Nella giornata di ieri le borse americane hanno chiuso poco sotto la pari dopo una giornata decisamente volatile. L’indice S&P ha chiuso sotto i 2100 punti, con calo dello 0,11%, così come il Dow Jones ha lasciato lo 0,02% con 17863 punti.
Nel vecchio continente il Dax ha guadagnato lo 0,40%, mentre Piazza Affari ha annullato i guadagni e ha chiuso non lontano dai minimi segnati in avvio di seduta, sulla scia dei titoli del settore energetico e bancario, archiviando la seduta con un calo dello 0,4%.
Asia a due velocità dal punto di vista economico, con l’Hang Seng che chiude in sostanziale parità, a differenza del Nikkei che guadagna un punto percentuale.
Nel comparto delle materie prime il persistere dell’eccesso di scorte globali continua a pesare sul petrolio che tocca la soglia dei 45 dollari al barile, con una perdita del 2.4% nella sola giornata di ieri. Ancora in calo l’oro – per la settima volta consecutiva – sempre più vicino al supporto dei 1100 dollari per oncia, chiudendo la giornata di ieri a quota 1104.4.
Il mercato Forex conferma il generale apprezzamento del dollaro rispetto alla maggior parte delle valute. Il dato è confermato dall’indice Wall Street Journal Dollar, che mette a confronto il biglietto verde contro un paniere delle maggiori 16 valute mondiali, è aumentato dello 0,8% questa settimana e dello 0,2% nelle scorse ore durante le contrattazioni asiatiche, raggiungendo il livello massimo negli ultimi 13 anni. Il cambio euro/dollaro si mantiene sotto quota 1,09 e tratta ora intorno a 1,0870.
Se i numeri americani di oggi dovessero essere solidi, il biglietto verde potrebbe proseguire il suo rally sulle aspettative di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed a Dicembre.
In termini macroeconomici la giornata di ieri non hanno avuto un particolare impatto sui listini europei. La produttività nei settori non agricoli del terzo trimestre è salita dell’1,6%, mentre il costo unitario del lavoro del 3* trim. è aumentato dell’1,4%.
I dati sono passati in secondo piano in quanto gli investitori attendono soprattutto il dato relativo al NFP (NonFarmPayrolls), che se in linea alle attese potrebbero confermare la volontà della Federal Reserve di alzare i tassi nel mese di dicembre.
A livello europeo attesa in mattinata per i dati relativi al Regno Unito per la produzione manifatturiera ed il saldo della bilancia commerciale, previsti per le 10:30, che in caso di dato positivo potrebbe ridare nuovo slancio alla moneta inglese.
In seguito trovi una analisi dei principali cambi valutari (Eur/Usd, Gbp/Usd, Eur/Jpy) di oggi 6 novembre.
Analisi tecnica sul cambio EUR/USD
Il trend principale si trova in una fase di assestamento laterale.
In ottica intraday il livello dei prezzi è probabile che testi il supporto posto a 1,0863; in caso di rottura i prezzi potrebbero subire un’accelerazione ribassista con target posto a 1,0846. Qualora questo supporto non venisse sfondato è probabile che il livello dei prezzi ritracci fino alla resistenza posta a 1,0898.
TREND: Laterale
Analisi tecnica sul cambio GBP/USD
Il trend principale si trova in una fase flat range.
In ottica intraday dopo la forte spinta ribassista di ieri dovuta ai dati macroeconomici, il livello dei prezzi si trova a testare il supporto a 1,5173. Un eventuale rottura di tale supporto potrebbe comportare un ulteriore accelerazione ribassista, con primo target posto a 1,5160 e secondo a 1,5119. La mancata rottura del supporto a 1,5173 potrebbe spingere i prezzi alla resistenza posta a 1,5218.
TREND: Laterale
Analisi tecnica sul cambio EUR/JPY
Il trend principale si trova in una fase di flat range.
In ottica intraday, il livello dei prezzi si prepara a testare un supporto posto a 132,332; se questo supporto dovesse essere rotto è probabile che il livello dei prezzi subisca un’accelerazione ribassista con target obiettivo individuato a 132,141. In caso di mancata rottura è concreta la possibilità che il livello dei prezzi ritracci fino alla resistenza posta a 132,813.
TREND: Laterale
Report fornito da ucapital.it
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