E’ veramente difficile, in questo periodo, riuscire ad analizzare i mercati e cercare di andare avanti nel nostro lavoro, sapendo delle sofferenze enormi che stanno provando coloro che si trovano, loro malgrado, in mezzo ad un conflitto più grande di quanto si potesse immaginare. E purtroppo in questo periodo, anziché cercare la pace attraverso la diplomazia, entrambe le parti continuano a rincarare la dose e ad alimentare il conflitto stesso.
Putin minaccia l’occidente quando afferma che se la Nato o chi per essa, dovesse dichiarare la no fly zone sull’Ucraina, ciò sarà considerato un atto di guerra, e si dice pronto ad rispondere adeguatamente. Il Presidente Ucraino dall’altra parte chiede alla Nato di intervenire non capendo o facendo finta di non capire che, se la Nato intervenisse, il conflitto si allargherebbe e diverrebbe globale e dopo poche ore, molto probabilmente, io non sarei qui a scrivere e probabilmente voi non sareste qui a leggere.
E’ tremendo il solo pensiero a quel che potrebbe accadere, e non siamo nel 1800 ma nel 2022, in un mondo apparentemente globalizzato, ipertecnologico e civilizzato, che però si riscopre in realtà arcaico e brutale, come se vivessimo ancora nell’età della pietra. Eppure sono passati solo 80 anni dall’ultima guerra e dovremmo ricordare gli avvenimenti, ma è tragico dire che non si è realmente imparato nulla dalle atrocità del passato. La storia, drammaticamente, si ripete.
I mercati cominciano ad essere in fibrillazione e le price action che abbiamo visto venerdì sulle valute, cominciano ad essere qualcosa di preoccupante, che ricordano gli anni bui, il 1998, il 2008, 2020 e ora questo 2022. L’Europa e l’Euro sono sicuramente le vittime sacrificali di questo ultimo periodo, stretti nella morsa di alleati poco inclini a venire a patti con lo “zar”, gli Usa, e di un paese, la Russia con la quale da sempre l’Europa ha avuto legami economici, ma ancor prima, storici e culturali di rilievo. Ed è qui che dovrebbe entrare in gioco la vera Europa Unita, quelli che molti hanno sognato nel 1999 quando nacque l’Euro, e che invece ancora evidenzia tendenze individualiste in cui ogni paese sembra perseguire il proprio esclusivo interesse (tranne forse proprio il nostro, sempre il più europeista di tutti, ai limiti dell’autolesionismo). Ora ci vorrebbe una risposta forte, diplomatica, verso la Russia, colpevole di una invasione e di una guerra che rischia di diventare il loro Vietnam, e che ha già fatto molte, troppe vittime, ma anche verso gli Usa che spingono da anni in favore dell’espansione della Nato verso est, spacciandola per una strategia difensiva.
Ma torniamo ai movimenti dei principali rapporti di cambio con tutti i cross dell’Euro che scivolano senza soluzione di continuità in una price action che ricorda il marzo 2020 quando le valute deboli scendevano senza minimamente correggere, così come l’EurUsd, che è sceso nelle ultime 4 sedute da 1.1230 a 1.0875, praticamente senza alcuna correzione degna di questo nome. Anche i cross sono scesi ugualmente, da EurGbp all’EurJpy ma anche soprattutto EurAud, EurCad ed EurNzd. Ad alimentare la discesa contro dollaro, e in corrispondenza di un dollar index non lontano da 99, sono stati i dati Usa sui non farm payrolls di venerdì, usciti addirittura a +678 mila unità, il massimo degli ultimi sette mesi e al di sopra delle attese che erano per un incremento di 400 mila. Migliorati i numeri nei settori del tempo libero e ospitalità, come ristorazione, ma è cresciuto anche il numero dei lavoratori nei settori della consulenza, assistenza sanitaria e costruzioni. Il dato generale sulla disoccupazione è sceso al 3.8% mentre il tasso di partecipazione della forza lavoro è aumentato al 62.3%.
La Fed alzerà i tassi tra poco più di 10 giorni, anche se è incerta ancora l’entità del rialzo, se 25 o 50 basis points. Ma, a detta dei rappresentanti del board dell’Istituto centrale americano, la crescita del costo del denaro sarà continuativa e persistente nei mesi successivi. E’ chiaro che in una situazione del genere, sembra che non vi siano le condizioni per una risalita della moneta unica, schiacciata dalle conseguenze della guerra sul piano energetico e non solo, e dalla maggiore appetibilità del biglietto verde, nel medio termine, e legata al delta tassi. A consentire la ripresa della moneta unica, potrebbe solo essere un rialzo dei tassi in Europa in ragione di una inflazione più alta (alimentata anche da inflazione importata legata alla debolezza del tasso di cambio), scenario che, per ora almeno, appare improbabile. Oppure un peggioramento improvviso della congiuntura americana, legata anch’essa agli effetti dell’aumento delle materie prime. In tal senso sorprende il posizionamento dei large traders sul Cot, che incrementa le posizioni long Euro, anche se poi il dato mostra anche un aumento dei contratti long dollar index, sempre da parte degli istituzionali.
Sul fronte materie prime, petrolio sui massimi sopra i 128 dollari al barile, come nel 2011, al di sopra del quale non ci sono grandi livelli fino a 145. Oro tornato a 1970 e UsdRub che rimane in area 105.00, non lontano dai massimi di 120 visti settimana scorsa.
Cominciamo un’altra settimana affrontando mercati che restano vicini al panico, anche se non è ancora evidente. Ma potremmo ben presto entrare in una condizione di altissima volatilità. Per tale ragione prudenza, e leve basse.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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