Il mercato dell’oro ha recentemente registrato una significativa discesa nei corsi. Gli esperti sostengono che le quotazioni al momento sono molto favorevoli. Le banche centrali hanno atteggiamenti diversi: se da un lato è presumibile che la Cina, visto il rallentamento, diminuirà la domanda, dall’altro la Bundesbank sembra mostrare un rinnovato, seppure prudente, interesse per il prezioso.
L’oro è un metallo prezioso che viene negoziato sul segmento Comex del Nymex (New York mercantile exchange). Dopo qualche anno di corsa sfrenata, il prezzo del lingotto nel mese di aprile ha avuto un calo significativo: toccati i 1.800 dollari per oncia nell’ottobre del 2012, le quotazioni dell’oro non hanno più raggiunto quei livelli e anzi, ultimamente, una importante correzione ha portato il valore di mercato al di sotto di 1.350 dollari per oncia. Nell’arco di sei mesi la discesa è stata di quasi il 25%. Il settore delle azioni aurifere ha seguito in maniera più ampia lo stesso percorso, facendo registrare nello stesso periodo un deprezzamento superiore al 44%.
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I fattori che spiegano questo andamento sono molteplici: dal punto di vista macroeconomico ci sono stati segnali di miglioramento del ciclo economico globale abbinati a contenute pressioni inflazionistiche. Inoltre sembra essersi ridotto il rischio di un fallimento dell’Eurozona, scenario che aveva contribuito non poco a sostenere il prezzo del metallo giallo. Infine (ma questo è un elemento da prendere con le pinze), pare che la Federai Reserve sia meno propensa a ricorrere in futuro a interventi non convenzionali di accomodamento monetario (quantitative easing). Il fattore scatenante è però costituito dalle voci che riguardano una possibile vendita parziale delle riserve auree da parte di Cipro (qualcuno aggiunge anche da parte dell’Italia, che viene al terzo posto nel mondo come quantità di oro stoccato, dopo Usa e Germania).
Per ciò che concerne i corsi delle azioni aurifere, il calo è dovuto a fattori di tipo microeconomico e si spiega sostanzialmente con una diminuzione della redditività, causata principalmente da un generalizzato aumento dei costi di produzione. In ogni caso, le quotazioni dell’oro in questa fase appaiono quanto meno allettanti, anche considerando la correlazione negativa esistente fra l’oro e gli altri asset rischiosi, fatto che lo rende uno strumento da inserire in una qualche misura in ogni portafoglio ben diversificato.
Se per investire in azioni aurifere sono disponibili diversi strumenti a gestione attiva, per quanto riguarda l’oro fisico regnano incontrastati gli Exchange traded commodity. Su Borsa Italiana nel segmento Etfplus vengono messi a disposizione dei risparmiatori diversi veicoli per investire sul metallo prezioso.