I due aspetti della Cultura Finanziaria: C’è una leggenda di Wall Street che intende associare gennaio all’andamento di tutto l’anno. “Come va gennaio, così va il resto dell’anno“.
Questa leggenda è basata su un dato parzialmente vero: l’S&P500 ha chiuso l’anno in guadagno l’86% delle volte quando gennaio ha chiuso in rialzo. Dico parzialmente vero, perché questo dato è riferito agli ultimi 30 anni: l’S&P500 ha chiuso in guadagno 23 volte in questi anni. In 15 casi, dei 30, gennaio ha chiuso in profitto e di questi 15 casi, 13 volte l’S&P500 ha chiuso bene l’anno. Di lì l’86% (13 su 15).
Se però consideriamo dal 1929, su un periodo più lungo, la media si attenua: l’S&P500 ha chiuso in rialzo solo il 69% delle volte in cui gennaio ha chiuso in positivo.
Ciò premesso, mentre le leggende si concentrano su gennaio, molto spesso è proprio febbraio a fare da indicatore. E c’è una ragione specifica.
Febbraio è l’ottavo mese migliore. Cioè il Dow Jones ha una performance statisticamente positiva otto mesi su dodici, e febbraio è l’ottavo mese in questa classifica dei positivi. Una sorta di indicatore di borderline.
Gennaio, giugno, agosto e settembre sono i mesi peggiori per il Dow Jones. Febbraio è l’ultimo dei mesi migliori.
Dal 1993, quando si è verificato un sell-off a gennaio, soltanto cinque volte è proseguito su febbraio. E gli anni ti dicono sicuramente qualcosa: 2000, 2003, 2008, 2009 e 2020.
Possiamo dire che quando è accaduto, il periodo non era dei più felici … nel 2003 e 2009 in realtà furono straordinarie opportunità di acquisto quando il sell-off finì.
Il Dow Jones ha chiuso febbraio in positivo il 65,5% delle volte dal 1993. Il nervosismo sugli utili di gennaio si stempera e spesso il mercato riacquista fiducia. Peraltro, quando questo non avviene, è un pessimo indicatore dell’andamento degli utili delle aziende, la maggior parte dei quali viene annunciato per il quarto trimestre proprio in febbraio.
Molti ribassi del mercato in febbraio sono raggruppati: 1999, 2000, 2001, 2003 e poi 2007, 2008 e 2009. Il ribasso a febbraio è stato anticipatore di qualche evento forte, che coinvolge gli utili delle aziende in modo molto significativo.
Anche nel 2018, il calo di febbraio è stato in qualche modo un avvertimento della grande paura vissuta dal mercato al culmine della guerra commerciale USA-Cina: in quell’anno abbiamo avuto un gennaio positivo e un febbraio molto negativo. Le vendite continuarono in marzo, il mercato recuperò successivamente in autunno, ma poi ci fu un crollo storico a dicembre.
Attenzione quindi: avviene solo il 34% delle volte, ma un febbraio negativo nasconde spesso un gruppo di orsi in agguato. E ancora di più se è un sell-off in continuazione rispetto a gennaio.
Leggende e statistiche vanno conosciute e aiutano ad avere uno scenario di riferimento. Per fare trading di successo, devi avere una strategia collaudata e un grande professionista che la illustra nei minimi dettagli.
Report curato dall’Istituto Svizzero della Borsa, il portale della Conoscenza e della Cultura finanziaria. Sito: www.istitutosvizzerodellaborsa.ch
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