8 Dicembre, 2024
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    Analisi dei mercatiDa cosa è dovuto il rally dei mercati azionari? La parola all'esperto

    Da cosa è dovuto il rally dei mercati azionari? La parola all’esperto

    Il rally dei mercati azionari sembra non arrestarsi; eppure oggi ci troviamo di fronte dati potenzialmente negativi per l’economia globale e non solo a causa del coronavirus. Cosa sta succedendo quindi? La risposta la troviamo nell’interessante post pubblicato sulla pagina Facebook di Traderpedia dal trader professionista Tony Cioli Puviani.

    “Quest’inverno girando in moto per Bologna ho avuto bisogno solo un paio di volte di infilarmi i guanti. Belle giornate di sole ma – considerata la stagione – assurde, spie di un cambiamento climatico che definire preoccupante può risultare eufemistico. Analogamente i mercati finanziari scoppiano di salute: si acquistano azioni, asset tradizionali di rischio, in un contesto macro e geopolitico avverso.
    Vero è che l’economia yankee tiene botta, ma PIL e produzione industriale dei tre Paesi più importanti dell’EU – Germania, Francia e Italia – danno segnali di cedimento importante, inutile dilungarci sui potenziali ulteriori problemi che porterà il coronavirus, ne ho già parlato, ne parlano tutti, non ho voglia di annoiarvi ancora.

    A dispetto di una situazione quantomeno precaria i mercati continuano a migliorare i loro record. Il Nasdaq 100, che solo un paio di settimane fa, il 31 gennaio, chiudeva a 8991, adesso si trova a 9623, l’ennesimo record storico, con un balzo di oltre il 7% solo nella prima metà di febbraio. Nuovi record storici anche per S&P 500, Dow e Xetra Dax, l’Italia vicinissima ai 25000 punti, livelli che non vedevamo da ottobre 2008.

    Ma come è possibile che proprio in concomitanza di eventi drammatici ed anche potenzialmente negativi per l’economia e non solo cinese si abbia avuto questo rally dei mercati azionari?

    Keynes nel Capitolo 12 della Teoria generale (1936) sottolinea come decisivo per la formazione dei prezzi il ruolo “perverso” esercitato dagli “esperti professionali”. Questi tendono infatti a finalizzare le proprie energie non già a “compiere migliori previsioni a lungo termine sul rendimento probabile di un investimento per tutta la durata della sua vita”, bensì a “prevedere variazioni della base convenzionale di valutazione con un breve anticipo rispetto al grosso pubblico”, tentando di anticipare il livello al quale il mercato valuterà l’investimento “sotto l’influenza della psicologia di massa, fra tre mesi”. In sostanza Keynes attribuisce alla speculazione professionale la capacità di muovere i mercati con lo “scopo privato” del to beat the gun, quello che consiste nel riuscire – ai nastri di partenza – a scattare in anticipo sul segnale. La speculazione quindi esercita un’attività esclusiva volta a prevedere la psicologia del mercato: nulla più.
    Va da sé quindi che la speculazione più accorta abbia approfittato delle situazioni di precarietà (guerra commerciale prima, poi conflitto Iran Usa, e adesso coronavirus) per comprare (con la pressante e determinante complicità delle banche centrali) convinta che chi si fosse astenuto dagli acquisti, prima o poi, sulla definizione e poi relativa soluzione dei problemi, si tuffasse nel comprare per non perdere un treno che sembrerebbe non fermarsi più. In sostanza “quelli bravi” fanno il pieno quando il mercato si trova nella situazione percepita di massima instabilità, per poi scaricare agli investitori assetati di rendimenti in un contesto che sembra privo di alternative.
    Questo giochino si è trasformato in un loop senza fine dove paradossalmente ogni negatività a livello fondamentale si tramuta in propellente per ulteriori acquisti.

    Non ho mai scritto di “crolli” delle borse, non convengono a nessuno e le banche centrali hanno ancora un residuo di credibilità per evitarlo. Credo altresì che l’unica via certa per un crack sia quello di mandare ulteriormente i mercati in orbita a tassi di crescita del 5%-10% al mese. A quel punto il crollo sarebbe inevitabile. Questo rischio è ben conosciuto dalle Banche centrali e quindi – come già successo all’ultimo FOMC del 29 gennaio – mi attendo un Powell molto guardingo per evitare ulteriori esagerati allunghi degli indici yankee.”

    Tony Cioli Puviani

    Nato a Pittsburgh (USA) il 01.08.1962. Nel 1986 si è laureato in Economia presso l’Università di Bologna (con 110 e lode) e nel 1994 ha conseguito un Master MBA nella gestione d’impresa presso Profingest a Bologna.

    Nel periodo 1988/89 è stato responsabile commerciale di IBM Italia. Nel periodo 1990/1993 è stato dipendente dell’agente di cambio Leonardo Belloni a Milano e successivamente in un borsino a Bologna. Dal 1996 al 2000 è stato Area Manager per l’estero prima per la Carpigiani (Bologna) e poi per la Celli spa (Rimini).

    Da novembre del 2012 all’agosto del 2013, è stato Consigliere e Dirigente preposto alla Redazione dei documenti contabili per Uni Land Spa.
    Da gennaio del 2013 conduce una trasmissione radiofonica sui mercati finanziari due volte al giorno su Radio Nettuno Bologna.
    Dal 2016 collabora con i suoi articoli per Investors’ Magazine Italia.
    Da ottobre del 2000 ad oggi si occupa di trading sui mercati azionari come trader privato.

    Link del profilo Facebook di Tony Cioli Puviani

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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 20 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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