3 Ottobre, 2025
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    Come InvestireDove Investire per creare un buon portafoglio diversificato

    Dove Investire per creare un buon portafoglio diversificato

    diversificare

    Quanto devo investire online in Bot e Cct? Quali fondi mi conviene sottoscrivere? Quale peso dare alla Borsa e ai titoli esteri?
    Se la diversificazione degli investimenti è il principio generale, la composizione del portafoglio, detta anche asset allocation, è invece qualcosa di molto personale. È la tua ricetta particolare; prima di metterla a punto, però, devi stabilire quali sono gli obiettivi del tuo investimento e vedere quali tipologie di titoli sono adatte a soddisfarli.

    Gli ingredienti fondamentali per costruire un portafoglio diversificato

    Il mercato finanziario offre una quantità di prodotti d’investimento; tre però sono le tipologie fondamentali: obbligazioni, azioni e strumenti monetari. Vediamo la diversa funzione che possono svolgere.

    Interessi sul conto

    Obbligazioni

    Se vuoi un portafoglio prudente, devi metterci molte obbligazioni. Possibilmente con diverse scadenze, cioè sia a lungo termine (offrono i tassi più alti), sia a breve termine. Le obbligazioni offrono un rendimento certo: chi le acquista sa fin dal principio, quale sarà il guadagno alla scadenza (fanno eccezione quelle a tasso variabile, considerate investimenti monetari). Il loro prezzo di mercato in realtà può fluttuare, ma questo interessa più che altro chi investe con ottica speculativa e vende i titoli prima della scadenza.

    Azioni

    Se punti ad alti guadagni investi la maggior parte del portafoglio in azioni. Ma devi avere un orizzonte temporale abbastanza lungo, altrimenti, rischi di perdere soldi. I prezzi delle azioni salgono e scendono di continuo, riflettendo soprattutto le aspettative degli investitori. Se le aspettative non si realizzano, o si realizzano solo in parte, il prezzo può anche crollare. Sul lungo periodo però, le azioni sono l’investimento più remunerativo. Alcune società ripagano i propri azionisti ogni anno, distribuendo alti dividendi, che possono essere considerati una fonte di reddito, come le cedole delle obbligazioni.

    Strumenti monetari

    Le obbligazioni a brevissima scadenza (come i Bot), quelle a tasso variabile (come i Cct), i depositi bancari e tutti gli strumenti liquidabili in qualsiasi momento senza rischio di prezzo, sono considerati investimenti monetari. Danno rendimenti molto bassi e vanno utilizzati solo come parcheggio della liquidità. La quota di strumenti monetari in portafoglio dovrebbe quindi essere minima.

    Fondi comuni

    I fondi comuni sono, invece, servizi finanziari messi a punto dall’industria del risparmio e permettono di investire online in modo efficiente nelle tre tipologie fondamentali. Il prospetto informativo di ogni fondo spiega in quale tipologia di titoli è investito il patrimonio. Il sottoscrittore può così individuare i prodotti giusti per la composizione degli investimenti che desidera.
    Un discorso a parte meritano anche i titoli esteri. Neppure loro rappresentano una tipologia a sè d’investimento. Semplicemente, sono azioni, obbligazioni o titoli monetari, emessi e quotati all’estero. Il loro rendimento è quindi influenzato, anche dall’andamento della valuta estera.

    Molti investitori si sforzano di individuare il momento giusto e il mercato giusto per investire. Il problema è che il mercato che è giusto oggi, domani potrebbe rivelarsi quello sbagliato e il momento giusto, potrebbe essere già passato. È invece dimostrato che il rendimento di un portafoglio, alla fine, dipende soprattutto dalla composizione degli investimenti.
    Da un buon equilibrio dei diversi elementi, reddito fisso, azioni e fondi, titoli esteri e titoli monetari, dipenderà il grado di soddisfazione del tuo investimento.

    Portafogli “aggressivi” e “conservativi”

    Si definiscono “aggressivi” i portafogli investiti massicciamente in azioni e titoli esteri, “conservativi” quelli investiti quasi esclusivamente in titoli a reddito fisso e strumenti monetari; una via di mezzo tra questi due approcci, si può definire una composizione di portafoglio “bilanciata”.
    Nell’industria del risparmio è in voga la tendenza a proporre asset allocation super sofisticate, secondo il principio che a ogni profilo di investitore deve corrispondere una determinata composizione di portafoglio. In teoria è così, ma in pratica le linee guida all’interno delle quali si può fare una diversificazione sono poche e semplici.
    Ecco tre ipotetici portafogli:

    Aggressivo: 80% azioni e titoli esteri; 15% obbligazioni domestiche; 5% liquidità.
    È un portafoglio adatto a chi ha un orizzonte temporale lungo e una buona propensione al rischio.

    Bilanciato: 50% azioni e titoli esteri; 40% obbligazioni domestiche; 10% liquidità.
    Adatto a chi ha un orizzonte temporale medio/lungo e una moderata propensione al rischio.

    Conservativo: 20% azioni e titoli esteri; 60% obbligazioni domestiche; 20% liquidità.
    Adatto a chi ha un orizzonte temporale medio/breve e una bassa propensione al rischio.

    Sono solo tre esempi, rappresentativi degli approcci fondamentali alla composizione di portafoglio.

    La distribuzione percentuale delle diverse componenti è la scelta fondamentale. Dopo si tratterà di selezionare i singoli mercati e titoli, un’ operazione più complessa e “tecnica”. Costruire un portafoglio diversificato richiede infatti, la capacità di scegliere tra molti strumenti e servizi finanziari diversi, avendo ben chiare le loro potenzialità di rendimento.
    Per individuare i singoli investimenti, se non te la senti di fare da sola, affidati a un buon consulente, un intermediario o un esperto di fiducia. Tutti i promotori finanziari consigliano ai clienti un’asset allocation. Ma ricorda che il promotore, in Italia, ha un rapporto esclusivo con la società d’intermediazione di cui vende i prodotti. I suoi suggerimenti sono condizionati da questo vincolo.

    Investi in azioni senza commissioni

    Un buon portafoglio regge a lungo

    Diffida degli intermediari che ti spingono a modificare continuamente gli investimenti. È vero, le opportunità di mercato cambiano. Se qualche titolo azionario ha avuto delle elevate rivalutazioni, per esempio, può essere opportuno liquidarlo, per portare a casa i profitti e reinvestire in altri titoli o mercati. Insomma, l’asset allocation non deve essere qualcosa di simile a un monolito. Nondimeno, un buon portafoglio è quello che regge a lungo, perché sufficientemente diversificato ed equilibrato. Cambiare investimenti di frequente è sintomo di poca convinzione sulle scelte fatte, e serve solo ad aumentare le commissioni percepite dagli intermediari.

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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 25 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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