Ancora molte le incognite sui mercati finanziari, e pertanto non ci stupiamo che l’apertura delle principali borse europee stamattina sia stata confusa ma certo non con orientamento rialzista.
Il dollaro forte sta creando una dicotomia evidente fra andamento dell’indice tecnologico Nasdaq (ancora forte, grazie la performance di singoli titoli come Apple) rispetto a quello del DowJones. Su questo listino, come peraltro sulla quasi totalità delle altre borse, i grafici a time frame orario mostrano alcune divergenze ribassiste che stamattina l’ho fatto sentire i loro effetti.
Dal punto di vista tecnico e macro economico, ci sono alcune riflessioni da fare. Le elenchiamo in ordine sparso.
Gli operatori stanno iniziando apprezzare, e quindi a ritenere ormai quasi archiviato, l’effetto delle manovre di iniezione liquidità da parte di Bce e BankofJapan. Vi sono numerose e fondate perplessità sulla riuscita della manovra di Draghi, poiché è inutile mettere denaro a disposizione del sistema bancario in assenza di riforme strutturali. Ne è la prova sostanziale la sempre maggiore inefficacia dei Qe giapponesi da parte di Kuroda. Per altri aspetti, l’incremento dei tassi in America alla prossima riunione di dicembre (attenzione che c’è anche la scadenza derivati in quei giorni) viene dato per scontato da quasi tutti gli operatori, ma la delicatezza della situazione geopolitica potrebbe consigliare alla Fed un ammorbidimento della sua politica, quantomeno a livello di comunicazione delle sue intenzioni ai mercati stessi.
Resta poi palese la drammaticità della situazione geopolitica, dagli sviluppi non preventivabili e che i grafici comunque in ogni caso per il momento non incorporano: sembra quasi che mercati abbiano voluto sfidare il terrorismo, ma gli allerta (vedi Belgio nel week-end) restano sempre ai massimi livelli e pertanto i trader faranno bene, secondo noi, a restare vigili applicando le solite noiose regole basate sul money management, sull’analisi grafica, sulla volatilità, ecce cc.
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Rileviamo poi, sul piano più strettamente intermarket, la difficoltà di molte materie prime (infatti il listino di Londra, come da noi ben anticipato per l’eventuale testo della resistenza di 6350, ne ha risentito) con il rame che oggi ha toccato quota 200. Non crediamo che questa tendenza pesantemente ribassista delle commodities sia da sottovalutare.
Questo ovviamente non significa andare contro il trend di rimbalzo/risalita delle borse, che anche stamattina hanno voluto comunque far vedere volontà di acquisti quando la volatilità eccede determinati parametri. Sulla borsa tedesca, che oggi fa più fatica rispetto ad esempio a quella italiana a tornare sui massimi creatisi fra le ore 17 e le ore 19 di venerdì, suggeriamo di prestare la massima attenzione ad un eventuale testa di area 11.050. Sotto questa zona vi sono pochi volumi a difesa del mercato, se non a partire da 10.980. Il cambi più rilevanti sono però sul pivot di terzo livello a 10.900. Resistenze 11.120 e successivamente 11.140
Analisi di Giovanni Lapidari per ActivTrades