Come dicevamo ieri, è vero che gli appuntamenti con Mario Draghi non hanno più l’importanza di una volta, ma comunque il mercato un po’ di baraonda durante la conferenza di BCE la fa sempre. Oggi invece l’attenzione degli operatori è sui dati dell’occupazione americana.
Le definisco due date micidiali, per la coincidenza a stretto giro dei due eventi. Micidiali perché la volatilità da un lato si contrae e dall’altro invece dà luogo a delle fiammate del tutto imprevedibili.
Questa è una cosa che manda fuori di testa molti sistemi tecnici e crea in ogni caso disagio anche ai trader intraday più esperti nella conoscenza dei livelli chiave dei mercati.
Quest’ultimo – quello dei prezzi che contano – resta un aspetto del quale ho spesso parlato nei miei interventi; gli operatori sul tasto sinistro del mouse non hanno i concetti di ipercomprato ed ipervenduto, bensì dei numeri. Ma ad onor del vero va detto che ci vuole molta pazienza per individuare le zone più consone su cui operare.
Sempre ad onor del vero, i mercati finanziari ancora continuano a darci segnali discordanti. Come pioggia nel deserto la maggior parte dei trader aspetta i ribassi sulle borse. Discese che sarebbero più che giustificate per il quadro macroeconomico attuale – basti vedere i numeri sconfortanti che arrivano dall’Italia – ma che il mercato per il momento non ha preso in esame.
Ieri ho ripetuto prudenza massima, due volte. Oggi ripeto “per il momento”. Il cfd del Vix a 14.75 non dobbiamo infatti prenderlo come segnale di comfort, quantunque renda difficile lo short se non per episodi, al termine dei quali multipli di volatilità come quelli osservati in mattinata fra le 10 e le 10:30 vengono sempre poi richiusi.
Ecco, se posso cercare di trovare una vaga “certezza” (parola che nel trading equivale ad un autentico sacrilegio) nei movimenti di mercato di queste ultime settimane è quella che gli eccessi di volatilità tendono sempre a essere controbilanciati velocemente. Due strappi stamattina, uno a rialzo e uno a ribasso, tamponati quando uno meno se l’aspetta. L’indicazione psicologicamente è palese: bisogna prendere i profitti senza sognare più di tanto traguardi ambiziosi, ma cercando di trovare nel verbo “accontentarsi” una ragione d’essere.
Detto questo, 10.268 circa resta resistenza importante per il Dax, come detto ieri non per il passaggio del pivot r1 ma perché ci sono dei volumi. Altre resistenza chiave è 10.298/10.307
Il supporto è 10.216 circa: proprio questo prezzo è nei miei sistemi come livello importante. Una sua mancata tenuta potrebbe portare ad un test di 10.190, livello sotto il quale sospetto vi siano posizionati numerosi stop loss. Per altri livelli di supporto ricopia pari pari quanto scritto ieri: a scendere individuiamo 10.188 oltre che i minimi odierni di area 10.150. Più in basso ancora si potrebbe chiudere un gap ma i livelli possibili più importanti a mio parere sono 10.094 e 10.057.
Giovanni Lapidari per ActivTrades