Dopo mesi e mesi di rumors e notizie che ne hanno influenzato le price action, ci pare di ora di assistere ad un certo rifiuto, per chi opera sul mercato valutario, ad ascoltare tutte le voci che compaiono sui mercati, quasi che ci fosse una sorta di tendenza ad ignorarle perché perfettamente inutili a determinare un nuovo trend, ma solo rumors che si sfogano sui prezzi nel breve termine. E così le voci di difficoltà nel trovare un accordo tra Cina e Usa, uscite venerdì sera, non hanno causato la discesa delle oceaniche, o di quella del UsdJpy che avrebbe dovuto cedere terreno in ragione dell’avversione al rischio, o ancora un calo ulteriore della sterlina, date le enormi difficoltà della May in politica interna.
Insomma, una situazione che sembra cambiare e pare concentrarsi invece sui dati, quelli veri, tra cui per esempio il Pmi manifatturiero cinese, che questa notte, è uscito migliore delle attese, a 50.5 contro il 49.58 atteso, sopra l’area di confine che divide recessione da crescita, e primo dato reale in ripresa dal mese di Ottobre del 2018. La PBOC ha però respinto le voci che qualcuno ha messo in giro venerdì scorso, riguardanti un taglio della Riserva obbligatoria (RRR) che sarebbe dovuta uscire oggi. Detto ciò però segnaliamo le parole del Presidente Xi che si è detto meno ottimista del suo omologo americano relativamente all’ottimismo profuso sul raggiungimento di un accordo sui dazi, dato che ancora vi sono ostacoli non facili da superare, ma la strada sembra tracciata. Intanto il gigante asiatico va in giro a firmare accordi commerciali un po’ ovunque, e dopo gli incontri in Europa, con Francia e Italia, è stata la volta della Nuova Zelanda che ha firmato un accordo per eliminare la doppia tassazione tra i due paesi.
Rimanendo sulle oceaniche segnaliamo l’indice manifatturiero australiano uscito a 51, con Barclays che ha suggerito la vendita di EURAUD con target in area 1.5675 e stop a 1.5930. Poi è uscito il dato sull’inflazione prodotto dall’Australian Melbourne Institute, a +0.4% contro 0.1% atteso su base mensile a marzo e +2.1% rispetto ad un consensus di +1.7% su base annua, ben superiore alle attese. Relativamente alla Nuova Zelanda invece, è uscito il bollettino del New Zealand Treasury Monthly Economic Indicators che ha pubblicato il Pil del quarto trimestre del 2018 a + 0.6% con un dato annuale a +2.8%, mentre il deficit di conto corrente è cresciuto al 3.7% del Pil. Venendo al Giappone, segnaliamo l’uscita del Tankan, pubblicato dalla BOJ con cadenza trimestrale, ed è un indicatore che segnala l’andamento dell’economia giapponese, relativamente all’andamento delle aziende grandi medie e piccole rispetto ai settori manifatturiero e dei servizi. Il capital expenditure delle grandi aziende, è uscito a +1.2% contro il -0.4% atteso, mentre quello delle piccole aziende non manifatturiere è uscito a 12 contro 9 atteso. Il settore invece delle piccole e medie aziende manifatturiere ha fatto registrare un calo nel primo trimestre a 6 contro il 10 del consensus, così come l’outlook futuro prevede per le stesse un rallentamento per l’anno in corso. Il capital expenditure per queste ultime è uscito leggermente migliore delle attese, ma negativo a – 14.9% contro un -19.8% atteso, mentre il settore manifatturiero delle grandi aziende del settore manifatturiero è uscito nel primo trimestre a 12 contro 14 del consensus. Un quadro misto e di non facile lettura. Si evidenziano però ancora acquisti per il QE giapponese da parte dalla BOJ di 5.9 trillioni di Jpy pari a circa 55 miliardi di dollari di Jgp, ovvero titoli di Stato nel mese di marzo rispetto al picco fatto registrare all’inizio del QE di 110 miliardi del Novembre del 2014. Insomma, un quadro misto per il paese del sol levante, con incognite, che ha provocato un indebolimento dello JPY e il ritorno del USDJPY al di sopra di 111.00.
Per oggi segnaliamo alle 11.00 i prezzi al consumo di Eurozona, e a seguire, alle 14.30 vendite al dettaglio Usa, Pmi manifatturiero Canada alle 15.30 e infine l’Ism manifatturiero Usa alle 16.00. Per essere un lunedì non è male considerando che questa sarà la settimana dei payrolls.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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