La nomina di Rishi Sunak a Primo Ministro del Regno Unito dovrebbe risolvere alcune delle criticità attuali del contesto politico britannico, ma non può cancellare la percezione che gli investitori internazionali hanno ora dell’area. Ai nostri occhi, infatti, non conta tanto chi risiede a Downing Street, ma cosa viene fatto.
Fino alla presentazione del mini-budget, si riteneva che il Regno Unito fosse dotato di un quadro fiscale eccellente grazie all’Office of Budget Responsibility (OBR). I suoi report sono oggetto di attenta analisi e gli investitori internazionali hanno fiducia nel suo ruolo di monitoraggio delle regole fiscali del Regno Unito.
Questo è stato uno dei motivi principali per cui gli investitori non hanno penalizzato il lento processo di consolidamento del bilancio del Regno Unito dopo la crisi finanziaria e ne hanno finanziato i perduranti deficit di bilancio e delle partite correnti. Ancora oggi il deficit “strutturale” del Regno Unito è superiore a quello di tutti i paesi del G7, escludendo quello degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti, però, emettono la valuta di riserva mondiale, il Regno Unito no.
Questo è il punto centrale della credibilità: deve essere costruita meticolosamente, ma può essere persa in un attimo. Per ristabilire la propria credibilità, come minimo, il governo deve quindi correggere le sue tre mosse più dannose:
- esporre le casse pubbliche a tutti i potenziali costi al rialzo dei prezzi internazionali del gas;
- pianificare più di 250 miliardi di sterline di tagli fiscali per i prossimi cinque anni;
- evitare il controllo dell’OBR.
Gli annunci fatti finora non sono stati in grado di recuperare tutto il terreno perso.
Non è necessario che il governo abolisca i rimanenti aiuti sui prezzi del gas, né i restanti sgravi fiscali. Questi, però, devono essere sottoposti a una valutazione completa dei costi, definendo un piano per ripagarli in tempi rapidi. Il governo ha urgente bisogno di annunciare e rispettare nuove regole fiscali che chiudano il deficit strutturale di bilancio. Questo richiede una combinazione di aumenti delle tasse, minori tagli fiscali e un contenimento della spesa, che sia politicamente realistico.
Questo è il prezzo che si paga sottoponendosi al giudizio esterno: gli investitori non possono più non guardare alle metriche sottostanti. Ed è questa la causa dei premi di rischio legati al tasso debitore del Regno Unito per il governo, le imprese e le famiglie. Una completa inversione di marcia potrebbe non essere sufficiente, ma per ora è comunque il minimo indispensabile.
Commento a cura di Michael Michaelides, analista obbligazionario, Carmignac