Negli investimenti rischio e rendimento sono indissolubilmente connessi. Non aspettatevi alti rendimenti senza alto rischio, oppure sicurezza senza bassi rendimenti. Più a lungo viene detenuto un asset rischioso e più basse sono le possibilità che dia un rendimento deludente. Nel lungo periodo, infatti, il rendimento tenderà a convergere verso un valore medio, che per un asset rischioso sarà più elevato che per un asset meno rischioso.
Il grado di rischio di un asset o di un portafoglio può essere misurato, anche se si tratta di un’operazione problematica, che dovrà essere meglio discussa. Normalmente il rischio viene definito come volatilità del prezzo dell’asset, espressa in termini di deviazione standard, una misura statistica della variabilità di una serie di dati attorno alla sua media.
Il comportamento di portafogli di asset diversi
Nel costruire un portafoglio è decisivo considerare il grado di correlazione tra gli asset. Va cioè compreso se gli asset tendono a muoversi assieme, nella stessa direzione, in direzione contraria, o se sono indipendenti tra loro. Minore è la correlazione, meglio è.
Diversificare il portafoglio tra asset non correlati porta a ridurre il rischio e ad aumentare i rendimenti. Ma per catturare questo maggiore rendimento è necessario ribilanciare periodicamente il portafoglio.
L’aggiunta di una piccola percentuale di azioni a un portafoglio obbligazionario aumenta i rendimenti ma al tempo stesso riduce leggermente il rischio; anche l’investitore più avverso al rischio dovrebbe dunque detenere un po’ di azioni.
L’aggiunta di una piccola percentuale di bond a un portafoglio azionario riduce il rischio in modo significativo mentre diminuisce solo di poco i rendimenti. Ai fini di una diminuzione del rischio sono da preferire i bond a breve termine (da sei mesi a cinque anni) rispetto a quelli a lungo termine.
Per ottenere lo stesso livello di rischio con titoli azionari a piccola capitalizzazione, anziché con titoli a larga capitalizzazione, è necessario “diluirli” con una maggiore percentuale di bond. A titolo di esempio, un portafoglio composto per metà di small caps e per metà di bond avrà un livello di rischio simile a quello di un portafoglio composto per il 75% da large caps e per il 25% da bond.
Evitate l’errore di prestare attenzione a serie statistiche di breve periodo. Nel giudicare i rendimenti delle diverse classi di asset non lasciatevi impressionare da rendimenti medi che non coprano almeno un periodo di 20-30 anni.
Ribilanciate periodicamente il vostro portafoglio, in modo da riportarlo alla scelta allocativa definita in partenza. Questo aumenterà i rendimenti di lungo periodo e assicurerà la necessaria disciplina nell’esecuzione della vostra strategia di portafoglio.
ho letto l’articolo.
Ma forse non ho capito bene.
C’è scritto che :”L’aggiunta di una piccola percentuale di azioni a un portafoglio obbligazionario aumenta i rendimenti ma al tempo stesso riduce leggermente il rischio; anche l’investitore più avverso al rischio dovrebbe dunque detenere un po’ di azioni.”
Se ho un portafoglio 100% di obbligazioni diversificato in valuta, rating e paese che mi rende dopo 10 anni es. 3% di rendimento annuo (stiamo sul sicuro e non giochiamo con bond greci…), se metto 5% di assett azionario, potrò ottenere dopo tot anni :
1. che l’asset azionario sia in perdita (come negli ultimi 10 anni…) del 20%
2. che sia in pareggio
3. che abbia guadagnato il 20%
ora un calcolo da media ponderata :
1. 95% * 3% + 5% * – 20% = 1,85% contro il 3% e sono in perdita dell’ 1,15%
2. 95% * 3% + 5% * 0% = 2,85% contro il 3% e sono in perdita dell’ 0,15%
3. 95% * 3% + 5% * 20 % = 3,85% contro il 3% e sono in guadagno del 0,85%
Dov’e che aumenta il rendimento e riduce il rischio se la volatilità a 10 anni delle azioni può essere del +/- 20% ?