
I dati più recenti sul mercato del lavoro USA hanno sorpreso negativamente gli investitori con una crescita occupazionale ben al di sotto delle attese. I numeri diffusi dal Bureau of Labor Statistics sollevano interrogativi cruciali sulle prossime mosse della Federal Reserve e alimentano le previsioni di un imminente taglio dei tassi Fed.
Qui di seguito il commento relativo al report NFP di agosto, a cura di Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.
Perché i dati NFP di agosto sono cruciali
I report mensili sul lavoro americano, conosciuti come Non Farm Payrolls (NFP), sono tra i dati macroeconomici più osservati al mondo dagli investitori e dagli analisti. Non si tratta solo di numeri sull’occupazione: questi dati rappresentano un indicatore chiave dello stato di salute dell’economia statunitense.
Il NFP di agosto ha evidenziato una creazione di soli 22 mila nuovi posti di lavoro, un risultato molto lontano dalle stime che parlavano di almeno 75 mila. Questo dato, insieme alle revisioni al ribasso dei mesi precedenti, ha confermato un rallentamento più marcato del previsto.
Con la disoccupazione USA al 4,3% e salari in linea con le previsioni, cresce l’ipotesi che la Federal Reserve sia costretta a rivedere la propria politica monetaria e ad accelerare un taglio dei tassi di interesse già a settembre.
I dati precedenti hanno subito importanti rettifiche:
- giugno rivisto al ribasso a -13 mila posti,
- luglio corretto al rialzo a +79 mila posti.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si attesta al 62,3%, senza variazioni rilevanti, mentre i salari medi orari hanno registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e del 3,7% su base annua, in linea con le aspettative.
Questi dati, se letti nel loro complesso, delineano un mercato del lavoro USA più fragile, in cui la crescita occupazionale non riesce a mantenere il passo previsto dagli analisti.
Perché il NFP di agosto cambia le prospettive della Federal Reserve
Il report NFP agosto rappresenta una svolta significativa per le decisioni della Federal Reserve. La creazione di soli 22 mila posti di lavoro dimostra che l’economia Usa sta perdendo slancio e che le aziende potrebbero iniziare a ridurre le assunzioni.
Questa debolezza obbliga Powell e i membri del FOMC a considerare un cambio di rotta. Il mercato ormai prezza come molto probabile un taglio dei tassi Fed a settembre, con una riduzione di 25 punti base che porterebbe il range dal 4,25%-4,50% al 4%-4,25%.
Un simile intervento avrebbe due scopi principali:
- evitare che la disoccupazione USA cresca oltre i livelli attuali,
- sostenere i consumi e la fiducia in un contesto economico in rallentamento.
Taglio tassi Fed: le possibili mosse nei prossimi mesi
Gli investitori non guardano solo alla decisione di settembre, ma si interrogano su quante volte la Federal Reserve sarà costretta a intervenire nel corso del 2025.
Un ulteriore peggioramento del mercato del lavoro USA o un rallentamento dell’inflazione potrebbero portare a due tagli dei tassi entro la fine del prossimo anno. Questo scenario ha implicazioni dirette su diversi asset finanziari:
- le azioni USA potrebbero beneficiare di condizioni monetarie più accomodanti,
- il dollaro statunitense rischierebbe un indebolimento, con conseguente supporto a oro e petrolio,
- i rendimenti obbligazionari si adeguerebbero a nuovi equilibri, creando maggiore volatilità sui Treasury.
Considerazioni finali
Il NFP di agosto ha lanciato un messaggio inequivocabile: il mercato del lavoro USA rallenta e la Federal Reserve non può più attendere. La probabilità di un taglio tassi Fed nel prossimo meeting di settembre appare ormai altissima, con la possibilità di ulteriori mosse nei mesi successivi.
Per gli investitori, il momento richiede attenzione e strategia. I dati macroeconomici che arriveranno, soprattutto quelli sull’inflazione, diventeranno determinanti per anticipare le prossime mosse della banca centrale americana.
Profilo dell'Analista

Filippo A. Diodovich, Market Strategist per IG, è un esperto di analisi fondamentale e tecnica, applicata ai mercati finanziari (azionari, valutari, obbligazionari, delle commodities e dei derivati).
Dopo aver conseguito una laurea in Economia Politica all'Università Bocconi di Milano inizia il proprio percorso professionale nel 2002 presso l'ufficio studi di una delle maggiori banche d'affari statunitensi per poi passare nel 2003 a lavorare per un'azienda italiana specializzata nell'utilizzo delle metodologie dell'analisi tecnica per valutare l'andamento delle piazze finanziarie. È entrato a far parte del team di IG nel 2012.
Queste informazioni sono state preparate da IG Markets Limited e IG Europe GmbH (di seguito “IG”). Il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti.
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