Inizia una nuova settimana di contrattazioni nei mercati finanziari e non mancano le preoccupazioni. Ci aspettiamo momenti di forte volatilità per gli indici mondiali ma una osservazione speciale va alle principali commodities.
La scorsa settimana il prezzo del petrolio è sceso sotto i 30 dollari al barile, un livello che non si vedeva dal 2004 e che per molti è analisti non segna ancora la fine della discesa. Le previsioni indicano che il petrolio è pronto a raggiungere nuove soglie ribassiste e non si esclude che possa arrivare a 20 dollari. Proprio di questi livelli ne abbiamo parlato la scorsa settimana nell’articolo “Ecco perché i prezzi del petrolio continuano a scendere“.
Per quanto riguarda l’oro, abbiamo assistito ad un netto rialzo ad inizio anno superando quota 1.110 dollari l’oncia, per poi rintracciare anch’esso la scorsa settimana scendendo fino 1.070 dollari per pois stabilizzarsi a 1.088 dollari l’oncia.
Per la settimana che ha inizio è previsto un proseguimento laterale dei prezzi con range tra i 1.080 e 1.100. In caso di notizie importanti o qualche elemento che possa modificare questa analisi, pubblicheremo la notizia.
✅ Stai cercando un corso completo su come realizzare profitti con il trading? Questo è l’ebook che fa per te… Questa guida ti aiuterà a comprendere i concetti e le regole fondamentali per avere successo nel trading.
👉 Scarica la guida gratuita!
Per quanto riguarda il resto per mercato delle commodities, abbiamo parlato del Palladio la scorsa settimana, anch’esso sceso sui minimi degli ultimi 5 anni e che si appresta segnare nuovi record ribassisti. Una delle cause di questo crollo è dovuto principalmente dal settore auto (il Palladio viene utilizzato nei catalizzatori dei motori) e le presunte irregolarità della casa automobilistica francese Renault. Questo è il link all’articolo sull’analisi approfondita sul Palladio (Il prezzo del Palladio scende ai minimi dal 2010).
Un ultimo sguardo lo dedichiamo all’indice FtseMib che riapre la seduta a 19.195 (non troppo lontano dai minimi del 2015) e che continua a rimanere sotto scacco e ogni tentativo di rimbalzo viene subito soffocato a diversi fattori.
La volatilità che caratterizza piazza affari non solo è straordinariamente alta e non si riferisce ad una singola giornata, ma in questo periodo assistiamo a giornate che partono con dei forti segni positivi, per poi frenare e chiudere in rosso.
Questo è dovuto a numerosi fattori di natura macroeconomica, ma anche a tensioni internazionali, che subiscono delle svolte in alcuni casi solo paventate. Ciò rende molto nervosi i mercati in una fase in cui sta ancora elaborando le sue idee sulla possibilità che la crescita economica si stabilizzi in Europa e possa proseguire in America.
In questo scenario il terrorismo e le tensioni politiche dei Paesi del Medio Oriente rappresentano la ciliegina sulla torta e quindi i mercati da un lato sono estremamente volatili e dall’altro sono impostati al ribasso. Non fa eccezione il FtseMib che con la rottura di importanti statici ha inviato un chiaro segnale di debolezza.