3 Dicembre, 2025
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    5 Investimenti di cui Puoi Fare a Meno: Guida per un Portafoglio più Efficiente

    5 Investimenti di cui Puoi Fare a Meno: Guida per un Portafoglio più Efficiente

    Molti investitori si chiedono quali strumenti possano rendere il loro portafoglio più solido e diversificato. Ma spesso la vera differenza non sta solo in ciò che aggiungi, quanto in ciò che decidi di evitare.

    In questa guida premium analizzeremo cinque tipologie di investimenti che, secondo gli esperti di Morningstar, non sono realmente necessarie e che rischiano di complicare la strategia senza apportare benefici concreti.

    Gli elementi chiave di un portafoglio vincente

    Secondo Christine Benz, direttrice della pianificazione finanziaria personale di Morningstar, un portafoglio ben costruito non ha bisogno di decine di strumenti. Bastano tre pilastri essenziali:

    1. Azioni globali come motore di crescita

    L’esposizione azionaria è la principale fonte di rendimento a lungo termine. In Italia, l’accesso può avvenire tramite ETF armonizzati a replica fisica che replicano indici globali come MSCI World, S&P 500 o Euro Stoxx 600. Questi strumenti, quotati su Borsa Italiana, garantiscono ampia diversificazione con costi contenuti.

    Un investitore italiano che avesse acquistato un ETF MSCI World nel 2010 avrebbe oggi un rendimento medio annuo vicino al 10%, dimostrando la forza di un approccio passivo e globale.

    Questo il grafico dell'Ishares Core Msci World Ucits Etf Acc (IE00B4L5Y983)

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    2. Obbligazioni per stabilizzare il portafoglio

    Le obbligazioni servono come stabilizzatori. Un italiano può scegliere tra:

    • BTP (Buoni del Tesoro Poliennali), che offrono cedole periodiche e un mercato molto liquido.
    • ETF obbligazionari core che replicano indici di titoli di Stato dell’area euro o corporate investment grade.

    Dopo i 50 anni, incrementare la quota obbligazionaria riduce la volatilità del portafoglio e protegge in caso di correzioni di borsa.

    3. Liquidità come cuscinetto di emergenza

    Un fondo di emergenza in conto deposito vincolato o in strumenti monetari (come gli ETF monetari a breve scadenza quotati a Milano) offre stabilità e consente di affrontare imprevisti senza vendere asset in perdita.

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    I 5 Investimenti da Evitare

    I 5 Investimenti da Evitare
    I 5 Investimenti da Evitare – Doveinvestire

    Passiamo ora ai cinque strumenti che non aggiungono reale valore a un portafoglio ben strutturato, ma anzi rischiano di aumentarne la complessità e i costi.

    1. Azioni Immobiliari (REITs)

    I REITs (Real Estate Investment Trusts) vengono spesso presentati come un modo per diversificare. In Italia sono accessibili tramite ETF quotati a Piazza Affari, come quelli che replicano l’indice FTSE EPRA/NAREIT Developed.

    Tuttavia, la loro correlazione con le azioni tradizionali è oggi molto alta: negli ultimi vent’anni i REIT si sono mossi quasi sempre in parallelo con gli indici azionari USA ed europei.

    In più, la maggior parte degli italiani possiede già una forma di esposizione immobiliare tramite la casa di proprietà. Questo rende l’aggiunta di REIT ridondante e poco utile come diversificatore.

    Un esempio concreto: tra il 2020 e il 2022, molti REIT hanno registrato perdite simili agli indici azionari tradizionali, dimostrando di non offrire protezione nei momenti di stress di mercato.

    2. Fondi Settoriali

    I fondi settoriali (energia, tecnologia, sanità) sono molto popolari tra gli investitori retail italiani. Banche e reti di consulenza li promuovono spesso come strumenti per cavalcare trend specifici.

    Il problema è duplice:

    • Molti investitori entrano quando il settore è già salito, pagando caro l’ingresso.
    • Le decorrelazioni settoriali durano poco. Il settore energia, ad esempio, nel 2022 ha mostrato bassa correlazione con l’S&P 500, ma già l’anno successivo si è riallineato.

    In Italia si trovano fondi settoriali attivi con costi di gestione superiori all’1,5% annuo: una spesa che nel lungo termine erode buona parte dei rendimenti.

    Un ETF globale, al contrario, include già esposizioni settoriali bilanciate, evitando concentrazioni eccessive.

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    3. ETF Tematici

    Negli ultimi anni si è diffusa la moda degli ETF tematici: intelligenza artificiale, metaverso, idrogeno, cyber security. Anche su Borsa Italiana sono stati lanciati prodotti di questo tipo.

    Il rischio principale? Spesso gli ETF vengono creati dopo che il tema ha già vissuto un rally. Chi li compra rischia di arrivare troppo tardi.

    Inoltre, gran parte delle società incluse in questi ETF sono già presenti nei principali indici azionari. Per esempio, chi compra un ETF sull’AI finisce per possedere ancora più Nvidia, Microsoft e Alphabet, titoli già molto pesanti nello S&P 500 e nel Nasdaq.

    Questo significa pagare commissioni extra per una concentrazione che non aggiunge reale valore.

    4. Obbligazioni a Lungo Termine

    I bond a lunga scadenza (20-30 anni) sono spesso percepiti come strumenti di protezione. In realtà, presentano una volatilità sorprendentemente simile a quella delle azioni.

    Un esempio: l’indice dei Treasury USA a lungo termine ha avuto negli ultimi anni una deviazione standard del 15%, contro il 6% di un indice obbligazionario diversificato come il Bloomberg Global Aggregate.

