Il Patron di Tesla ha dichiarato mediante i suoi legali di tirarsi fuori dall’affare Twitter a causa dei falsi dati sul numero di account bot/fake. Twitter perde il 7% nel premarket. La notizia era già nell’aria venerdì scorso ma ieri notte è arrivata l’ufficialità. Elon Musk ha definitivamente ritirato la sua offerta di acquisto sul social network a causa delle contraddittorie statistiche in merito al numero di bot presenti sul social.
Un’acquisizione difficile
Musk aveva presentato la sua offerta di acquisto il 25 aprile, fissandola ad un prezzo di 54,20 dollari dollari ad azione. Tuttavia, meno di un mese dopo, la vicenda era già incagliata tra differenti stime sul numero di account falsi. Musk sosteneva (e lo fa tuttora) che la percentuale di account bot sul numero di account totali sia ben superiore al 20% mentre l’amministratore delegato di Twitter, Parag Agrawal, non ha mai voluto presentare dati ufficiali a riguardo ma anzi ha sempre affermato che la percentuale è inferiore al 5% dei 229 milioni di utenti attivi giornalmente.
Dopo circa due mesi di impasse l’amministratore delegato di Tesla ha dunque deciso di ritirare ufficialmente la sua offerta accusando la società di pubblicare dati falsi e fuorvianti.
La causa scatenante
Il numero di account falsi rimane la fonte principale – ma non l’unica – riguardo al fallimento dell’offerta. Infatti, un numero diametralmente opposto alle previsioni può cambiare notevolmente le stime future su ricavi e utili per account influenzando notevolmente il giudizio di investitori e inserzionisti.
A metà maggio la disparità di informazioni a riguardo è stata una leva utilizzata dal vulcanico Musk per tentare di abbassare il prezzo della sua offerta iniziale e portare comunque a termine l’acquisizione.
Non solo bot
Nonostante ciò, non sembra che questa sia l’unica fonte di preoccupazione per il miliardario americano. Infatti, alcune indiscrezioni sostengono che l’inversione a U sia stata dettata prevalentemente dalle condizioni dei finanziamenti per l’operazione che si sarebbero deteriorate notevolmente dopo il crollo delle quotazioni di Tesla poste come garanzia dei prestiti.
Commento a cura di Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia
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