La tensione che aveva colpito i mercati nelle ultime settimane, legata evidentemente ai problemi politici italiani, sembra lentamente dissolversi, se non altro per il fatto che il nostro paese, finalmente, ha un Governo. Già solo questo fatto, sembrerebbe aver calmierato i mercati, anche se lo spread, la differenza di rendimento tra i decennali italiani e quelli tedeschi, resta abbondantemente sopra i 200 punti.
La tensione, che si era scaricata sull’euro, sembra anch’essa venire leggermente meno, e pur con le incognite ancora presenti e con il fuoco che ancora cova sotto la cenere, ci apprestiamo forse a vivere qualche giorno con price actions differenti rispetto a quelle a cui abbiamo assistito.
In mezzo a questo scenario, appare assai meno rilevante anche la pubblicazione di certi dati e, la prima sorpresa che abbiamo avuto è che neanche il dato sui payrolls, ovvero gli occupati del settore non agricolo Usa, uscito venerdì alle 14.30, solitamente il dato chiave inteso come market mover per la volatilità di breve e di medio, riesce più a spostare i prezzi del mercato. La ragione è da ricercare evidentemente nel fatto che il mercato del lavoro è ai massimi storici e la disoccupazione ai minimi, intorno al 3.8%, che pare un livello oltre il quale, al ribasso, pare difficile andare. Il 3.8% si potrebbe tranquillamente considerare il top, nel senso che è un livello fisiologico per un paese di 300 milioni di abitanti. Quindi il dato di 223 mila, ancora estremamente positivo, uscito venerdì ha avuto l’effetto di muovere l’EurUsd di una 30 ina di punti, senza assolutamente provocarne ulteriore indebolimento.
Paradossalmente nel tardo pomeriggio di venerdì abbiamo assistito ad un calo improvviso dell’EurUsd, rivelatosi poi un bluff, ma comunque più importante di quello visto sul dato Usa, a causa di un rumors che riguardava una eventuale uscita dall’euro dell’Italia. Da quel momento, la moneta unica ha ripreso a salire e stamani la troviamo una quarantina di pips più in alto, vicino a 1.1700. Tecnicamente siamo di fronte ad una possibile fase di accumulazione sul grafico daily che potrebbe lasciar intendere che una correzione più importante, sia possibile e degna di essere presa in considerazione. I livelli tecnici da osservare sono posti nell’area 1.1720 30 che, per ora, hanno contenuto i rialzi, ma che potrebbero, se violati, dare il via ad un movimento almeno fino al 38.2% di movimento di tutta la discesa iniziata nel mese di aprile da 1.2410, cioè l’area di 1.1850 60, che non è lontana.
Ci apprestiamo quindi forse a vivere un periodo di rimbalzo di tutte le valute rispetto ad un biglietto verde che rimane il focus del mercato, legato ad una alta probabilità di vedere ancora dei rialzi dei tassi nell’anno in corso.
Uno dei Governatori della Fed, Williams, ha dichiarato che la Fed comincerà a tornare neutrale sui tassi, solo dopo aver alzato ancora almeno 3 volte, il che significa che i tassi Usa, torneranno al 2.5% prima di avere un approccio neutrale. E’ chiaro che se l’economia Usa continuerà a performare in questo modo, è evidente che nulla potrà fermare la corsa del dollaro, che rimane l’unica valuta nel panorama globale legata ad un paese che si è preparato per un eventuale ritorno di un periodo di rallentamento economico, se non addirittura una possibile futura recessione. Nessuno, ad eccezion fatta del Canada che, tra i paesi sviluppati, ha alzato due volte i tassi, dallo 0.75% all’1.25% , ha fatto altrettanto, per cui in caso di recessione, molte banche centrali si troveranno in difficoltà.
La Bce non ha ancora chiuso il Qe, e potrebbe farlo nella prossima riunione di questo mese di Giugno, soprattutto dopo le parole di Sabine Lautenschlager, la quale ha dichiarato, qualche giorno orsono, che la Bce è pronta ad uscire dal Qe, dopo la pubblicazione dell’inflazione tedesca e francese, uscite ben al di sopra delle aspettative. Se ciò accadrà significherà che la Bce uscirà dal paradigma di acquisti di titoli di Stato, iniziato con Draghi nel 2014, segno dei tempi e del fatto che nel giro di un anno e mezzo ormai, Draghi lascerà presumibilmente il posto a Weidmann, futuro governatore e falco all’interno dell’istituto Centrale. Molti si aspettano un Euro decisamente più forte con Weidmann alla guida della Bce, ma non dimentichiamo che l’Europa si troverà alle prese con la gestione di una intera area la quale ha esigenze differenti, soprattutto su questi temi. Le contraddizioni insite all’Unione Monetaria, potrebbero emergere ancor di più di quanto non si sia visto fino ad oggi, in cui queste differenze sono stata abilmente mascherate da Draghi, che ha mantenuto l’allentamento monetario per agevolare i paesi strutturalmente più deboli all’interno dell’Unione.
Tornando al mercato quindi, abbiamo detto di attenderci una fase di correzione del biglietto verde, anche contro sterlina, la quale sembrerebbe aver trovato una base e potrebbe finalmente riprendere a salire verso l’area compresa tra 1.3450 e 1.3500, prossimo target di questo movimento. Nel mentre anche il UsdJpy sembra aver marcato un minimo in area 108.10 e il superamento eventuale dell’area posta a 109.80 00, potrebbe rappresentare il viatico per una accelerazione con obiettivi da individuare tra 110.90 e 111.35 precedente top di fine maggio.
Sulle oceaniche non c’è molto da dire se non il fatto che Aud e nzd sembrano aver tenuto i supporti sui grafici a 4 ore ed ora potrebbero provare ad accelerare finalmente con obiettivi posti a 0.7650 per Aud e 0.7050 per Nzd, livelli chiave da superare per poter dire che il trend ribassista sia quasi definitivamente terminato.
Oggi, non è giornata chiave per i dati, anche se alle 10.30 verrà pubblicato i Pmi delle costruzioni inglese, seguito dai prezzi alla produzione di Eurozona alle 11.00. Nel pomeriggio factory orders Usa e durable good orders. Manteniamo l’attenzione molto alta, perché questa, in ogni caso, secondo noi , sarà una estate molto calda, in quanto le tensioni politiche in Europa non sono terminate, così come vi saranno conseguenze sulle decisioni prese da Trump sui dazi, che anche se sembrano essere passate leggermente in secondo piano in questo ultimo periodo, sono da considerare motivo di scontro a livello globale in sede Wto.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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