A dispetto della retorica che i rappresentanti di Cina e Usa utilizzano per arrivare ai proprio obiettivi sul commercio, retorica spesso fatta di accuse reciproche e di parole anche pesanti, sotto traccia si va avanti per il raggiungimento della fase uno dell’accordo per eliminare i dazi. Accade però che in questo stesso periodo, caratterizzato dalle imminenti festività di fine anno, e quindi dalla bassa liquidità dei mercati, ognuna di queste parole può scatenare un putiferio, e andare a creare anche panico su mercati illiquidi. È successo all’azionario Usa che martedì pomeriggio era sceso in modo impulsivo insieme al UsdJpy e alla salita dell’oro, mentre ieri, mercoledì, ci si è resi conto di aver esagerato con le parole e quindi si è corsi ai ripari, con dichiarazioni più concilianti da parte dell’amministrazione Usa, responsabile per aver rilasciato dichiarazioni nelle quali si prospettava un rinvio dell’accordo e forse anche il suo fallimento. Per fortuna, almeno sulle valute, eccezion fatta per lo Yen, non si sono visti movimenti così violenti, anche perché questa retorica è ormai considerata obsoleta dagli investitori e in ragione del fatto che c’è poco e scarso interesse proprio perché i book sono quasi in chiusura per i bilanci del 2019. Dalla settimana prossima, molto probabilmente, vedremo il mercato spegnersi lentamente.
Nella notte segnaliamo però l’aumento della riserva obbligatoria, fissato dalla Rbnz, che chiede più capitalizzazione alle banche presso il sistema, che equivale ad un drenaggio di liquidità dal sistema ed è stato interpretato dal mercato stesso al pari di un possibile aumento del costo del denaro (che nei fatti non è ovviamente), tanto che Nzd ha fatto un balzo in avanti sul dollaro, salendo a 0.6562 per poi recedere velocemente e tornare in area 0.6530. Entrando nel dettaglio al Rbnz ha richiesto agli Istituti di credito più importanti un aumento dei depositi presso il sistema centrale dal 10% al 18% della propria capitalizzazione, mentre ha richiesto il 16% alle banche più piccole. Poco dopo il Governatore Orr ha dichiarato che questa precauzione servirà a proteggerle in caso di futura recessione a livello globale. Durante la notte è uscita anche la bilancia commerciale australiana, che vede un peggioramento dell’export di circa il 5%, mentre l’import sale leggermente rispetto al periodo precedente, con la conseguenza che il surplus della bilancia commerciale scende a 4.5 miliardi dai 6.1 miliardi di settembre. Di fatto resta comunque una bilancia commerciale ampiamente positiva, anche se sarà opportuno osservare i prossimi dati per comprendere la dinamica e se il trend sta cambiando. L’aumento dell’import segnala probabilmente un ritorno dell’aumento della domanda interna, per mesi al di sotto delle attese.
Ma la vera novità di ieri è rappresentata dalla sterlina, che ha violato l’area di 1.3010-20 e ha accelerato come non si vedeva da tempo raggiungendo massimi in area 1.3120 con la possibilità di salire verso i target di 1.3150-60 area e anche i massimi del mese di marzo scorso a 1.3380-90. Non vi sono ragioni specifiche, ma probabilmente qualcuno si aspetta la vittoria netta di Boris Johnson e, di conseguenza, anche la formazione di un Governo capace poi di avere i voti per approvare finalmente il deal raggiunto con l’Europa sulla Brexit.
Sulle altre valute, registriamo la discesa di UsdCad dopo che la Boc ha lasciato i tassi invariati, rilasciando poi un commento che ai più è parso poco dovish, nel senso che Poloz ha comunque elogiato la performance dell’economia canadese pur in un contesto difficile come quello dei dazi e del rallentamento globale. UsdCad a 1.3180 con possibilità di vedere 1.3150-60 dove c’è un supporto interessante a da cui ci si potrebbe attendere una correzione. La sensazione, dopo i dati Usa sul settore dei servizi di ieri, è che negli Usa stia arrivando il contagio, e che anche i settori più forti come quello del lavoro e dei servizi, potrebbero subire un rallentamento, più o meno marcato. Trump, quindi, presto dovrà fare i conti con questo rallentamento ed è forse per tale ragione che la sua strategia potrebbe cambiare nei mesi a venire e divenire maggiormente accomodante. Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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