
Le nuove dichiarazioni di Donald Trump sui rapporti con la Cina hanno scosso i mercati globali, causando una forte discesa dell’indice S&P 500 e alimentando i timori di una possibile correzione. Ma siamo davvero davanti a un potenziale crollo, oppure si tratta di una finestra d’ingresso ideale per chi investe a medio e lungo termine?
Un mercato che vacilla: il peso di una sola notizia
Nella giornata odierna, Wall Street è stata travolta da una candela ribassista imponente, che ha portato l’S&P 500 a perdere oltre il 2% dai massimi intraday. A livello grafico, la discesa ha dato l’impressione di un vero e proprio crash, anche se in termini storici si tratta di un movimento contenuto: per parlare di correzione vera e propria servirebbe un ribasso di almeno il 5%.
Da aprile 2025, infatti, non si registra un calo di questa entità. Il mercato, sostenuto dalla liquidità e dalla resilienza dei settori tecnologici e industriali, è rimasto sorprendentemente stabile nonostante i tassi d’interesse elevati e l’incertezza geopolitica. Proprio questa apparente tranquillità ha amplificato la percezione di panico al primo segnale di debolezza.
L’annuncio di Trump: la miccia che ha innescato le vendite
Il ribasso è stato innescato da un post pubblicato da Donald Trump su Truth Social, in cui il presidente degli Stati Uniti ha parlato di nuove tensioni commerciali con Pechino.
Secondo le sue parole, la Cina avrebbe intrapreso azioni ostili, minacciando di imporre controlli all’export di terre rare, materiali fondamentali per l’industria tecnologica, le batterie e la transizione energetica.
Trump ha quindi annunciato che, come presidente, sarebbe pronto a “controattaccare finanziariamente” con nuovi dazi su larga scala sui prodotti cinesi, definendo la misura “dolorosa nell’immediato ma positiva nel lungo periodo per gli Stati Uniti”.
Queste parole hanno immediatamente ricordato agli investitori gli eventi del 2018-2019, quando la guerra commerciale tra USA e Cina portò a forti oscillazioni sui mercati e a un aumento dei costi per numerosi settori industriali.
Uno sguardo al passato: la guerra commerciale 2018–2019
Per comprendere il potenziale impatto di queste dichiarazioni, è utile richiamare la memoria storica.
Tra il 2018 e il 2019, l’amministrazione Trump introdusse dazi per oltre 370 miliardi di dollari su prodotti cinesi, con tariffe comprese tra il 10% e il 25%. La risposta di Pechino non si fece attendere: furono applicate misure di ritorsione, soprattutto sul settore agricolo statunitense.
Il risultato fu un periodo di forte volatilità:
- L’S&P 500 registrò più di un -20% tra ottobre e dicembre 2018, prima di riprendersi nei mesi successivi.
- Le aziende tecnologiche e manifatturiere subirono contraccolpi significativi, mentre il settore agricolo vide un crollo delle esportazioni verso la Cina.
- Molti analisti notarono come i dazi, seppur pensati come arma di pressione, finirono per generare inflazione importata, pesando sui consumatori americani.
Oggi la situazione è diversa: la dipendenza dalla Cina è parzialmente diminuita e nuove catene di fornitura si sono sviluppate, ma un’escalation tariffaria potrebbe comunque avere un impatto pesante su tecnologia, automotive e semiconduttori.
Analisi tecnica dell’S&P 500: livelli da monitorare
Dal punto di vista grafico, la seduta odierna ha un significato particolare. La discesa ha portato l’indice a rompere con decisione la media mobile esponenziale a 20 giorni, un livello che in passato aveva spesso sostenuto rimbalzi tecnici.
Ora l’attenzione si concentra su due aree chiave:
- Media mobile a 50 giorni: rappresenta il primo livello di supporto importante. Se il mercato dovesse rimbalzare qui, potremmo assistere a una ripresa rapida del trend rialzista.
- Zona -5% dai massimi: una correzione fino a 6.425 punti (dai massimi recenti) equivarrebbe a una discesa fisiologica e salutare, inserita in un trend ancora positivo.
Superata questa soglia, lo scenario cambierebbe, con la possibilità di una correzione più profonda nell’ordine del 10%. Storicamente, le fasi di ottobre hanno spesso rappresentato periodi di debolezza per i mercati, seguiti da rimbalzi forti nei mesi successivi.
