
Il mese di settembre 2025 si è aperto con un dato clamoroso: l’argento ha chiuso una seduta a 40,81 dollari l’oncia, segnando un rialzo del 2,65% in un solo giorno. Si tratta di un traguardo importante perché la soglia dei 40 dollari non veniva consolidata da oltre un decennio.
Il movimento non è stato casuale: il mercato dei metalli preziosi sta beneficiando di una combinazione di fattori macroeconomici, tra cui aspettative di politica monetaria più espansiva, un dollaro in indebolimento e un contesto di inflazione persistente.
Il confronto con la storia: 1980 e 2011 come punti di riferimento
Il prezzo dell’argento sopra i 40 dollari rappresenta un livello che, nella storia recente, è stato raggiunto solo due volte: nel 1980 e nel 2011.
Nel 1980, il rally fu alimentato principalmente dalla speculazione dei fratelli Hunt, che tentarono di monopolizzare il mercato acquistando enormi quantità di metallo fisico e contratti futures. L’impennata portò il prezzo dell’argento a sfiorare i 50 dollari l’oncia, ma il movimento durò poco: la Federal Reserve intervenne con politiche monetarie restrittive e l’eccesso di leva finanziaria generò un crollo altrettanto rapido.
Nel 2011, invece, il contesto era diverso. L’argento beneficiò delle politiche ultra-espansive della Fed dopo la crisi finanziaria del 2008, con tassi a zero e programmi di quantitative easing. In quel periodo, il metallo toccò i 49,80 dollari, spinto sia dalla domanda di investimento che da quella industriale. Tuttavia, il rally si interruppe con il rafforzamento del dollaro e la progressiva normalizzazione delle politiche monetarie.
Oggi, nel 2025, il quadro presenta analogie ma anche differenze sostanziali: il deficit strutturale di offerta, la crescente importanza dell’argento nelle tecnologie verdi e l’indebolimento della fiducia nel dollaro rendono la situazione più solida rispetto ai cicli precedenti. Questo spiega perché molti analisti ritengano che la barriera dei 50 dollari non sia più un miraggio.
Fattori che alimentano il rialzo dell’argento
L’attuale corsa dell’argento non è frutto di una speculazione momentanea, ma di una serie di dinamiche macroeconomiche e strutturali.
1. Politica monetaria della Federal Reserve
Il mercato sconta con quasi il 90% di probabilità un taglio dei tassi da parte delle Fed già a settembre. Una politica monetaria più morbida riduce i rendimenti reali, penalizza il dollaro e rafforza l’appeal dei metalli preziosi.
2. Inflazione persistente
Nonostante i rialzi dei tassi negli anni precedenti, l’inflazione statunitense rimane sopra l’obiettivo del 2%. Gli investitori cercano protezione acquistando asset reali come oro e argento, che storicamente preservano il potere d’acquisto.
3. Deficit di offerta
Il mercato fisico è in tensione: l’argento è nel quinto anno consecutivo di deficit, con una domanda che supera la produzione mineraria e il riciclo. Nel 2024 il gap stimato è stato superiore a 200 milioni di once, spinto da un boom della domanda industriale.
4. Utilizzo industriale in crescita
Il ruolo dell’argento come materia prima strategica non è mai stato così importante. È essenziale nella produzione di pannelli fotovoltaici, semiconduttori, batterie e strumenti medici. La transizione energetica e l’espansione dell’intelligenza artificiale stanno moltiplicando le applicazioni tecnologiche del metallo.
5. Debolezza del dollaro
Un dollaro in calo sostiene ulteriormente i prezzi delle commodity denominate in valuta USA, compreso l’argento, aumentando la domanda da parte degli importatori globali.
Oro e argento: un tandem in corsa
La correlazione tra oro e argento resta molto forte, anche se i due metalli hanno caratteristiche diverse. L’oro è principalmente un bene rifugio, mentre l’argento combina questa funzione con un utilizzo industriale sempre più rilevante.
Nel 2025, il prezzo dell’oro si è mantenuto vicino ai 3.480 dollari l’oncia, sfiorando i massimi storici. L’argento ha ridotto la distanza relativa, spingendo il rapporto oro/argento a quota 85,67. Sebbene questo livello sia ancora superiore alla media storica (circa 60), indica che l’argento ha spazio per sovraperformare.
La storia dimostra che, nei periodi di forte bull market per i metalli preziosi, l’argento tende a crescere con maggiore intensità rispetto all’oro. Questo perché, oltre all’investimento, intervengono i flussi di domanda industriale che amplificano i movimenti. Non è un caso che analisti come quelli di UBS e Morgan Stanley parlino di un potenziale rialzo extra dell’argento rispetto alle previsioni, con l’ipotesi di una corsa verso i 50 dollari l’oncia entro i prossimi 12-18 mesi.
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Investire nell’argento: opportunità e strategie
Decidere di investire nell’argento oggi significa confrontarsi con un mercato in piena accelerazione, ma anche con un’elevata volatilità.
Per chi ha un approccio di lungo periodo, l’argento rappresenta un asset strategico sia come copertura dall’inflazione sia come scommessa sulla transizione energetica. Accumulare posizioni gradualmente, tramite acquisto fisico o ETF, consente di ridurre il rischio di entrare in momenti di euforia eccessiva.
Chi adotta un approccio più speculativo deve invece monitorare i livelli tecnici chiave: il supporto principale è a 39 dollari l’oncia, mentre la resistenza immediata si colloca a 41,50 dollari. Un superamento deciso di quest’ultima soglia aprirebbe la strada a nuovi target rialzisti verso i 44 e 47 dollari.
Le opzioni di investimento spaziano dall’argento fisico (lingotti e monete), agli ETF quotati, fino alle azioni minerarie di società esposte al metallo. Ogni strumento presenta vantaggi e rischi differenti: i prodotti fisici offrono sicurezza, gli ETF liquidità e le azioni minerarie un effetto leva sui prezzi.
In sintesi: il futuro dell’argento nel 2025
Il superamento stabile della soglia dei 40 dollari segna una svolta per l’argento, che torna al centro delle strategie degli investitori. A sostenere questa fase rialzista ci sono tre pilastri: attese di politica monetaria espansiva, deficit strutturale di offerta e domanda industriale crescente.
Se il trend dovesse proseguire, i prossimi mesi potrebbero avvicinare il metallo ai 45-50 dollari, livelli che non si vedono da oltre un decennio. Tuttavia, il percorso non sarà lineare: fasi di volatilità e prese di profitto sono inevitabili.
Per chi vuole investire nell’argento il 2025 rappresenta una fase cruciale: un’occasione per entrare in un mercato che unisce caratteristiche difensive e prospettive di crescita strutturale legate alla trasformazione energetica e tecnologica globale.
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