
Quando una delle banche d’investimento più influenti al mondo lancia una previsione così audace, è inevitabile che gli occhi degli investitori si accendano. JPMorgan ha infatti ipotizzato che Bitcoin possa toccare i 165.000 dollari entro fine anno, un livello che, se raggiunto, riscriverebbe la storia della criptovaluta più discussa di sempre. Una stima che va ben oltre il semplice entusiasmo del mercato, perché si inserisce in un quadro economico segnato da inflazione persistente, politiche aggressive della Federal Reserve e incertezze politiche come lo shutdown USA.
Questa proiezione, tanto sorprendente quanto provocatoria, solleva interrogativi cruciali: cosa spinge una banca tradizionalmente conservatrice come JPMorgan ad abbracciare una visione così rialzista sul Bitcoin? Perché proprio ora, in un periodo in cui i mercati azionari oscillano tra record storici e timori di recessione, gli analisti vedono nella criptovaluta un asset con un potenziale così marcato?
Le motivazioni, secondo gli esperti, vanno ricercate nel concetto di “debasement trade”, ossia la tendenza degli investitori a cercare rifugio in beni percepiti come più solidi – oro e Bitcoin – quando le valute tradizionali vengono messe sotto pressione da deficit pubblici e svalutazioni. Non è un caso che, parallelamente, l’oro stia vivendo un periodo di crescita costante, confermando il ritorno d’interesse verso gli asset difensivi.
Ma l’aspetto davvero interessante riguarda la comparazione tra oro e Bitcoin. Se il metallo giallo rimane la riserva di valore per eccellenza, la criptovaluta offre un’alternativa digitale con una capacità di apprezzamento molto più rapida. JPMorgan, osservando questo scarto di valutazione, individua proprio qui lo spazio per un rialzo potenziale senza precedenti.
Eppure non si tratta soltanto di analisi numeriche: l’andamento del Bitcoin è oggi legato a doppio filo alle decisioni della Fed, all’andamento dei flussi su ETF dedicati e alle tensioni geopolitiche che alimentano la ricerca di protezione finanziaria. In altre parole, ciò che fino a pochi anni fa veniva percepito come un fenomeno di nicchia oggi si sta trasformando in una vera e propria leva di stabilizzazione (o destabilizzazione) per i mercati globali.
La domanda che sorge spontanea, allora, è una sola: può davvero Bitcoin spingersi fino a 165.000 dollari e diventare il nuovo punto di riferimento per chi cerca protezione e crescita del capitale?
L’analisi di JPMorgan: il “debasement trade” e la rivalità con l’oro
Secondo il rapporto della banca americana, la spinta a favore di Bitcoin è legata al cosiddetto “debasement trade”. Con questo termine si intende il movimento di capitali verso asset rifugio come oro e criptovalute quando cresce la sfiducia nei confronti delle valute tradizionali, messe sotto pressione da deficit pubblici e svalutazioni.
Alla fine del 2024, Bitcoin era considerato sopravvalutato di 36.000 dollari rispetto all’oro. Oggi, invece, viene stimato sottovalutato di circa 46.000 dollari, un divario che per JPMorgan giustifica un margine di rialzo importante.
I flussi di capitale confermano questa tendenza: sia gli ETF legati al Bitcoin sia i fondi sull’oro hanno registrato ingressi consistenti da parte degli investitori retail. Questa dinamica riflette un crescente bisogno di protezione contro i rischi macroeconomici.
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Il ruolo della Federal Reserve e l’impatto dell’inflazione
Il comportamento della Federal Reserve resta il principale punto di riferimento per i mercati. Nonostante alcuni segnali di rallentamento economico, l’inflazione continua a muoversi sopra il 3%, ben oltre l’obiettivo del 2%.
La Fed ha chiarito che non accetterà una soglia più alta come “nuova normalità”, il che significa che i tassi d’interesse rimarranno elevati ancora per diversi mesi. Questa rigidità accentua l’attrattiva di Bitcoin e oro, percepiti come strumenti capaci di difendere il potere d’acquisto degli investitori in un periodo di moneta forte ma al tempo stesso incerta.
Shutdown USA e rischi sul mercato del lavoro
Il protrarsi dello shutdown USA non solo blocca la pubblicazione di dati cruciali come il report mensile sull’occupazione, ma rischia anche di aggravare il mercato del lavoro. Le dichiarazioni del presidente Trump in merito al possibile taglio di migliaia di posti federali aumentano l’incertezza e potrebbero ridurre ulteriormente la fiducia dei consumatori.
Questa fragilità istituzionale alimenta il ricorso a strumenti alternativi di protezione patrimoniale. Ecco perché, nello scenario delineato da JPMorgan, Bitcoin e oro stanno diventando strumenti sempre più centrali nelle strategie di portafoglio.
Oro e Bitcoin: confronto tra asset rifugio
Mentre l’oro si avvia alla settima settimana consecutiva di rialzo, Bitcoin mostra una crescita più rapida, pur restando soggetto a una volatilità maggiore.
L’oro rappresenta la forma tradizionale di copertura contro i rischi, ma Bitcoin viene ormai considerato l’alternativa digitale con potenziale di rendimento superiore, soprattutto se la tendenza ai flussi sugli ETF crypto continuerà.
Gli analisti di JPMorgan non escludono scenari ancora più aggressivi: alcune proiezioni parlano di valori superiori ai 200.000 dollari in caso di accelerazione degli acquisti.
Investire in Bitcoin nel 2025: opportunità e rischi
Chi valuta se investire in Bitcoin deve considerare diversi aspetti. Da un lato, il potenziale rialzo stimato da JPMorgan rende la criptovaluta un asset attraente. Dall’altro, la forte volatilità resta un elemento che richiede disciplina e gestione del rischio.
La correlazione con l’oro suggerisce che Bitcoin non sia più soltanto uno strumento speculativo, ma un asset che risponde a dinamiche macro, come inflazione, tassi e debolezza del dollaro. Per un investitore, ciò significa che la scelta di inserire Bitcoin in portafoglio non è più soltanto una scommessa tecnologica, ma parte di una vera e propria strategia di diversificazione.
In sintesi: JPMorgan apre un nuovo capitolo per Bitcoin
Le stime di JPMorgan su un Bitcoin a 165.000 dollari rappresentano una delle previsioni più audaci degli ultimi anni e arrivano in un momento di grandi incertezze economiche. La combinazione di inflazione persistente, politiche della Federal Reserve e instabilità legata allo shutdown USA crea le condizioni per un ritorno di interesse verso gli asset rifugio.
Per chi desidera investire in Bitcoin, il 2025 potrebbe rivelarsi un anno decisivo, con opportunità di crescita ma anche con rischi che non vanno sottovalutati.
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