Psicologia di mercato: paura o coraggio?
Il comportamento degli investitori in questi momenti è spesso guidato dalla paura del panico collettivo. Una candela rossa così imponente tende a spingere molti a vendere per timore di ulteriori perdite.
Tuttavia, i dati dimostrano che nei cicli rialzisti, come quello attuale, i ribassi improvvisi vengono spesso riassorbiti velocemente dai compratori. Negli ultimi sei mesi, ogni correzione minore è stata seguita da forti acquisti, con gli indici che hanno toccato nuovi massimi storici.
Questo non significa che il rischio sia assente, ma mette in evidenza come un investitore di lungo termine possa sfruttare la volatilità invece di subirla.
Scenari possibili: ribasso prolungato o rimbalzo rapido?
Le prospettive dipendono da due fattori principali:
- Segnali politici concreti: se Trump, o l’amministrazione americana, daranno seguito alle parole con azioni ufficiali, il mercato potrebbe scontare nuove tensioni commerciali con correzioni del 5–10%.
- Reazione degli investitori istituzionali: se i grandi fondi continueranno a comprare i ribassi, come già accaduto nel 2025, il ritracciamento potrebbe trasformarsi in una semplice opportunità tattica.
Il quadro macro resta complesso: inflazione in calo ma ancora presente, tassi della Fed stabili, rallentamento della Cina e un’Europa alle prese con debolezza industriale. In questo contesto, ogni notizia geopolitica ha un peso amplificato.
Settori più esposti al rischio dazi
Alcuni comparti sono più vulnerabili di altri a una nuova guerra commerciale:
- Tecnologia e semiconduttori: fortemente dipendenti da materie prime critiche provenienti dalla Cina.
- Automotive: le catene di fornitura globali rendono le case automobilistiche particolarmente sensibili a un aumento dei costi di importazione.
- Agricoltura: tradizionalmente il primo settore colpito dalle ritorsioni cinesi.
Al contrario, settori come energia e difesa potrebbero beneficiarne, in quanto la politica dei dazi tende a rafforzare l’indipendenza nazionale e gli investimenti interni.
Strategie operative per gli investitori
In un contesto simile, gli investitori possono valutare diverse strade:
- Accumulo sui ribassi: per chi investe con orizzonte pluriennale, i cali di mercato rappresentano spesso i momenti migliori per entrare. Una correzione del 5% potrebbe offrire multipli più attraenti.
- Gestione del rischio: chi opera nel breve termine deve considerare stop-loss e protezioni, soprattutto in presenza di notizie politiche improvvise.
- Diversificazione settoriale: puntare solo sui big tech espone a rischi elevati; un portafoglio bilanciato include anche difensivi come healthcare, utilities e beni di prima necessità.
Opportunità nascosta dietro la volatilità
Al di là della tensione immediata, ogni fase di turbolenza porta con sé nuove opportunità. Gli investitori più accorti guardano alla volatilità come a una risorsa, non a una minaccia.
Gli esempi del passato dimostrano che chi ha avuto il coraggio di comprare durante i ribassi innescati dalle dichiarazioni di Trump (o da altri eventi politici) ha spesso ottenuto rendimenti superiori nel medio periodo.
La chiave sta nel distinguere tra panico momentaneo e cambiamenti strutturali: se i dazi dovessero davvero entrare in vigore, alcuni settori soffrirebbero, ma il mercato nel complesso continuerebbe a crescere nel lungo termine, adattandosi alle nuove condizioni.
Conclusione: correzione fisiologica o inizio di qualcosa di più?
La discesa attuale dell’S&P 500 non deve essere vista come un segnale di crollo imminente, ma piuttosto come un test di resistenza del mercato.
Se Trump tradurrà le sue parole in misure ufficiali, la volatilità aumenterà. Ma se si trattasse solo di retorica politica, come accaduto spesso in passato, gli indici potrebbero recuperare in tempi rapidi.
Per gli investitori, la vera sfida è mantenere la lucidità: non lasciarsi guidare dalla paura, ma analizzare i dati, i livelli tecnici e le dinamiche di lungo termine. In ogni scenario, il mercato offre opportunità a chi sa riconoscerle.
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