Quando il NASDAQ è crollato del 10% mercoledì scorso, il rendimento del Treasury decennale, all’1,87%, aveva superato il nuovo massimo a due anni. Detto rendimento è ora leggermente diminuito e questo è un buon segno.
Siamo bombardati dalle notizie sull’aumento dei tassi di interesse: e questo dovrebbe danneggiare tutto il settore dei titoli crescita, favorendo i titoli value.
Tale ipotesi è sostenuta dalla stampa finanziaria di tutto il mondo. E questo mi induce perfino a dubitare di tali presunte certezze: quello che è più probabile è una selezione molto più accurata sui titoli e la probabile batosta di alcuni titoli sui quali si sono creati falsi miti.
Nel frattempo, abbiamo visto peggiori risultati sui bilanci delle banche americane nell’ultimo trimestre.
Quando la FED aumenterà i tassi di interesse a marzo, i rendimenti obbligazionari dovranno aumentare nella stessa quantità, altrimenti saranno proprio le banche a soffrire per lo schiacciamento della propria redditività. Quindi, starei molto attento a puntare sulle banche, a breve termine.
D’altra parte i titoli growth, specie i tecnologici, non sono di per sé influenzati dall’aumento dei tassi. Il rischio su tale comparto è una uscita dal mercato degli investitori sui titoli maggiormente sopravvalutati, specie i tecnologici, perché una parte del denaro si sposta verso l’obbligazionario. E di lì la mia tesi su una maggiore selettività prossima futura.
Il rischio sugli indici americani, Nasdaq in testa, è proprio legato al peso eccessivo di alcuni titoli, che potrebbero essere a rischio di sell-off, nel caso in cui l’ondata ribassista dovesse continuare. Cioè, l’innesco di una selezione naturale finirebbe con il deprimere l’andamento degli indici, almeno per il primo semestre dell’anno in corso.
Venerdì sera gli indici hanno chiuso con un rimbalzo potente. L’S&P500 ha testato per tutta la settimana i minimi di fine settembre e inizio ottobre e quel supporto è divenuto piuttosto importante.
È realistico pensare a qualche giorno di tregua rialzista: il grande interrogativo è quello solito.
Sarà un ritracciamento che poi dà origine ad un’altra gamba ribassista e quindi ad un affondo rispetto all’ultimo minimo, o è una inversione del trend in direzione nord?
La prima ipotesi è più probabile, ma, per ora, forse, possiamo pensare di puntare per qualche giorno al rialzo.
Report curato dall’Istituto Svizzero della Borsa, il portale della Conoscenza e della Cultura finanziaria. Sito: www.istitutosvizzerodellaborsa.ch
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