    Nel 2022, quando sia azioni che obbligazioni hanno sofferto, i bond ultralong hanno registrato perdite superiori al 20%.

    Per un investitore italiano, esporsi a questi strumenti tramite BTP a 30 o 50 anni significa accettare una volatilità enorme. Meglio concentrarsi su obbligazioni con scadenze intermedie o su ETF a duration media, che offrono diversificazione senza eccessivi rischi.

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    5. Obbligazioni High Yield (Junk Bond)

    Le obbligazioni ad alto rendimento attraggono per i tassi cedolari elevati, soprattutto in un contesto di inflazione. Ma sono strettamente correlate alle azioni: quando i mercati azionari scendono, anche gli high yield crollano.

    Un esempio storico: durante la crisi finanziaria del 2008, l’indice globale high yield perse oltre il 25%, un comportamento simile a quello degli indici azionari.

    In Italia, gli high yield sono accessibili tramite ETF armonizzati o fondi obbligazionari distribuiti dalle banche. Tuttavia, i rendimenti più alti vanno sempre bilanciati con il rischio di default delle società emittenti.

    Un portafoglio ben costruito non ha bisogno di obbligazioni spazzatura: un ETF su bond investment grade globali svolge molto meglio il ruolo di diversificatore.

    Il contesto italiano: strumenti e alternative pratiche

    Per un investitore italiano, evitare gli asset “inutili” significa concentrare la strategia su strumenti semplici, trasparenti e liquidi. Alcuni esempi concreti:

    • ETF armonizzati quotati a Piazza Affari, con tassazione agevolata e protezione normativa UE.
    • PIR (Piani Individuali di Risparmio) per beneficiare dell’esenzione fiscale sui capital gain dopo 5 anni, purché si accetti una quota di investimento su PMI italiane.
    • BTP e titoli di Stato italiani a media scadenza, per ottenere rendimenti stabili con rischio contenuto.
    • Fondi indicizzati a basso costo, distribuiti da piattaforme online, come alternativa ai costosi fondi attivi.

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    La psicologia dietro investimenti “inutili”

    Molti di questi strumenti diventano popolari perché fanno leva sulla psicologia degli investitori: il timore di perdere opportunità (FOMO), il fascino delle mode, il desiderio di complicare le strategie credendo che più strumenti significhi più diversificazione.

    La realtà è che un portafoglio composto da pochi asset ben scelti (azioni globali, obbligazioni di qualità e liquidità) spesso batte nel lungo termine i portafogli eccessivamente complessi, riducendo costi e rischi.

    La regola d’oro: semplicità e disciplina

    Il principio guida è chiaro: un portafoglio vincente non deve essere complicato. Anzi, la semplicità è spesso sinonimo di efficienza.

    Gli studi di Vanguard e Morningstar mostrano che gli investitori che mantengono strategie lineari e disciplinate hanno maggiori probabilità di raggiungere i loro obiettivi rispetto a chi cerca soluzioni complesse.

    Un esempio pratico è il classico portafoglio 60/40 (60% azioni, 40% obbligazioni di qualità), che negli ultimi decenni ha garantito rendimenti robusti e sostenibili per milioni di investitori.

    Riflessioni finali

    Costruire un portafoglio efficace non significa accumulare strumenti a caso, ma saper distinguere ciò che davvero offre valore da ciò che rischia di rallentare la crescita. La forza di una strategia solida sta nella semplicità: pochi pilastri ben scelti, costi contenuti e una disciplina costante nel tempo.

    Chi sceglie di evitare asset ridondanti o sovraccarichi di rischi inutili compie un passo concreto verso una gestione più intelligente del proprio capitale. Non si tratta di rinunciare alle opportunità, ma di selezionare quelle che hanno basi più stabili e prospettive più credibili.

    Ogni scelta finanziaria ha un impatto sul futuro: adottare strumenti chiari, trasparenti e ben diversificati permette di affrontare i mercati con maggiore sicurezza e serenità. Questa è la chiave per trasformare il risparmio in un motore di crescita reale.

    Ora tocca a te: rivedi il tuo portafoglio, elimina ciò che non serve e concentrati su ciò che può davvero farti crescere. Ogni decisione consapevole di oggi è un mattone in più per costruire la tua indipendenza finanziaria domani.

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    Domande e Risposte (FAQ)

    Domane e Risposte

    Conviene investire nei REIT in Italia?

    I REIT e gli ETF immobiliari sono già molto correlati alle azioni tradizionali. Per chi possiede una casa o vuole diversificare in modo semplice, non sono strumenti indispensabili.

    Quali obbligazioni evitare in un portafoglio?

    Le obbligazioni a lungo termine e quelle high yield presentano alta volatilità e rischi simili alle azioni. Meglio puntare su bond di qualità o ETF obbligazionari diversificati.

    Gli ETF tematici sono una buona scelta?

    Gli ETF tematici spesso replicano trend già presenti negli indici globali. Rischiano di aumentare i costi senza aggiungere reale diversificazione.

    I fondi settoriali sono utili per diversificare?

    I fondi settoriali possono sembrare attraenti, ma tendono a performare bene quando il settore ha già corso molto. Un ETF globale copre già i principali comparti senza concentrazioni eccessive.

    Qual è la regola principale per costruire un portafoglio efficace?

    La regola d’oro è mantenere il portafoglio semplice: azioni globali, obbligazioni di qualità e liquidità. Questa combinazione offre equilibrio e solidità anche nel lungo termine.

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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 25 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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