarso rendimento – presentano comunque una certa volatilità insita nei prezzi, dovuta al fatto che domanda e offerta non sono regolate da mercati ufficiali. Quello dell’oro lo è, ma gioielli, terreni, opere d’arte, antiquariato, oltre che logicamente le case, sono tutti beni che risentono di molti fattori, con valutazioni inevitabilmente fluttuanti. Mantengono il loro valore fintanto che il mercato li considera sicuri e ne sorregge le quotazioni. Se il trend però cambia anch’essi subiscono contraccolpi, magari meno violenti rispetto ai prodotti finanziari.

I beni rifugio sono in particolare utili contro il nemico occulto dell’inflazione, ma oltre non vanno. Proteggono da molte insidie, ma non da tutte. E il presupposto di base che, in teoria, i beni rifugio dovrebbero essere proprio quelli con scarsa volatilità di prezzi lascia intendere come ormai ne siano rimasti davvero pochi.

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