Nei primi mesi del 2015 è ulteriormente migliorata l’intonazione positiva dell’azionario mondiale, situazione che ha visto gli indici portarsi sui massimi di tutti i tempi o da molti anni.
Negli Stati Uniti il Dow Jones si è spinto a inizio marzo ben oltre la soglia dei 18.000 punti, mentre l’S&P500 dalla fine di gennaio viaggia costantemente oltre il livello dei 2.000, con un picco sopra i 2.100.
Non sfigura il Vecchio continente, dove il Dax ha di recente toccato i massimi di sempre a ridosso dei 12.400 punti, mentre in Italia il FtseMib ha inanellato una serie di rialzi consecutivi che ha risollevato l’indice dai 18.000 punti d’inizio anno fin sopra i 24.000 punti a metà aprile.
Protagonista anche l’Asia, dove il Nikkei225, favorito dalla persistente debolezza dello yen, che favorisce i titoli legati all’export, ha oltrepassato la soglia dei 20.000 punti, ai massimi degli ultimi 15 anni, mentre l’Hang Seng ha raggiunto livelli che non si vedevano dal 2007.
A favorire l’ottimismo sui mercati internazionali giocano da un lato i forti dati macro statunitensi, che lasciano presagire un imminente rialzo dei tassi da parte della Fed, mentre dall’altro in Europa la Bce sta giocando un ruolo fondamentale e sull’economia reale iniziano a intravedersi i primi segnali dell’allentamento quantitativo in atto.
A beneficiare in particolar modo della situazione europea sono i titoli legati all’export, forti del consistente deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro.
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Partendo dal presupposto che gli analisti rimangono positivi sull’azionario mondiale, con particolare focus sull’Europa, alla luce del consistente rally d’inizio 2015 e soprattutto dei livelli minimi cui viaggia la volatilità, non sorprenderebbe assistere a un ritracciamento dagli attuali livelli. In tale contesto, una strategia interessante nel breve termine, in ottica di copertura di portafoglio puramente speculativa, potrebbe essere quella di andare alla ricerca di strumenti “Short”. Addentrandoci nel vasto mondo dei certificati d’investimento, sono quotati sul mercato svariati Certificati Benchmark, che consentono di trarre beneficio da un eventuale storno dei mercati.
Entrando più nel dettaglio, UniCredit mette a disposizione tre Benchmark “Short” su altrettanti indici azionari europei: il Dax, l’Eurostoxx50 e il Ftse-Mib. Qui sotto nella tabella le caratteristiche dei tre strumenti: analizzando dal punto di vista tecnico la situazione del Dax, il grafico seguente mette in evidenza l’evoluzione del sottostante all’indice tedesco, lo Shortdax.
L’importante doppio minimo disegnato tra marzo e aprile potrebbe creare i presupposti per un eventuale rimbalzo delle quotazioni. Segnali in tal senso iniziano a intravedersi anche dai principali indicatori, con l’Rsi uscito dall’ipervenduto e il Macd che ha incrociato verso l’alto la propria Signal Line, anche se con entrambi al momento ancora in terreno negativo.