3 Ottobre, 2025
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    Analisi dei mercatiIl prezzo del Petrolio potrebbe schizzare a 185 dollari al barile

    Il prezzo del Petrolio potrebbe schizzare a 185 dollari al barile

    Prezzo del petrolio che potrebbe arrivare a nuovi massimi storici a seguito del possibile stop di greggio russo da parte dell’Unione Europea, prezzo del gas che ha raggiunto il record negli ultimi 14 anni e Italia che guarda al gas liquefatto come soluzione che potrebbe alleviare almeno parzialmente i problemi in termini di dipendenza economica dalla Russia: queste alcune delle principali ripercussioni energetiche provocate dal conflitto in atto e che stanno coinvolgendo il nostro Paese e il mondo intero.

    Il petrolio potrebbe raggiungere nuovi massimi storici

    Mentre l’Europa e il mondo intero stanno cercando di ridurre il consumo di greggio e guardando anche a nuove forniture energetiche nel settore delle rinnovabili, JP Morgan ha sottolineato che se l’UE bandisse immediatamente il petrolio russo, i prezzi potrebbero salire a 185 dollari al barile.

    Guardando alla situazione globale, mentre il più grande giacimento petrolifero della Libia “Sharara” è stato chiuso per questioni politiche, la Cina ha registrato enormi cali nella lavorazione di petrolio nelle raffinerie. La capacità utilizzata nelle raffinerie private nell’area dello Shandong è scesa a circa il 50%, livello di potenza che è stato visto l’ultima volta nel 2016, escluso il periodo pandemico.

    Il prezzo del greggio rimane alto e ciò dimostra che il mercato è ancora molto più preoccupato per un calo dell’offerta dalla Russia che per i problemi di approvvigionamento dalla Cina. A lungo termine, tuttavia, i problemi della domanda cinese potrebbero essere di fondamentale importanza, quindi le prospettive dei prezzi per l’autunno potrebbero portare a un calo dei prezzi stessi.

    A 165 dollari al barile, la domanda dovrebbe essere impattata a livello globale, il che coprirebbe le perdite delle esportazioni russe. I paesi sviluppati, tuttavia, possono resistere ad aumenti di prezzo compresi tra 200 e 220 dollari al barile.

    L’Italia guarda al gas liquefatto

    Nel corso del 2021, l’Italia ha importato dalla Russia circa 29 miliardi di metri cubi di gas naturale. Oltre al recente accordo siglato con l’Algeria, che porterà quest’anno il Paese africano a superare la Russia come nostro principale fornitore di gas, l’Italia ha appena raggiunto un’intesa con il Congo per la fornitura di gas in forma liquida, che arriverà via nave e dovrà essere trasformato in forma gassosa prima di essere immesso nella rete pubblica.

    Nel frattempo, il mercato teme che la Russia fermi i trasferimenti di gas verso i paesi dell’Unione Europea se non decideranno di pagare il gas in rubli. Gli aumenti molto forti dei prezzi del gas sul mercato americano hanno portato a un massimo del prezzo degli ultimi 14 anni. Le scorte statunitensi ben al di sotto della media quinquennale sono causate dall’aumento delle esportazioni di gas verso i paesi europei. Se si interrompessero le forniture dalla Russia ai paesi dell’UE, i prezzi del gas negli Stati Uniti potrebbero salire a livelli non registrati dal 2008 (quando gli Stati Uniti erano ancora importatori netti di gas).

    Le scorte di gas in Europa stanno aumentando, tuttavia nel caso in cui la Russia decidesse di fermare le esportazioni di gas, la domanda di gas statunitense potrebbe aumentare in modo significativo, il che aumenterebbe i prezzi”, ha sottolineato Walid Koudmani, Chief Market Analyst di XTB. “Tenendo conto dei costi di trasporto, liquefazione e rigassificazione, il prezzo in Europa è ancora molto interessante per i produttori statunitensi, visti i recenti aumenti locali dei prezzi negli Stati Uniti”.

    Parlando del settore energetico, credo che la cosa più incisiva da fare sia partire dalle sue performance: nel 2021 ha fatto un +46% e da inizio 2022 ha già fatto il +41,5%. Questi numeri parlano da soli”, ha aggiunto Marco Casario, macrotrader e macroinvestor. “Le motivazioni che hanno portato agli aumenti di petrolio e gas sono molteplici e partono dalle interruzioni e poi accelerazioni della domanda/offerta durante la pandemia, da una OPEC che non riesce a mantenere la produzione ai numeri che ha stabilito, dal conflitto Russia/Ucraina, passando per la transizione alle energie rinnovabili. Insomma, un cocktail esplosivo che si è trasformato in una bull run violenta”.

    Degli attuali avvenimenti geopolitici in atto, così come delle ripercussioni in termini di impatto energetico e macro-scenario economico, si parlerà nel corso dell’evento realizzato da XTB “Conflitto Russia-Ucraina: intervista esclusiva ad Alberto Negri”, giornalista ed ex inviato di guerra, che si terrà mercoledì 27 aprile alle ore 18.00 in streaming sul canale YouTube di XTB.

    Sempre in tema energetico, il macrotrader e macroinvestor Marco Casario ha realizzato, in collaborazione con XTB, una serie di video corsi dedicati a petrolio, gas naturale ed energie rinnovabili, in particolare uranio e carbone.

    Questo il programma dettagliato del video corso:

    • Lezione 1. La Crisi del Settore Energetico: Petrolio e Natural Gas
    • Lezione 2. Energie Rinnovabili contro Uranio e Carbone
    • Lezione 3. Il Settore dell’Agricoltura e il prezzo del “food”
    • Lezione 4. Il rallentamento della Catena di approvvigionamento
    • Lezione 5. Inflazione persistente: muoversi tra opportunità e rischi

    Informazioni su XTB Group

    Il Gruppo XTB è costituito da aziende con uno dei più grandi Broker FX e CFD elencati in borsa nel mondo. Il Gruppo XTB ha entità regolamentate dalle più grandi autorità di supervisione del mondo, compresa la FCA, la CYSEC e il KNF. Con oltre 16 anni di esperienza, XTB Group offre ai trader al dettaglio accesso immediato a centinaia di mercati globali. XTB è un’azienda Fintech basata su fiducia, tecnologia e supporto.

    Dal 2004, il Gruppo XTB ha ampliato in 12 mercati principali in Europa, America Latina e Asia, attirando oltre 447.000 clienti. Nel 2021, il Gruppo XTB ha ricevuto licenze per operare negli Emirati Arabi Uniti e in Sud Africa. Gestire la premiata pluripremiata XStation e XStation Mobile piattaforme, le entità del Gruppo XTB offrono oltre 5.400 strumenti, comprese azioni e ETF reali, e CFD su forex, indici, materie prime, azioni , ETF e criptovalute. Attraverso X-Open Hub, XTB fornisce tecnologie leader per le istituzioni finanziarie di tutto il mondo.

    I CFD sono strumenti complessi e presentano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. Il 71% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro quando fanno trading di CFD con XTB S.A. Valuti se comprende il funzionamento dei CFD e se può permettersi di correre questo alto rischio di perdere il Suo denaro.
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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 25 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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