Di recente su molti giornali specializzati sono comparse notizie che non avremmo voluto più leggere. Ancora una volta due importanti fondi d’investimento, che avevano guadagnato l’attenzione degli investitori negli ultimi mesi per le loro performance sensazionali, sono finiti sotto lo scrutinio dei media, degli investitori e dei regolatori.
Le vicende sono molto articolate e diverse tra loro ma hanno alcune caratteristiche in comune. Ci sono dei gestori che vengono considerati delle superstar, che optano per strategie ad alto rischio, abbiamo investitori retail che decidono di salire sul carro del vincitore e intermediari che decidono di assecondare la ricerca della performance a tutti i costi. Non appena si sono diffusi dei dubbi sull’operato di questi gestori, molti investitori si sono affrettati a ritirare il proprio investimento e uno dei due fondi non è stato in grado di liquidare tutte le quote.
La trappola dei rendimenti
Bisogna premettere che non c’è nulla di male a proporre strategie ad alto rischio (in almeno un caso il rapporto tra volatilità e rendimento di questi fondi non era neanche eccessivo). Il punto è che molti investitori, anche persone con degli obiettivi di gestione del risparmio e non speculativi, tendono a essere affascinati da questo tipo di soluzioni e magari finiscono esposti con gran parte del proprio patrimonio a una situazione al di fuori del proprio controllo.
La dinamica non è certo nuova (la finanza comportamentale parla di effetto “bandwagon”, ovvero la tendenza a salire sul carro del vincitore). A mio avviso si tratta di un approccio del tutto sbagliato. Il punto, indipendentemente dal fatto se ci siano state delle irregolarità o degli errori, è che a dieci anni dalla crisi finanziaria esiste ancora una sottocultura tra gli investitori, spesso e volentieri alimentata anche da alcuni intermediari, che non aiuta a liberarci da vecchi problemi e vecchi vizi.
Sto parlando di ricerca della performance a tutti i costi, di scarsa attenzione nei confronti del rischio in tutte le sue forme (anche quelle meno evidenti come il rischio di liquidità), dell’alone leggendario che si crea intorno alla figura di certi gestori.
Non voglio sostenere che non esista la possibilità di battere il mercato attraverso strategie attive sofisticate. Ma credo che la maggior parte degli investitori non abbia il tempo e la possibilità di selezionare e comprendere queste strategie e non abbia accesso a pratiche di gestione del rischio sufficientemente sofisticate per gestire eccessiva volatilità. In altre parole, la stragrande maggioranza degli investitori – e se hai un patrimonio fino a 200.000 euro e non sei un professionista della finanza probabilmente rientri in questa categoria – non ha le risorse per mettere in piedi una strategia che includa fondi ad altissima volatilità mantenendo un corretto bilanciamento del rischio. Peraltro, nella maggior parte dei casi l’industria del risparmio e gli intermediari non hanno la possibilità di guidare gli investitori con questi capitali attraverso percorsi così complessi.
Maneggiate con cura il vostro patrimonio
Il consiglio che posso darvi è quello di non scommettere con i vostri risparmi. Prendete seriamente gli investimenti che fate e cercate sempre la piena consapevolezza del livello di rischio che vi state assumendo. È importante avere almeno un’idea generale della propria posizione, di quanto si è esposti e su che cosa si è esposti: solo così si possono fare scelte corrette. Bisogna ricordarsi che quando le cose girano male sui mercati, esiste la possibilità che la liquidità venga a mancare e in questo caso avere scommesso su strumenti non facilmente liquidabili può veramente rivelarsi una scelta sbagliata.
Ovviamente intermediari e consulenti sono a disposizione per aiutarci a fare le scelte migliori, ma è importante mettere in discussione il loro operato per capire se quello che ci hanno offerto è veramente in linea con ciò di cui abbiamo bisogno. Si tratta di capire che negli investimenti non esistono pasti gratuiti per nessuno, maggiori rendimenti si accompagnano sempre a maggiori rischi.
Capita talvolta che gli investitori che investono con noi manifestino dei dubbi su alcune decisioni o non capiscano perché teniamo in portafoglio certi strumenti che sembrano non performare come vorrebbero. Il concetto che ci teniamo a fare capire è che noi – e non siamo gli unici – interpretiamo il nostro ruolo di consulenti come l’individuazione e la gestione del livello di rischio ottimale per gli investitori, date le loro aspirazioni e le loro necessità specifiche. Potremmo sbagliare qualche volta, non siamo superstar appunto. Ma siamo convinti – e i numeri e gli studi statistici lo dimostrano – che questo approccio alla lunga paghi, perché l’investimento nel tempo mantiene quanto promesso all’investitore e la nostra esperienza di questi anni ci conforta in tal senso.
Scritto da Giovanni Daprà, founders@moneyfarm.com
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