In questi giorni c’è una notizia che domina su tutte, vale a dire il primo attesissimo ETF futures su Bitcoin che inizierà a fare trading negli Stati Uniti. Ti spieghiamo perché il nuovo ETF a sorpresa è importante, ma probabilmente non significa quasi nulla per il mercato.
Un ETF sui futures su Bitcoin sarà quotato negli Stati Uniti
Per anni la comunità Bitcoin ha fantasticato su quando un ETF Bitcoin sarebbe stato quotato negli Stati Uniti. L’ETF è stato molto atteso per diversi motivi ma in modo particolare perché consente agli investitori negli Stati Uniti di ottenere esposizione a Bitcoin attraverso il loro normale conto di intermediazione basato su un quadro normativo senza le incombenze di gestione tipiche dei Bitcoin. Confrontando gli ETF con gli ETP, negoziabili in più parti del mondo, gli ETF sono spesso in grado di offrire una commissione di gestione più competitiva rispetto agli ETP di criptovaluta, riducendo al contempo il rischio per gli investitori in caso di insolvenza dell’emittente.
Dal momento che negli Stati Uniti i Bitcoin rappresentano attualmente il mercato delle criptovalute più influente, la quotazione degli ETF è stata molto attesa, con più emittenti che hanno cercato l’approvazione per un ETF nel corso degli anni. Finora, ogni proposta è stata respinta dalla SEC. Ma con più ETF approvati in Canada e MicroStrategy quotata negli Stati Uniti che agisce in una certa misura come una sorta di ETF a causa del loro considerevole tesoro di 114.000 Bitcoin, la SEC ha dovuto cedere.
Giovedì scorso, sono iniziate a circolare voci credibili secondo cui la SEC non avrebbe bloccato il lancio di ETF sui futures su Bitcoin di ProShares che anzi avrebbe iniziato a essere scambiata questa settimana. Venerdì, dopo la chiusura del mercato azionario, la voce è stata confermata poiché l’ETF sui futures è stato quotato sul sito Web della SEC per iniziare a negoziare sulla Borsa di New York, a condizione che non si presentino reclami dell’ultimo minuto da parte della SEC. L’ETF sui futures non ha ricevuto l’approvazione formale dalla SEC, ma inizierà semplicemente ad essere negoziato poiché le regole stabiliscono che si può fare se non vengono sollevate obiezioni ora che saranno trascorsi 75 giorni dalla presentazione iniziale per la quotazione dell’ETF. Dalle voci alla conferma, il lasso di tempo è stato particolarmente breve, quindi sembrava che stesse venendo fuori dal nulla. Secondo le voci e la conferma della stessa settimana scorsa, Bitcoin è passato da circa 57.500 (BTCUSD) raggiungendo nelle ultime ore nuovi record sopra ai 66.000 dollari.
Nonostante questa situazione, l’ETF Bitcoin basato sui future si rivelerà probabilmente meno importante di quanto sperano i sostenitori della criptovaluta. Ciò è dovuto principalmente all’ETF che detiene futures su Bitcoin che devono essere rinnovati con un rendimento negativo alla scadenza di ogni contratto (il costo annuo totale aumenta fino al 5% – 10% in aggiunta alla commissione di gestione) piuttosto che detenere Bitcoin “fisici” che l’ETF memorizza.
Inoltre, i future su Bitcoin potrebbero non avere lo stesso prezzo dei Bitcoin detenuti fisicamente, esponendo potenzialmente gli investitori a un premio di prezzo. La commissione di gestione più bassa per gli ETF Bitcoin è stata precedentemente riconosciuta, ma ciò non avvantaggia gli investitori che detengono ETF future su Bitcoin. Per alcuni investitori tutto questo rende effettivamente la detenzione di ETF futures meno rischiosa ma piuttosto costosa. Per questi motivi, l’ETF probabilmente non attirerà molti investitori a lungo termine, presumibilmente rendendo l’ETF dei futures meno influente su Bitcoin del previsto.
L’ETF sui future potrebbe probabilmente portare a una maggiore fiducia da parte della SEC che in prospettiva potrebbe pensare di rilasciare un ETF spot, come ritengono molti sostenitori della criptovaluta. Sebbene ciò possa essere vero, ci sono notevoli differenze tra un ETF spot Bitcoin e un ETF futures. Una in particolare: i Bitcoin fisici devono essere detenuti da un custode, il che aumenta il rischio di perdita tramite attacchi di hacking o errori di scambio. Inoltre, i Bitcoin devono essere acquistati, venduti e conservati in un ambiente altamente non regolamentato, in particolare sui fornitori di servizi cripto-finanziari nativi, cosa con cui la SEC probabilmente non è a suo agio. Per la SEC, questi fattori possono rappresentare un ostacolo significativo alla quotazione di un ETF spot. Ad esempio, la SEC ha posticipato le scadenze di quattro domande di ETF spot Bitcoin a novembre e dicembre di quest’anno.
Venerdì scorso il regolatore finanziario del Baliato di Guernsey (Dipendenza della Corona costituita dall’isola di Guernsey e da altre più piccole, tutte situate nel Canale della Manica) ha approvato uno spot ETF europeo su Bitcoin di Jacobi Asset Management, una società di investimento multi-asset con sede a Londra, con il Bitcoin stesso che sarà conservato da Fidelity Digital Assets, una sussidiaria di Fidelity Investments. L’ETF sarà aperto agli investitori al di fuori degli Stati Uniti sulla borsa CBOE Europe Equities a condizione che riceva l’approvazione della quotazione dalla Financial Conduct Authority (FCA), un regolatore finanziario nel Regno Unito. L’approvazione di questo ETF spot esercita probabilmente un’ulteriore pressione sulla SEC per quotare un ETF spot anche negli Stati Uniti.
Articolo redatto da Mads Eberhardt, Cryptocurrency Analyst per BG SAXO. Altre informazioni su www.bgsaxo.it
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