Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente hanno storicamente influenzato i mercati finanziari globali, ma l’aumento delle recenti ostilità tra Iran e Israele ha avuto un impatto significativo su vari asset. Questo articolo esplora
Questo il commento Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, sulle dinamiche del conflitto e le possibili implicazioni per gli investitori.
Attacco dell’Iran e Reazione di Israele
L’attuale contesto si è sviluppato a seguito del secondo attacco dell’Iran contro Israele nel 2024, il primo dei quali è avvenuto ad aprile. Mentre i danni diretti su Israele sembrano finora limitati, la situazione rimane delicata, con molti investitori preoccupati per una possibile risposta da parte di Israele.
Si prevede che Israele possa reagire con una rappresaglia moderata, simile a quanto avvenuto in aprile, con l’obiettivo di rispondere agli attacchi iraniani senza però intensificare il conflitto. Questo approccio prudente potrebbe ridurre i timori di una maggiore escalation, soprattutto se i media statali iraniani riuscissero a minimizzare l’impatto di qualsiasi controffensiva.
Rischi di Escalation e Scenari di Mercato
Il rischio maggiore per i mercati si concretizzerebbe nel caso in cui Israele decidesse di prendere di mira obiettivi strategici iraniani. Tra questi, le strutture del settore petrolifero sono considerate cruciali, come i terminali petroliferi di Kharg Island o il porto di Bandar Abbas. Un attacco a queste infrastrutture potrebbe provocare una reazione sproporzionata da parte dell’Iran, con conseguenze devastanti.
Un punto critico è lo Stretto di Hormuz, una via di navigazione chiave per il trasporto di petrolio globale. L’Iran, grazie alla sua posizione geografica, potrebbe interrompere il traffico attraverso questo stretto, causando un immediato e massiccio aumento dei prezzi del petrolio. Tale scenario avrebbe ripercussioni a catena su vari settori economici globali, influenzando non solo i mercati delle materie prime ma anche le politiche delle principali banche centrali, che stanno cercando di allentare le loro politiche monetarie dopo i recenti rischi inflazionistici.
Reazioni dei Mercati Finanziari
Prezzi del Petrolio
La reazione immediata sui mercati delle materie prime è stata un aumento dei prezzi del petrolio del 3%, raggiungendo i livelli più alti delle ultime quattro settimane. Gli investitori ora sono alla ricerca di segnali più chiari sulla risposta di Israele, cercando di valutare se ci sia una reale possibilità di escalation che coinvolga la produzione di greggio. La possibilità che il conflitto possa interessare i principali impianti petroliferi iraniani è un fattore che potrebbe continuare a spingere verso l’alto i prezzi dell’energia.
Azioni del Settore Energetico e della Difesa
Le azioni delle società energetiche e del settore della difesa hanno beneficiato di questo clima di incertezza. Le grandi aziende energetiche come Exxon Mobil e Chevron hanno visto un aumento dei loro guadagni grazie all’incremento del prezzo del petrolio, mentre le aziende del settore della difesa come Lockheed Martin, RTX, Leonardo e Rheinmetall hanno tratto vantaggio dall’aumento delle spese militari.
Oro: Bene Rifugio
In questo contesto di incertezza, ci si sarebbe potuti aspettare un aumento significativo delle quotazioni dell’oro, considerato un tradizionale bene rifugio in tempi di crisi geopolitica. Tuttavia, al momento, l’oro ha mostrato una relativa stabilità, mantenendosi vicino ai $2650, leggermente sotto i suoi massimi storici di $2685. Questo suggerisce che gli investitori stanno ancora monitorando la situazione prima di muoversi pesantemente verso asset più sicuri.
Considerazioni Finali
Le attuali tensioni geopolitiche tra Iran e Israele rappresentano un punto critico per i mercati globali. Mentre una rappresaglia moderata potrebbe calmare le acque, il rischio di una significativa escalation rimane sul tavolo, e ciò potrebbe avere un impatto duraturo non solo sui prezzi del petrolio, ma anche sulle dinamiche macroeconomiche globali. Gli investitori dovranno continuare a monitorare attentamente la situazione, tenendo conto sia delle evoluzioni geopolitiche che delle implicazioni sui settori chiave, come energia e difesa.
Profilo dell’Analista
Filippo A. Diodovich, Market Strategist per IG, è un esperto di analisi fondamentale e tecnica, applicata ai mercati finanziari (azionari, valutari, obbligazionari, delle commodities e dei derivati).
Dopo aver conseguito una laurea in Economia Politica all’Università Bocconi di Milano inizia il proprio percorso professionale nel 2002 presso l’ufficio studi di una delle maggiori banche d’affari statunitensi per poi passare nel 2003 a lavorare per un’azienda italiana specializzata nell’utilizzo delle metodologie dell’analisi tecnica per valutare l’andamento delle piazze finanziarie. È entrato a far parte del team di IG nel 2012.
Queste informazioni sono state preparate da IG Markets Limited e IG Europe GmbH (di seguito “IG”). Il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti.
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